A Milano l’Esselunga che ha restaurato gli storici murales dei contestatori
Si tratta di cinque opere del collettivo Gruppo Aerostatico, realizzate alla fine degli anni Settanta e minacciate dalla demolizione. Il salvataggio è arrivato dopo una lunga battaglia
In via Temistocle Calzecchi 17, in piena zona Città Studi a Milano, ha aperto un nuovo punto laEsse, il brand dei piccoli market urbani del gruppo Esselunga. Non si tratta però di un minimarket come gli altri: l’edificio in cui sorge, affacciato su Largo Murani, è stato una celebre tela politica dei movimenti studenteschi meneghini degli anni Settanta.
“Il market, di oltre 420 metri quadri, occupa un immobile originariamente sede di un’azienda di bricolage e caratterizzato dalla presenza di murales realizzati tra il 1977 e il 1979 da un collettivo di giovani, il Gruppo Aerostatico”, spiegano dall’azienda, che aveva acquistato lo stabile per demolirlo e aprire così il proprio ennesimo “supermercato di vicinato”.
IL RECUPERO DEGLI STORICI MURALES DEL GRUPPO AEROSTATICO
Sono cinque le iconiche opere presenti sul palazzo: un capo nativo, emblema dell’ala del Movimento di contestazione del ’77, gli “Indiani Metropolitani”; un cormorano intriso di petrolio, denuncia dei risultati dei disastri ecologici; la copertina di Atom Heart Mother, storico disco dei Pink Floyd; un grande ritratto di Jimi Hendrix; e il Sole che Ride, simbolo del movimento anti-nucleare. La scritta storica che accompagnava le opere, quella non c’è più: si trattava di una rielaborazione ecologista ispirata alla lettera che capo Si’ahl, della tribù nativa Duwamish, avrebbe inviato nel 1855 al presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce per fermare l’appropriazione e la distruzione del territorio nordamericano.
Come già annunciato all’inizio della scorsa estate, le opere sul lato meridionale di Largo Murani “sono state oggetto di un intervento di tipo conservativo sostenuto da Esselunga in accordo con il Comune di Milano”, condotto da Davide Riggiardi, docente di Restauro di dipinti murali contemporanei all’Accademia di Brera, e dai restauratori Laura Menegotto, Mattia Morlotti, Veronica Ruppen e Alessia Traversi. Un salvataggio, questo, fortemente voluto dal Municipio 3 e in particolare dal comitato “Salviamo i murales di Largo Murani – La memoria si valorizza non si cancella”, che aveva mobilitato l’Ufficio Arte negli Spazi Pubblici del Comune per mediare con Esselunga e salvaguardare uno dei primi esempi di street art in città dall’oblio.
Giulia Giaume
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