Graziano Arici – Oltre Venezia Now is the Winter of our Discontent

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Campo Santa Maria Formosa 5252, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
17/12/2022
Patrocini

promossa da
Fondazione Querini Stampalia, Venezia
Museo Réattu, Arles

con il sostegno di
Regione del Veneto

con il supporto di
Banca Intesa Sanpaolo
Banca Mediolanum
Venice International Foundation

con il patrocinio di
Comune di Venezia
Città di Arles

Artisti
Graziano Arici
Curatori
Daniel Rouvier, Ariane Carmignac
Generi
fotografia, personale

Oltre 400 fotografie, realizzate tra il 1979 e il 2020.
Esposta per la prima volta in Italia la produzione artistica di Graziano Arici, fotografo nato a Venezia nel 1949 e trapiantato ad Arles, dove vive dal 2012.

Comunicato stampa

Più di quarant'anni di scatti quelli presentati nella grande mostra a cura di Daniel Rouvier e Ariane Carmignac promossa dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia e il Museo Réattu di Arles in Francia, dal 17 dicembre 2022 al 1 maggio 2023, realizzata grazie al sostegno della Regione del Veneto, con il supporto di Banca Intesa Sanpaolo, Banca Mediolanum, Venice International Foundation e il patrocinio dell’Institut français Italia, della Città di Arles e del Comune di Venezia.
“Il lavoro personale di Graziano Arici è di una ricchezza estetica, intellettuale e tecnica, di una qualità che suscita ammirazione” - così Daniel Rouvier cocuratore della mostra e direttore del Museo Réattu di Arles - “Non può essere ridotto a semplice sguardo documentario sul mondo, testimonianza della sua evoluzione, delle sue ricchezze e delle sue bizzarrie. Questo filo conduttore esiste, ma il fotografo lo trascende, rendendo ogni sua immagine un'opera fotografica a pieno titolo, sia plasticamente che emotivamente”.

La mostra Graziano Arici. Oltre Venezia ‘Now is the Winter of our Discontent’, “L’Inverno del nostro Scontento”, (frase iniziale del monologo del Riccardo III di Shakespeare, Atto I, scena 1), presenta un archivio del mondo (Albania, Germania, Inghilterra, Bosnia-Erzegovina, Spagna, Stati Uniti, Francia, Georgia, Italia, Kazakistan, Russia, Slovacchia, Svizzera), uno ‘stato delle cose’.

E la Fondazione Querini Stampalia che la ospita è anch’essa diventata un luogo della fotografia: centro di documentazione fotografica, su Venezia specialmente, e di studio della storia stessa della fotografia. I suoi fondi fotografici, che raccolgono quasi 3.000.000 di immagini sono un racconto del mondo e della città forse più rappresentata al mondo. Nel 2017 Graziano Arici dona il suo Archivio - di più di un milione e mezzo di immagini, costituito in gran parte dal suo lavoro ma anche da migliaia di fotografie, di stampe e decine di migliaia di negativi di ritratti e di immagini della cultura internazionale a Venezia precedenti l’inizio del suo lavoro - alla Fondazione Querini Stampalia che s’impegna a custodirlo e valorizzarlo. Questa donazione ha spinto altri fotografi a vedere la Fondazione come un punto di conservazione e valorizzazione del loro lavoro.

Il fotografo e la mostra
Fin dall’inizio della sua carriera, nel 1979, parallelamente ai reportage realizzati per numerose agenzie fotografiche ed enti veneziani, Graziano Arici ha portato avanti una produzione personale, che oggi viene presentata per la prima volta in Italia, alla Fondazione Querini Stampalia, dopo il grande successo di Arles, con l’esposizione al Museo Réattu, nel 2021.

Graziano Arici. Oltre Venezia ‘Now is the Winter of our Discontent’ propone una selezione di oltre 400 fotografie di 9 serie, realizzate tra il 1979 e il 2020.
Il video documentario ‘Recycling Graziano. Une lecture possible des images de Graziano Arici’ prodotto nel 2015 da Sébastien Spicher, giovane videomaker, introdurrà il visitatore alla mostra.

Seguendo le orme del fotografo americano Walker Evans (1903-1975), che prediligeva una fotografia istantanea, fatta di soggetti ‘poveri’, una fotografia sociale, ‘vernacolare’, Arici riprende questa fotografia storica e a essa applica le tecnologie in uso nel XXI secolo (cellulare, scanner, reflex digitale), in particolare nelle sue serie in bianco e nero. In questo modo dà vita a opere che, aldilà della rappresentazione, per il loro rigore compositivo, per lo studio sulla luce e per i contrasti lo fanno considerare l’erede naturale del fotografo americano.

L’artista rivolge uno sguardo talvolta ironico (serie Caarnival), spesso aspro e persino turbato, sullo stato del mondo (The State of Things, Lost Objects, Heart of Darkness), senza alcun compiacimento (Le Grand Tour), plastico (Angels, Polaroids, The Winter of our Discontent). Ripercorre il passato, il suo stesso passato (Als das Kind Kind war), ma anche la sua produzione, attingendo alle proprie immagini, in alcuni casi scattate più di qualche decina di anni fa, per conferire loro un senso nuovo all’interno di una serie. Graziano Arici opera il ‘ripescaggio’, portando avanti un lavoro di raccolta di immagini (lastre fotografiche in vetro, vecchi negativi, immagini trasmesse alla televisione) che fa sue (Angels, The Winter of our Discontent, Heart of Darkness).

“L'opera di Graziano Arici richiede tempo, richiede che si entri nel suo mondo, e talvolta che ci si soffermi su quello che potrebbe sembrare un dettaglio, ma che, a ben guardare, diventa un motivo pieno di significato. Qui stiamo parlando delle mani!” – sottolinea Daniel Rouvier nel saggio in catalogo – “Consciamente o inconsciamente, la mano scandisce le immagini, senza però essere un soggetto a sé stante, trattato come tale, ma rivestendo talvolta un'importanza primordiale, sia nella composizione sia come elemento del discorso. Questo motivo sembra così creare un collegamento tra le serie, estremamente discreto ma che dà origine a un possibile campo di esplorazione visiva”.

Il fotografo privilegia il formato quadrato fin dalle sue ricerche con le polaroid degli anni Ottanta e dei suoi lavori in medio formato. A guidarlo è anche un approccio sistematico fin dal 2012, che consiste nello sperimentare quasi in contemporanea sui social media i suoi lavori fotografici, senza ritaglio automatico. Gli scatti, sia da cellulare che con reflex digitale, sono quindi realizzati direttamente in questo impegnativo formato.

Ma il progetto espositivo amplia i contenuti della mostra di Arles e rende omaggio anche alla città lagunare attraverso i lavori precedenti di questo suo grande fotografo contemporaneo. Presenta le immagini di Graziano Arici su Venezia e i personaggi che l’hanno resa celebre dal 1971 ad oggi attraverso tre video che raccolgono e mostrano al pubblico, in luoghi diversi del Palazzo, una cospicua selezione proveniente dall’Archivio del fotografo conservato presso la Fondazione Querini Stampalia: Veneland, Graziano Arici (2010), una giornata normale a Venezia, dall’alba al tramonto, nell’ottobre del 2010; Loop, Graziano Arici (2022), una breve visione di 40 anni di fotografia e Vedova, Graziano Arici (1985; 2009), in cui il fotografo riprende, nel 1985, Emilio Vedova nel suo studio durante la creazione di un quadro. E’ l’unica testimonianza dell’artista mentre dipinge. Nel 2009 Arici produce il video che è qui presentato.

Dopo decenni di lavoro per famose agenzie di stampa, Graziano Arici con questo progetto espositivo emerge come un grande fotografo. Le mostre del Musée Réattu di Arles nel 2021 e della Fondazione QueriniStampalia oggi non sono delle retrospettive, ma punti di partenza, che portano alla luce un'opera e un artista.

La Fondazione ha intrapreso da tempo un percorso di valorizzazione delle proprie collezioni attraverso approcci differenti per i visitatori, dando vita a nuovi progetti di accessibilità per migliorare l’esperienza conoscitiva. La mostra e le attività ad essa collegate rientrano in questo percorso e mirano a incrementare l’accessibilità alle opere attraverso l’utilizzo di metodi partecipativi e inclusivi, che catturino l’attenzione del pubblico e garantiscano l’accesso alle informazioni”– sottolinea Marigusta Lazzari, Direttore della Querini Stampalia – “Questo progetto espositivo dà modo di sottolineare ancora una volta il ruolo della Fondazione come archivio vivo della città, in quest’occasione attraverso lo strumento della fotografia, quella d’artista e quella documentale, mezzo di analisi delle trasformazioni sociali, culturali ed economiche di un territorio, pretesto per un’ulteriore riflessione sul bene culturale quale veicolo di crescita dei cittadini”.

Public program di incontri e approfondimenti
Tra gennaio e aprile 2023, a cura di Lorenza Bravetta, membro del Comitato Scientifico della ‘Fondazione La Triennale’ di Milano con delega per la Fotografia, cinema e new media, già consigliere del Ministro della Cultura per la valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale (2017/2018) e Direttore di Camera, Centro Italiano per la Fotografia (2015/2016), sono in programma una serie di incontri, che si terranno in Fondazione Querini Stampalia, incentrati sul tema della fotografia e sul valore degli archivi fotografici. Gli incontri, aperti al pubblico, prenderanno spunto dai temi della ricerca di Graziano Arici, per riflettere sul valore degli archivi fotografici e sul ruolo della fotografia quale strumento di indagine, documentazione ed espressione artistica.

Catalogo
In occasione della mostra veneziana saranno messe a disposizione del pubblico copie del catalogo francese Graziano Arici ‘Now is the Winter of our Discontent’, 2021 arricchito da un inserto che proporrà i testi introduttivi e i saggi in lingua italiana.