Ad Ascoli Piceno dieci giovani artisti riflettono sul tema della casa
“Home is the place to be” è il titolo della mostra all'aperto inaugurata ad Ascoli Piceno che riflette sul tema della casa e dell'abitare, pensata in collaborazione con ERAP – Ente Regionale per l'abitazione Pubblica delle Marche
Nei lunghi mesi di lockdown, e in relazione ai cambiamenti causati dalla pandemia, moltissimi di noi si sono trovati a riconfigurare gli ambienti domestici preparandoli alla nuova routine e allo stile di vita sempre più “da remoto”, trasformando la propria abitazione in un posto più accogliente e adatto a molteplici attività. Il tema della casa, di conseguenza, ha assunto una valenza più che mai cruciale, stimolando profonde riflessioni sul senso dell’abitare e sul valore dei modelli abitativi “post pandemia”. Prende le mosse da queste premesse la mostra outdoor recentemente inaugurata ad Ascoli Piceno: una rassegna pensata come capitolo conclusivo del bando indetto dall’associazione culturale Defloyd.
DAL BANDO ALLA MOSTRA “HOME IS THE PLACE TO BE”
Lanciato la scorsa primavera, il concorso si rivolgeva a illustratori, fotografi e graphic designer, invitati a elaborare un poster ispirato al concetto di abitazione; una call pubblica che guardava al presente e certamente agli sviluppi causati dalla pandemia, ma che altresì volgeva la sua attenzione al passato, rievocando lo storico Piano INA-Casa, l’intervento nazionale di edilizia popolare che tra il 1949 e il 1963 vide il coinvolgimento di alcuni degli artisti più importanti del secondo dopoguerra (da Alberto Burri a Pietro De Laurentiis a Piero Dorazio).
IL PIANO INA-CASA
“Il piano era pensato come piano nazionale di edilizia residenziale pubblica, concepito per far fronte alla povertà socio-abitativa e per dare spazio a una nuova sensibilità sociale e psicologica di analisi degli spazi edificati e da edificare, in risposta ai bisogni di qualità urbana e sociale degli anni della ricostruzione”, spiegano gli organizzatori della mostra. “In quella circostanza, alcuni dei principali artisti italiani furono invitati a intervenire con le loro opere, ideando e realizzando delle piccole formelle in ceramica da apporre sulle mura esterne degli edifici. Tale iniziativa non consisteva soltanto in un’operazione estetica che mirava ad abbellire i nuovi complessi residenziali tramite un ornamento esteriore, ma si proponeva come una vera e propria azione di politica culturale, volta a ricordare la centralità dell’arte nella vita quotidiana. Guardando a quell’esperienza significativa e ispiratrice, la call e l’esposizione hanno inteso ribadire il connubio necessario e vitale, ma anche antico e quasi atavico, tra edilizia e arte”.
LA MOSTRA “HOME IS THE PLACE TO BE”. GLI ARTISTI VINCITORI DEL BANDO
Sono dieci le opere di arte grafica selezionate tra quelle pervenute, e incluse all’interno della mostra Home is the place to be. Ognuna di esse osserva la casa, intesa come focolare domestico, come rifugio e protezione, come dimensione intima e allo stesso tempo centro della comunità. Si passa dalla tavola onirica di Marco Leoni (la sua opera è un’immagine fortemente evocativa, nella quale la riflessione sullo spazio domestico diventa riflessione sullo spazio collettivo) a quella in stile “cubista” della livornese Costanza Rosi, dalla fotografia postprodotta di Luca Boffi (meglio noto come Alberonero) al disegno di Andrea Tarli (la sua Casa Spira Mirabilis rappresenta un progetto di casa ideale ispirata alla sezione aurea e alla serie di Fibonacci). Le opere dei dieci vincitori – a quelli menzionati si aggiungono Francesca Mariani, Dafne y Selene, Enrica Pizzicori, Celina Moscuzza, Davide D’Angelo (Urka) e Giulia Canala – saranno esposte fino al prossimo 12 gennaio negli spazi all’aperto del loggiato del Chiostro maggiore di San Francesco.
Alex Urso
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