Paesaggio e poesia nei dipinti di Enrico Tealdi in mostra a Roma
C’è tutta la bellezza del paesaggio nella pittura di Enrico Tealdi, che porta nella galleria di Francesca Antonini a Roma atmosfere fatte di luce e colori tenui
C’è ancora spazio per la pittura pura, oggi? Per lo slancio poetico che si fa macchia, per la nozione del vero che si appunta lieve ma precisa sulla tela, toccando le corde dei sensi, muovendo la pathetic fallacy degli inglesi dell’Ottocento, e poi diventa grumo, trasparenza, velatura? La mostra nella galleria romana di Francesca Antonini da sempre presidio della tradizione figurativa più autentica, ne dà conferma con i lavori del cuneese Enrico Tealdi (1976).
LA MOSTRA DI ENRICO TEALDI A ROMA
Su antichi lini di famiglia e carte artigianali, l’artista depone in punta di pennello suggestioni ed evocazioni di vedute marine offuscate, di scenari agresti in cui i raggi del sole filtrano debolmente dall’umidità aerea, di profili arborei oscillanti lungo il fiume. Una natura intrisa di lirismo, sulla scorta dei grandi paesaggisti dell’Otto e Novecento, che accoglie gruppi di figure appena accennate da gocce di colore e rese concrete dall’essere accostate, come naufraghi sulla zattera, come anime sospese sulle nuvole. La bellezza del creato incanta e avvolge in un tutt’uno cromatico acqua, aria, tronchi, foglie ed esseri umani, meno sgomenti che nelle vedute romantiche, ma più evanescenti e fragili.
È in buona compagnia il paesaggista Tealdi, mentre lascia che davanti ai suoi lavori il pensiero corra ai chiarori costruttivi di Corot, ai tocchi leggeri di de Pisis, ai volumi tonali di Morandi, fino ai giorni nostri e alle composizioni di pura luce della Giovannoni, di casa in galleria.
La grande pittura c’è ancora, quindi, combatte strenuamente e aiuta a osservare il mondo con la forza trasfigurante che solo lo sguardo onesto e poetico degli artisti può donarci.
Francesca Bottari
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati