A Salò aprirà il museo della Repubblica Sociale Italiana

La nuova istituzione, che aprirà dentro il Museo civico di Salò, vuole restituire un'immagine fedele e non “nostalgica” della RSI. Un compito niente affatto banale

Non una nuova Predappio, ma una visione oggettiva di un periodo tra i più bui della storia del Paese: è più che ambizioso il progetto del nascituro Museo della Repubblica Sociale Italiana, che dalla prossima primavera occuperà un piano del Museo civico di Salò (MuSa) sul lago di Garda. Scopo della nuova istituzione è restituire un ritratto affidabile della breve Repubblica di Salò – ultima e disperata incarnazione del regime. presieduta da Benito Mussolini e durata dal settembre del ’43 all’aprile del ’45 – evitandone una glorificazione nostalgica così come una preventiva condanna morale. In breve, di riuscire in uno dei compiti più ardui della storiografia contemporanea: parlare di fascismo come di un argomento storico.

IL NUOVO MUSEO DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

La repubblica sociale è un tema non ancora uscito dalle barriere di una memoria divisa. Rimosso per decenni, è pienamente diventato oggetto di analisi storica solo dagli anni Novanta grazie al lavoro di persone come Pavone, Franzinelli, De Felice e altri, per essere ricollocato in una logica di carattere storico”, ha commentato a L’Arena il professore e presidente della Fondazione Renzo De Felice Giuseppe Parlato, che ha lavorato per oltre un anno all’allestimento del futuro “museo nel museo” con i professori Roberto Chiarini ed Elena Pala. Il loro lavoro di ricerca, destinato non solo agli addetti ai lavori bensì a un pubblico ampio, vuole descrivere il passato come tale, analizzandolo in ogni suo aspetto senza commentarlo né alterarlo. “Non vedrete attorno al Museo di Salò bancarelle di cianfrusaglie e di finti cimeli fascisti come a Predappio, dove fra l’altro non vi è alcun Museo. Vedrete documenti in copia e originali, manifesti e giornali, materiale militare, descrizioni nella vita quotidiana, il tutto proveniente da archivi di Stato e collezionisti, oltre alla ricostruzione di un rifugio antiaereo come unica vera concessione scenografica”, ha detto ancora a L’Arena il professor Parlato.

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LE POLEMICHE CONTRO IL NUOVO MUSEO DELLA REPUBBLICA DI SALÒ

Vista la portata del museo e della delicata storia che va a coprire, l’Anpi – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha avanzato tre osservazioni, o meglio, tre richieste preventive: che non si ripeta l’errore di Predappio; che venga evidenziata la sudditanza della RSI rispetto alla Germania nazista; e che venga evidenziato il ruolo della stessa nella persecuzione antiebraica e in ultima analisi della Shoah. Tutte cose che, stando a Parlato, sono presenti nell’allestimento permanente da 220 metri quadri dentro il MuSa, grazie a pannelli informativi e precisi riferimenti storiografici. Anche per questo la giunta comunale ha dato l’approvazione per il progetto definitivo e stanziato i fondi (che, totali, hanno toccato i 235mila euro, di cui però 100mila finanziati dalla Regione). Nonostante il rigore scientifico, hanno detto gli organizzatori, il museo non vuole essere una banale costellazione di manufatti ma offrire un percorso immersivo che completi l’offerta del Museo civico della città, che vanta una collezione d’arte locale dalla Serenissima agli anni ’20 del Novecento, i cimeli del suo passato d’oro nella liuteria e il Museo del Nastro Azzurro.

Giulia Giaume

www.museodisalo.it

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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