Silvia Trappa – Miriade
Mostra personale di Silvia Trappa Miriade a cura di Cristina Gilda Artese.
Comunicato stampa
Gilda Contemporary Art in occasione dell’iniziativa “Natale in 5 Vie – Christmas Experience” organizzata dall’associazione culturale 5Vie Art + Design che mira a promuovere il terriotorio e per l’occasione ad animare la parte più antica del centro storico di Milano per il periodo delle festività pre-natalizie, sarà eccezionalmente aperta domenica 18 dicembre dalle ore 11 alle ore 19 e presenta la mostra personale di Silvia Trappa Miriade a cura di Cristina Gilda Artese.
Il tema del progetto è la poliedricità e la tenacia dell’animo femminile. Il modello di donna che interpreta la Trappa, è colei che si caratterizza per versatilità ma anche per una certa caparbietà nel condurre il proprio progetto esistenziale e nel vivere le proprie passioni .
La descrizione poetica dell’artista di questo modello femminile passa attraverso epoche remote e storie più o meno realmente accadute e mitologie.
Il primo personaggio femminile trattato dall’artista è Ipazia, filosofa, matematica e astronoma, vissuta nel 400 d.C., nota anche per essere l’unica donna eletta a capo della Scuola di Alessandria.
La fama del suo intelletto la rese un punto di riferimento e la portò ad avere un notevole peso politico nel mezzo della guerra civile tra cristiani, ebrei e pagani scoppiata nel mondo ellenico nella prima metà del 400. Morì nel Marzo del 415, vittima del brutale attacco di un gruppo di cristiani che la assalirono durante un’assemblea, dilaniandone il corpo con cocci appuntiti. La figura di Ipazia viene qui ripresa come martire della libertà di pensiero, costruendo un’iconografia che si muove trasversalmente tra l’immaginario ellenico a cui apparteneva e quello cristiano di cui è stata vittima. Alla figura storica di Ipazia, l’artista dedica un polittico in ceramica a muro con elementi sparsi a terra. L’installazione attraverso il frammento racconta le molteplicità del pensiero di Ipazia: i cocci che ne hanno scalfito il corpo diventano essi stessi parte di quel corpo, mentre la ceramica, materiale tenace e al contempo delicato, diviene metafora della sua fragilità in quanto donna in un mondo di uomini.
Come raffigurazione e metafora della molteplicità del femminile, ma anche della capacità di rigenerarsi e mutare tipica della donna, troviamo la serie di piccole e preziose sculture dedicata alle Pleiadi; le 7 sorelle parte della costellazione del Toro, furono tra i primi astri ad essere individuati e rappresentati dall’uomo e ritornano nella mitologia di diverse culture.
Esse sorgono in primavera e tramontano con l’inizio dell’inverno e nell’antichità il loro ciclo dettava i tempi dell’agricoltura e fungeva da guida ai naviganti. Per i greci erano ninfe glie di Atlante, che per le loro vicissitudini furono mutate in stelle da Zeus.
Questa trasformazione, detta catasterismo rientra nella narrazione delle Metamorfosi, ma è da considerarsi in antitesi a quella animalesca narrata da Ovidio, essa è quanto di più simile alla divinizzazione sia concesso alla materia terrena. La rappresentazione del femminile continua ad essere indagata attraverso un’astrazione dei corpi che si stagliano come un’erma nella fissità e nella concretezza del cemento, in contrasto con l’evanescenza dei volti modellati in argilla semirefrattaria, la cui grana è lasciata a nudo a tratti o enfatizzata da uno smalto ceramico nero cangiante con una resa simile alla grafite.
In esposizione anche una piccola e delicata scultura in cartapesta all’interno di una teca in legno e vetro, dedicata alla figura della naturalista del 1.700 Maria Sybilla Merian, considerata una dei fondatori dell’entomologia moderna, fu una grande viaggiatrice che dedicò particolare attenzione ai bruchi ed alle farfalle proprio per la loro natura metamorfica.
A completare la mostra, un’ opera su carta dedicata al mito di Medusa ed intitolata Il suicidio di Medusa, raffigurante la Gorgone che si guarda in uno specchio e paradossalmente in questa maniera dà luogo alla sua fine “auto pietrificandosi” ( il mito narra che chi guardava Medusa e la sua chioma di serpenti, rimanesse pietrificato).
E forse proprio questa opera rappresenta la chiave di lettura dell’intera mostra.
La denuncia verso una società che continua in maniera più o meno esplicita a intralciare l’empowerment femminile attraverso una “mostrificazione” delle potenzialità e delle capacità della donna. Il mito di Medusa, che da dea affascinante e seduttiva seppur l’unica mortale delle Gorgoni, diventa vittima di violenza e infine viene trasformata in mostro, ben rappresenta la donna forte, ma per questo demonizzata, divenuta vittima di sopprusi ed infine punita dal patriarcato.
Una mostra delicata e forte nel contempo, interessante anche per la declinazione e l’utilizzo dei differenti materiali.
BIOGRAFIA
Silvia Trappa è nata nel 1986. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Carrara, continua la sua formazione in Giappone presso la Tokyo Zokei University. Nel 2008 vince il Premio Internazionale Edgardo Mannucci e comincia la sua attività espositiva partecipando a diverse collettive in Italia e all’estero. Nel 2011 viene selezionata per il Padiglione Italia Regione Lombardia della 54esima Biennale di Venezia – Palazzo Te a Mantova. Nel 2013 partecipa a ZooArt a Cuneo e torna in Giappone ospite dell’Ichiuroko Art Residence di Tamashima, dove tornerà anche l’anno successivo per un programma di residenza supportato dalla Fukutake Education and Culture Foundation. Nello stesso anno presenta la personale Daily Dreams alla Atelier-Mura Gallery di Tokyo. Il 2015 la vede protagonista del numero 10 di Or Not rivista monografica di anomalie contemporanee, edizioni Arsprima, che viene presentato a Milano con l’inedita serie LeSante in cui l’artista indaga l’evoluzione della figura femminile nella storia. Nello stesso anno continua la collaborazione con Cristina Gilda Artese che cura la personale Con il naso all’insù alla Dark Room Silmar Gallery di Carpi. Aspetto fondamentale del suo lavoro è l’uso di diversi materiali: questa ricerca nel 2016, la porta di nuovo in Giappone per approfondire la tecnica della cartapesta ospite di AIRY-Art in Residence Yamanashi. Nel 2018 inizia la collaborazione con DAM The Direct Art Modern di Miami (USA), partecipa ad AFF – Affordable Art Fair di Milano e di Singapore. Nel 2019 in Gilda Contemporary Art la personale Alma e la collettiva La stella a 8 punte; sempre nello stesso anno la residenza El Gallo Estudio de Arte, Puebla Mexico, nel 2020 The Body Politique curated by The Camp Gallery USA, nel 2021 INSIDE Bunkervik Brescia. Attratta dal possibile ruolo sociale dell’arte cura e organizza laboratori di Arteterapia per disabili e workshop didattici per l’infanzia incentrati sul riciclo e sullo sviluppo della manualità. Dal 2021 è dicente di illustrazione presso la LABA di Brescia.