L’appropinquarsi delle festività natalizie invita a viaggiare, perché no, alla scoperta delle città d’arte italiane. Che, dal canto loro, non si fanno trovare impreparate, intavolando un’offerta culturale adeguata al ruolo. Cominciamo da Firenze a raccogliere i migliori spunti sulle mostre attualmente in corso, da visitare durante le feste.
Livia Montagnoli
OLAFUR ELIASSON A PALAZZO STROZZI
Fino a gennaio inoltrato, si visita il percorso che Palazzo Strozzi dedica a Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967). Non una mostra enciclopedica, piuttosto un allestimento efficace, che permette di entrare in contatto con l’artista danese e la sua poetica, e di vivere gli spazi che ridisegna attraverso la luce, il movimento, l’acqua, i colori, per suggerire modi di fruizione alternativi. Lo spettatore è così chiamato a partecipare a un viaggio, anche con il supporto della realtà virtuale, medium privilegiato dell’opera Your view matter, presentata per la prima volta a Firenze, e fruibile anche da web. Il progetto, a cura di Arturo Galansino, alterna lavori noti e inediti, evidenziando la versatilità di Eliasson (protagonista anche a Rivoli, con Orizzonti tremanti, fino al 26 marzo 2023), mai stanco di sperimentare attraverso disparati linguaggi, dalla scultura all’installazione, a pittura, fotografia, architettura e design. Nel tuo tempo è dunque un riuscito laboratorio sulla percezione e la relazione con la realtà, messo in scena negli ambienti rinascimentali di Palazzo Strozzi, dal cortile al Piano Nobile, alla Strozzina.
TONY CRAGG AL MUSEO NOVECENTO
Prendono possesso delle sale e del chiostro del Museo Novecento le sculture di Tony Cragg (Liverpool, 1949), omaggiato dalla riproduzione (in scala uno a uno) del suo studio di Wuppertal, in Germania, che prende forma a Firenze per raccontare il fermento creativo di un grande protagonista della scultura contemporanea, capace di influenzare svariate generazioni di artisti, dagli Anni Settanta a oggi. Non a caso, la mostra espone anche un nutrito corpus di disegni – tanto gli appunti creativi, che i disegni tecnici – fondamentale per comprendere il processo creativo all’origine del lavoro dell’autore, la cui prima fonte d’ispirazione è la natura. Ma Transfer si estende anche a coinvolgere il Cortile degli Uomini dell’Istituto degli Innocenti, con uno dei progetti monumentali presenti in mostra.
Al museo (che ancora fino al 31 dicembre accoglie i visitatori annunciato, sulla facciata di piazza Santa Maria Novella, dall’installazione luminosa di Claire Fontaine, Siamo con voi nella notte) si visitano anche la monografica dedicata ad Alberto Magnelli (Firenze, 1888 – Meudon, 1971), nell’ambito del progetto di valorizzazione degli artisti presenti nelle collezioni civiche fiorentine, e il progetto incentrato sulla riscoperta, nei depositi dei Musei Civici Fiorentini, della scultura in duralluminio Larme de galaxie (1962), di Jean Arp, posta in dialogo con il dipinto Forma in elevazione (1963) di Leone Minassian. Prosegue fino alla fine di gennaio l’allestimento del progetto St. Javelin, inaugurato in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: in mostra, la serie fotografica dell’artista tedesca Julia Krahn.
PASSIONE NOVECENTO A PALAZZO MEDICI RICCARDI
È Sergio Risaliti a curare il progetto Passione Novecento, approfondito excursus sul collezionismo privato contemporaneo, con focus sull’ambiente fiorentino e toscano.
La mostra individua nella figura del collezionista (in parallelo a quella del mecenate) un ruolo storicamente connesso all’evoluzione del gusto artistico e alla nascita di musei e istituzioni culturali. Finanche nel presente. E l’allestimento di Palazzo Medici Riccardi – la sede non è casuale, essendo qui nato il collezionismo moderno, sotto la signoria dei Medici – ha il merito di esporre, accanto ad artisti riconosciuti del Novecento (da Klee a Miró a Guttuso, Martini, Kounellis, Morandi, Burri, de Kooning, Buren e molti altri), autori sconosciuti ai più e opere poco note, per offrire al pubblico un approccio “complesso” all’arte contemporanea, stimolandone la curiosità.
Nel frattempo, fino al 29 gennaio 2023, si ammira a Palazzo l’Adorazione dei Magi di Rembrandt, ritrovata solo nel 2016, e per la prima volta esposta al pubblico dopo una approfondita campagna di ricerche, culminate nel simposio svoltosi a Villa Medici nel giugno 2021. La mostra dà modo di apprezzare le indagini diagnostiche e gli studi condotti sull’opera per accertarne l’attribuzione al maestro olandese.
IL MITO DELLA NIOBE AGLI UFFIZI
Fino al 12 marzo, il percorso di visita agli Uffizi si arricchisce del confronto tra due gruppi scultorei di epoca romana, entrambi dedicati al mito della Niobe. Il polo fiorentino già possiede – ed espone nella sala omonima – tredici statue di Niobidi, rinvenute nei primi mesi del 1583 presso le Mura Aureliane (nella vigna di Gabriele e Tomaso Tommasini) e trasferite a Firenze nel 1770. Ma a confermare quanto il tragico mito greco, che narra l’uccisione dei dodici figli di Niobe per volere della dea Latona, offesa per la superbia della donna, ben si prestasse a dare sfoggio delle qualità tecniche ed espressive degli scultori classici, nel 2012, un gruppo di analogo soggetto è stato rinvenuto a Ciampino, periferia romana, durante gli scavi di un’antica villa. Conservati presso il Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, ora i Niobidi di Ciampino dialogano con quelli medicei, a confronto nella Sala di Niobe, per far luce sui prototipi da cui dipendono.
ESCHER AL MUSEO DEGLI INNOCENTI
Maurits Cornelis Escher è passato alla storia per il suo genio visionario, che ha dato origine alle immagini psichedeliche, illusioniste e ipnotiche che ancora continuano a ispirare il mondo dell’illustrazione, il cinema, la pubblicità. Le architetture impossibili e le prospettive vertiginose dell’artista olandese sono in realtà frutto, oltre che di un’attenta osservazione della realtà (in gran parte ispirata da paesaggi italiani e spagnoli), di approfonditi studi matematici e geometrici. Il Museo degli Innocenti accoglie oltre duecento opere di Escher, virtuoso dell’incisione e della litografia, compresi i capolavori che l’hanno reso celebre, come Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli Emblemata.
ELLIOTT ERWITT A VILLA BARDINI
Ha il sapore dell’omaggio a un grande maestro della fotografia del Novecento la mostra che Villa Bardini dedica al novantaquattrenne Elliott Erwitt, per la curatela di Biba Giacchetti, in collaborazione con Sudest57. Oltre settanta scatti che raccontano la capacità di confrontarsi con la personalità più importanti del XX secolo, ricercandone l’umanità, oltre la facciata patinata o l’allure di potere. Nato a Parigi, cresciuto a Milano e poi, dal ’39, negli Stati Uniti, per sfuggire alle leggi razziali fasciste, a Los Angeles Erwitt si avvicinò alla fotografia, prima di trasferirsi a New York, dove conobbe, tra gli altri, Robert Capa. Nel ’53 iniziò la sua collaborazione con l’agenzia Magnum, di cui fu presidente alla fine degli Anni Sessanta; dagli Anni Settanta tornerà ad avvicinarsi al mondo del cinema. Pervicace osservatore della realtà, Erwitt ha saputo adottare il filtro dell’ironia per restituire una lettura smitizzata della società contemporanea. Ma al suo obiettivo si devono anche fotografie iconiche, esposte in mostra, come il ritratto di Jackie Kennedy al funerale del marito, o il diverbio tra Nixon e Krusciev, con il primo che punta il dito verso il secondo. E ancora i ritratti di Che Guevara, Marlene Dietrich, Marilyn Monroe.
EMILIANO MAGGI AL MUSEO STEFANO BARDINI
Artista visivo, musicista, scultore e performer classe 1977, Emiliano Maggi – visto recentemente nella performance Water Spell, a bordo di un’imbarcazione sull’Arno – è protagonista della mostra Songs and Spells al Museo Stefano Bardini (nel circuito del Museo Novecento), a cura di Caroline Corbetta. Oltrarno, negli spazi del Palazzo di via Mozzi che fu lungimirante spazio di esposizione e vendita dell’antiquario Stefano Bardini, a cavallo tra XIX e XX secolo (alla sua morte, nel 1922, le sue collezioni furono donate alla città, costituendo l’odierno museo), le sculture in ceramica di Maggi dialogano con la storia del luogo.
Si tratta di una serie realizzata dal 2018 a oggi, cui si affiancano alcuni dipinti inediti, che insistono sul tema della metamorfosi, fil rouge di un’esposizione che attinge da leggende popolari, film dell’orrore, letteratura erotica e poesia romantica.
CHARLOTTE DUMAS DA RIFUGIO DIGITALE
Prosegue negli spazi di Rifugio Digitale (sede espositiva ricavata in un ex rifugio anti-aereo, su progetto di Archea Associati) il ciclo di mostre SuperNatural, a cura di Paolo Cagnacci e Irene Alison. L’obiettivo è quello di interpretare la natura umana in relazione all’impronta che questa lascia sulla terra, invitando a ricercare forme alternative di dialogo con il pianeta, attraverso le nuove tecnologie. Fino al 1° gennaio, l’artista ospite è la fotografa e videoartista olandese Charlotte Dumas, con gli scatti realizzati in Giappone alla ricerca di razze di cavalli in via d’estinzione, che hanno dato origine alla serie Ao 青 (‘Blue’).
BANKSY ALLA CATTEDRALE DELL’IMMAGINE
È stato ribattezzato Cattedrale dell’Immagine lo spazio espositivo ricavato nella chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte, che nel 2015 è diventato primo centro permanente italiano per le esperienze di arte immersiva. Fino alla fine di febbraio, la Cattedrale ospita l’ultima produzione di Crossmedia Group, Inside Banksy ‒ Unauthorized Exhibition, prima mondiale del progetto digitale immersivo dedicato al misterioso street artist inglese. Attraverso suoni, luci e immagini, la mostra ripercorre la carriera e il percorso creativo di Banksy, con la collaborazione scientifica di Gianni Mercurio e MADEINART. Un’esperienza multisensoriale della durata di poco più di mezz’ora.
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