Alexander Skorobogatov – The 9th life

Informazioni Evento

Luogo
LUIGI SOLITO GALLERIA CONTEMPORANEA
piazza De Nicola 46 , Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lunedì - venerdì > 9.00 - 18.00 / sabato e domenica > su appuntamento

Vernissage
16/12/2022

ore 18.30

Artisti
Alexander Skorobogatov
Generi
arte contemporanea, personale

La galleria di Luigi Solito conclude il 2022 con un’importante mostra di Alexander Skorobogatov. L’artista russo che si è formato artisticamente a Berlino – dove si è trasferito giovanissimo – espone in Italia con una propria personale per la sua prima volta.

Comunicato stampa

La galleria di Luigi Solito conclude il 2022 con un’importante mostra di Alexander Skorobogatov. L’artista russo che si è formato artisticamente a Berlino – dove si è trasferito giovanissimo – espone in Italia con una propria personale per la sua prima volta.

 

“The 9th life” (la nona vita) è il titolo che rimanda alla leggenda secondo cui il gatto ha 9 vite, e l’ultima – la nona appunto – si manifesta con la reincarnazione in una donna.

Su questa e altre infinite credenze, storie e leggende è centrato il tema filosofico della nuova produzione di Alexander Skorobogatov. Una ricerca iniziata qualche anno fa ma maturata negli ultimi 10 mesi di residenza d’artista che Alexander ha trascorso a Firenze come vincitore del Premio Villa Romana, il più antico premio tedesco dedicato all'arte. La storia del Premio è legata ad artisti illustri quali, tra gli altri, Georg Kolbe (1905), Max Beckmann (1906), Käthe Kollwitz (1906), Ernst Barlach (1908), Gerhard Marcks (1928), Emy Roeder (1936), Horst Antes (1962), Georg Baselitz (1965), Markus Lüpertz (1970), Michel Buthe (1976) e Katharina Grosse (1992).

Si ringrazia vivamente l’ente Villa Romana, nella persona del suo direttore, per aver concesso il patrocinio alla mostra.
Durante questa permanenza Skorobogatov ha approfondito gli studi su miti, leggende e aneddoti incentrati sulla relazione tra la figura del gatto e la donna, tra la vita, le vite e la connessione – anche caratteriale – che esiste da sempre tra l’animale e l’universo femminile. Di qui il titolo della prima personale italiana di Alexander che conclude così la sua lunga ricerca portata avanti durante la residenza d’artista.

Negli ultimi dieci mesi l’artista si è confrontato con la cultura italiana vivendo a Firenze, epicentro della cultura rinascimentale e permeata di storia antica, moderna e contemporanea.

Ha approfondito le tecniche dei maestri operai e artigiani, nello specifico dei cartai, perfezionando un nuovo metodo di produzione che gli ha permesso di creare la “sua” carta; tra mortai e pestelli, presse, palette di colori e telai, ha miscelato impasti di cellulosa fino a ottenere la materia prima per il suo nuovo lavoro.

Unisce carta, pittura, scultura e disegno in una trama simile a un arazzo, ma con colori, storie e forme che ci parlano in un nuovo linguaggio contemporaneo, che parte da storie medievali per giungere fino a questi lavori inediti, prodotti ed esposti per la prima volta in assoluto nella Galleria di Luigi Solito a Napoli. Alexander conclude così l’esperienza della residenza dando inizio a una nuova e proficua collaborazione con la Galleria nel complesso dell’ex Lanificio.

Tredici i lavori esposti: tre di grande formato e dieci di formato più ridotto.

 
Il mito delle 7 vite dei gatti ha origine nel Medioevo. A quell’epoca la diffusione della cultura di massa era nelle parole di cantastorie, poeti, cantanti e di menestrelli. La gente comune era appassionata di racconti con protagonisti personaggi famosi o potenti dell’epoca rappresentati però con sembianze di animali.

La novella più popolare di quel periodo è il ciclo letterario di favole allegoriche chiamato “Reineke la volpe”; tra i personaggi antropomorfi, anche Tybalt il gatto che aveva il titolo di re. Non era un buon governante a causa del suo pessimo carattere. Ma Tybalt non se ne preoccupava perché era l'unico ad avere 7 vite. La trama del poema è stata tramandata nel tempo e con essa anche la credenza popolare delle vite del gatto.

Nel Medioevo il numero 9 era conosciuto come il simbolo di un ciclo completo; la credenza popolare diffusa era che le streghe potessero trasformarsi in gatti, ma solo 9 volte durante la loro vita.

Nell'antico Egitto il gatto era considerato invece un simbolo di fertilità e maternità, rappresentava il sole. Erano visti come messaggeri degli dei. L'idea che i gatti abbiano 9 vite appartiene alla cultura dell’impero Egiziano. La dea Bastet era la figlia del dio del sole (Ra). Bastet era il simbolo di benessere, amore e gioia, ed era rappresentata con le sembianze di un gatto. Ma Bastet ha avuto anche un aspetto terreno; durante la sua vita umana è rinata 9 volte. Nasce così la leggenda secondo cui i gatti hanno 9 vite.

Una leggenda simile si trova nella mitologia greca. Gli antichi greci veneravano Diana (Selene), dea della luna. Le piaceva molto assumere la forma di un gatto nero. L’essenza divina di questo animale si poteva intuire solo dai suoi grandi occhi scintillanti di colore giallo ambrato. La mitologia degli Egizi e degli antichi Greci è alla base della superstizione secondo cui ogni gatto ha 9 vite.

Un antico mito indù racconta che un gatto “in là con gli anni”, dotato di talento matematico e allo stesso tempo pigro, si trovava in uno stato di semi-sonnolenza all'ingresso del tempio. Il divino Shiva gli chiese: “Chi sei? Cosa fai?”. Il gatto, senza aprire gli occhi, rispose: “Sono un vecchio gatto, e sono capace di contare alla perfezione”. “Eccellente. E fino a quanto sai contare?”. “All'infinito, naturalmente”. “Inizia, allora”. Sbadigliando, il gatto iniziò ma quando arrivò a 7 stava per addormentarsi, e quando arrivò a 9 già russava. “Se conti solo fino a 9”, disse Shiva, “ti do 9 vite!”. Di qui la credenza che il gatto abbia 9 vite.

Anche gli dei greci Apollo e sua sorella Diana contribuirono al mito delle 9 vite, per cui il dio sole creò un calendario con un ciclo di 9 mesi e sua sorella, la dea luna, si trasformò in un gatto nero peloso. Solo i suoi occhi d'ambra tradivano la sua essenza divina.

L'anno lunare del calendario corrispondeva al tempo in cui il corpo celeste sorgeva (nasceva) e tramontava (moriva) per 9 volte. La mitologia ha associato il numero 9, il gatto e la luna in modo stabile nella mente delle persone.
BIO

Alexander Skorobogatov, nato nel 1983 in Russia, si è trasferito in Germania negli anni ‘90. Ha studiato alla Kunsthochschule Mainz, all‘Università delle Arti di Berlino e al Central Saint Martins College di Londra. Nei suoi disegni, dipinti e sculture, gioca con motivi apparentemente naif, colori esplosivi e allestimenti straordinariamente bizzarri. Le sue opere hanno titoli ironici che si basano su pensieri filosofici. Dal 2009 Alexander Skorobogatov ha esposto in molte sedi in Germania e in Europa tra cui il Sexauer Showroom di Berlino e la Galleria Luigi Solito di Napoli (2021). Nel 2022 è vincitore del Premio Villa Romana a Firenze.

Vive e lavora a Berlino, Germania.

 

La vendita delle opere è disponibile anche sulle piattaforme Artsy, ArtPrice e 1stDibs.