Il libro dedicato alla lettera che ha dato il via alla tutela del patrimonio culturale
La celeberrima Lettera a Leone X (1519-1520), scritta forse a quattro mani da Baldassarre Castiglione e Raffaello, è all'origine del concetto di patrimonio culturale e della sua tutela. Ora Salvatore Settis e Giulia Ammannati ne offrono una nuova lettura, insieme al testo filologicamente curato. Qui di seguito uno stralcio del saggio dello stesso Settis
La celebre Lettera a Leone X (di Raffaello? di Baldassarre Castiglione? di entrambi?) è fra i testi più citati del primo Cinquecento e ha quasi assunto uno statuto iconico, assicurato in primo luogo dalla statura dei personaggi che vi sono coinvolti. Ma alla sua fama contribuisce altrettanto la vibrante passione per l’antico che la pervade, sapientemente argomentata per convincere il Papa della necessità di preservare i resti della Roma imperiale da ulteriori distruzioni e di assicurarne la conoscenza e lo studio. Il linguaggio di questa perorazione, che dall’invettiva contro i distruttori delle antichità passa a minute istruzioni sul rilievo architettonico dei monumenti in rovina, è calibrato anzi con tanta cura, che questo è stato spesso indicato come il testo fondativo dell’idea stessa di tutela dei monumenti; e l’importanza della Lettera è accresciuta dal fatto che quest’idea avrebbe avuto grande sviluppo nella legislazione (soprattutto pontificia) dei secoli successivi, fino a trovare nell’articolo 9 della Costituzione italiana il suo punto di più intensa e consapevole maturazione. Raffaello ‘primo soprintendente alle antichità di Roma’ è così diventato una sorta di topos quasi obbligato: un’idea, questa, davvero molto attraente, ma tutt’altro che scontata.
Eppure, citando la Lettera si tace spesso un dato indubitabile, ma essenziale per giudicarne il tono, lo scopo e l’importanza: essa non fu mai portata a termine (il titolo con cui la citiamo è convenzionale), e non c’è nessuna ragione di credere che Leone X l’abbia mai letta o ricevuta. Il testo rimase incompiuto a causa della morte precoce di Raffaello, e i suoi quattro testimoni superstiti (una stampa e tre manoscritti, uno dei quali ricchissimo di varianti interne) rappresentano approssimazioni successive, e talora discordanti, verso una forma finale a cui non si arrivò mai. […] Ho invece proposto di fare il massimo sforzo per ricostruire, sulla base dei manoscritti e dell’evidenza interna offerta dal testo stesso, il gioco delle parti fra Baldassarre Castiglione e Raffaello e le modalità del loro dialogo intorno al testo nelle fasi della sua non-finita composizione. Altro e non minore intento di queste pagine è offrire gli elementi per intendere quale possa esser stato il contributo della Lettera al costituirsi dell’idea di tutela del patrimonio storico e artistico nella tradizione culturale e giuridica dell’Italia, prima e dopo la sua unificazione politica.
Salvatore Settis
Salvatore Settis & Giulia Ammannati – Raffaello tra gli sterpi. Le rovine di Roma e le origini della tutela
Skira, Milano 2022
Pagg. 296, € 28
ISBN 9788857247380
https://www.skira.net/
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