Il Museo Nazionale Romano e il mega programma di restauro delle sedi. 100 milioni stanziati
Nei prossimi quattro anni, le quattro sedi del polo museale a Roma saranno oggetto di un cantiere di rinnovamento imponente, possibile grazie ai fondi del PNRR. Dall’apertura di nuovi spazi storici alle Terme di Diocleziano e Palazzo Altemps alla creazione di un “isolato” della cultura alla Crypta Balbi
Sarà il 2023 l’anno per iniziare verificare sul campo l’importanza strategica dei fondi destinati alla cultura dal PNRR. Tra i 14 “grandi attrattori culturali” scelti dal MiC per beneficiare di investimenti funzionali al rilancio della cultura e del turismo in Italia, c’è il Museo Nazionale Romano (insieme al Parco Archeologico dell’Appia Antica), che ha ottenuto una stanziamento di 71 milioni di euro. Dunque si annuncia ai blocchi di partenza una ambiziosa operazione di restauro che coinvolgerà le quattro sedi romane del museo (Terme di Diocleziano, Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi), anche grazie alla disponibilità di finanziamenti pregressi, che permetteranno al cantiere di usufruire di 100 milioni di euro complessivi. Urbs, dalla città alla campagna romana, com’è stato ribattezzato il progetto, permetterà di articolare un programma di lavori sviluppato in più anni, con l’obiettivo di mettere in sicurezza ed efficientare gli impianti museali esistenti e al contempo aprire nuovi spazi espositivi, fondamentali per l’ampliamento del percorso museale. Si pensa, nel caso specifico, alla necessità di valorizzare le sconfinate collezioni del Museo Nazionale Romano restituendo al pubblico opere conservate nei depositi per mancanza di spazi adeguati; ma anche all’opportunità di riorganizzare le quattro sedi per presentare una visione innovativa dell’archeologia e garantire la completa accessibilità al pubblico (in linea con l’articolata definizione di museo fornita dall’ICOM l’estate scorsa). Nei prossimi quattro anni, ciascuna delle quattro sedi sarà oggetto di restauro e riallestimento, con parziali chiusure che saranno compensate da mostre temporanee, sempre volte a esibire reperti della collezione mai visti prima.
LE “NUOVE” TERME DI DIOCLEZIANO
Un’operazione non più procrastinabile – per esigenze di tutela, riqualificazione e valorizzazione, non solo della collezione, ma anche degli edifici storici che la ospitano – che per di più diventerà beneficio per la città e per il sistema museale urbano (e nazionale), grazie all’ambizione del cantiere. Il progetto, seppur concepito come unitario, riguarderà in modo diverso le quattro sedi. Alla Terme di Diocleziano si procederà innanzitutto con il rifacimento dell’impiantistica, verifiche statiche e controlli antisismici, per poi ampliare la superficie espositiva, che ritroverà anche i piani superiori delle quattro ali del Chiostro di Michelangelo e quelle del chiostro piccolo della Certosa, adibite a raccontare la storia del Latium Vetus (Lazio antico), dalle origini fino all’epoca di Diocleziano. Ma il riallestimento della sede sarà globale (e potrà contare anche sul restauro di importanti reperti), nell’ottica di valorizzare al meglio la storia di Roma, dalle origini all’epoca imperiale, con focus sulla “città dei morti” e sul complesso delle Terme di Diocleziano. Le Grandi Aule avranno il compito di riassumere l’identità del museo, con un allestimento introduttivo di immediata comprensione, pensato per chi ha poco tempo per la visita.
GLI INTERVENTI A PALAZZO MASSIMO E PALAZZO ALTEMPS
Nel vicino Palazzo Massimo si provvederà a coprire il cortile interno, per farne un nuovo spazio espositivo permanente, che vedrà la rievocazione di un santuario di età imperiale attraverso l’esposizione di pezzi in arrivo dai depositi. Del resto, l’intero percorso di Palazzo Massimo si concentra sull’età imperiale e sui fasti dell’antica Roma, e il nuovo allestimento (che segue la recente apertura di nuovi spazi, come il ristorante Livia) non farà che confermare questa vocazione. In questo contesto, acquisirà maggiore importanza il ricco Medagliere del museo – il più vasto e antico che si conservi – per la prima volta valorizzato in tutte le sedi del Museo Nazionale Romano.
A Palazzo Altemps i lavori di restauro sono già stati avviati, per recuperare il secondo cortile, la sala del Gioiello e il suo portico realizzato agli inizi del Cinquecento. Ma l’intervento riguarda anche il restauro della più antica altana di Roma, elemento distintivo del palazzo, il ripristino del teatro – l’unico conservato in un palazzo privato romano – e la fruizione della Chiesa (ospiterà concerti ed eventi culturali), dove Gabriele D’Annunzio sposò Maria Hardouin di Gallese. Per quel che riguarda il percorso espositivo, si accentuerà il focus sul collezionismo della sede, già adibita all’esposizione della collezione Boncompagni Ludovisi, con sezioni dedicate all’interpretazione dell’antichità in epoca rinascimentale e moderna.
LA RINASCITA DI CRYPTA BALBI. DAL DEGRADO A POLO CULTURALE
L’intervento forse più ambizioso riguarderà la Crypta Balbi, che illustra la trasformazione di Roma tra la tarda Antichità e il Medioevo. Attualmente, causa degrado e pericolosità di molti spazi, il 90% della superficie dell’isolato di competenza del Museo Nazionale Romano, con ingresso da via delle Botteghe Oscure, non è accessibile. L’intenzione è quella di ripristinare l’intera area comprendente il convento cinquecentesco voluto da Ignazio di Loyola e gli edifici circostanti, testimonianza della straordinaria stratigrafia della città, dal Trecento al XX secolo. Saranno stanziati allo scopo 71 dei 100 milioni a disposizione, procedendo attraverso restauri filologici che consentiranno di rivelare un volto (più volti) nascosti dell’urbanistica romana. Ma data la complessità dell’operazione, il museo di Crypta Balbi sarà chiuso al pubblico, a partire dal mese di gennaio, per tutto il 2023. Alla riapertura il percorso risulterà notevolmente ampliato, organizzato in tre grandi sezioni: su via delle Botteghe Oscure sarà presentata Roma con le sue trasformazioni dall’epoca di Costantino fino al Medioevo; la seconda sezione si raggiungerà dalle gallerie sotterranee del complesso monastico, riguardando il quartiere antico della Crypta Balbi, con la visita dei resti archeologici intorno all’esedra, al mitreo e al quartiere abitativo; la terza sezione, su via dei Delfini, verso il Ghetto, si concentrerà sulla storia moderna e contemporanea di Roma, da Ignazio di Loyola fino ad Aldo Moro (il cui corpo esanime fu scoperto nella vicina via Caetani il 9 maggio del ’78). L’intero isolato beneficerà di un rinnovamento urbanistico nel senso più ampio del termine, dal momento che parte degli spazi ripristinati sarà liberamente fruibile da cittadini e turisti. Crypta Balbi diventerà così un polo votato all’artigianato, alla ristorazione, allo studio e alla ricerca, con un centro d’archivio e di produzioni digitali, una foresteria per studenti, studiosi e artisti e un centro per gli eventi e per le mostre temporanee.
Livia Montagnoli
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