Etica, tecnica e pathos. Marco Strappato in mostra a Roma
Linee scure marcano le tele bianche. I grigi e i neri si accordano in morbide sfumature. Ecco come si presentano i nuovi paesaggi di Marco Strappato negli spazi di The Gallery Apart a Roma
Partiamo dal titolo della mostra: Etica, Tecnica e Pathos. Con questa sequenza l’artista Marco Strappato (Porto San Giorgio, 1982) rende omaggio a un album del gruppo musicale CCCP – Fedeli alla linea, intitolato Epica Etica Etnica Pathos. A differenza dell’originale, Strappato sostituisce e cambia la sequenza delle parole per adattare il messaggio alla sua specifica visione: l’etica inestricabilmente legata al paesaggio e alla sua cura; l’approccio tecnico dell’artista rispetto alla ricerca e, infine, l’emozione suscitata davanti a queste “finestre aperte”. Un compendio di concetti e attitudini che si condensano nelle diverse sfaccettature del paesaggio.
I PAESAGGI DI MARCO STRAPPATO DA THE GALLERY APART
Tele, fotoincisioni e schizzi veloci formano un percorso selvatico nel quale il pubblico entra, ma senza avere punti di riferimento. Si perde tra le linee nette che delineano accenni di rocce e piante, confondendo la lontana linea dell’orizzonte con il vasto mare. Si insinua tra le sfumature delle fotoincisioni che giocano con le scale dei grigi. Toni più intensi altri più morbidi modificano i convenzionali sfondi per smartphone, diventando immagini tanto ambigue quanto evocative. Misteriose tracce che oscillano tra il vero e il non vero, tra luoghi mentali ed echi di paesaggi reali, gli stessi che si stagliano con tratti veloci e distratti su documenti inutilizzati di entrata di opere d’arte nelle gallerie.
Valentina Muzi
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