Vittorio Sgarbi a ruota libera su Uffizi, Museo del 900, San Siro e molto altro

In una intervista di inizio anno al Corriere della Sera il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, forte delle nuove deleghe che gli affidano la responsabilità sui musei, articola il suo ‘programma’

Prima le dichiarazioni in libertà frutto del comprensibile entusiasmo del momento (andar male alle elezioni, ma ciononostante essere premiati con un ruolo di riguardo al Governo), poi le prime interviste, poi ancora prese di posizione sempre più articolate. Nell’ultima sortita c’è una summa di tutto questo, con passaggi che consideriamo allarmanti e che auspichiamo non si trasformino mai in atti di governo.

L’ultimissima intervista – firmata Roberta Scorranese sul Corriere della Sera del 2 gennaio – ci fa iniziare l’anno con un po’ di apprensione. E con una domanda: ciò che esterna Sgarbi sono le idee di Sgarbi o sono le idee del Ministero? O di più, del Governo?
Nell’intervista il Sottosegretario ne ha per tutti, ma sempre con la volontà di fondo di interrompere, bloccare, fermare, vincolare, modificare quanto già deciso da anni. Si parla ad esempio di San Siro, con l’afflato populista (“tre quarti di Milano non lo vuole abbattere”) di salvare uno stadio che di questo passo rischia di rimanere solo un fardello ingestibile per il Comune di Milano a forte rischio di abbandono. La nuova strategia è parlare del Meazza come un monumento che non è stato toccato da più di 70 anni: la scadenza scatterebbe nel 2024 e a quel punto calerebbe la mannaia del vincolo. Automatica. Forse Sgarbi è conscio che l’unico vincolo possibile per l’edificio è quello del tempo, ovvero quello (peraltro assai discutibile) che tutela gli edifici più anziani di 70 anni, e nessun altro tipo di vincolo sarebbe verosimilmente applicabile. Peccato che San Siro venne completamente ripensato in occasione dei Mondiali di Calcio del 1990, altro che settant’anni…

Lo stadio Giuseppe Meazza. Photo Orledio

Lo stadio Giuseppe Meazza. Photo Orledio

VITTORIO SGARBI SUI MUSEI DI MILANO

Ma non si parla solo di stadi. Ce n’è, eccome, anche per i musei. A partire sempre da Milano dove secondo Sgarbi l’attesissima passerella che unirà i due arengari di Piazza Duomo per creare finalmente un grande, iconico, riconosciuto Museo del ‘900 “sicuramente non si farà”. Lo spauracchio agitato come una scimitarra è il nuovo Soprintendente, che verrà nominato a metà gennaio. “Alcune cose non le posso fare direttamente, ma posso essere politicamente influente sul soprintendente” confessa candidamente Sgarbi nell’intervista. L’auspicio è che il soprintendente sia un funzionario tutto d’un pezzo e respinga istanze puramente ideologiche che rappresenterebbero un danno clamoroso per Milano. “Si potrebbe fare un passaggio ipogeo tra i due arengari” fantastica Sgarbi forse non informato che un concorso d’architettura si è già svolto con tanto di vincitore. Superficialità, come quella sull’ex area Expo2015 di Rho dove, secondo Sgarbi, sarebbe perfetto “un museo d’arte contemporanea negli ex spazi del Padiglione Zero”. Sgarbi ha ragione quando si dice sorpreso del fatto che a Milano non vi sia un museo d’arte contemporanea, ma tra i mille luoghi dove potrebbe ipotizzarlo lo colloca proprio in un’area privata, già dotata di un masterplan di sviluppo con contenuti definiti, investimenti impostati e inquilini in attesa che vengano loro consegnati i nuovi uffici in costruzione: semplicemente fumo negli occhi per chi legge. Al di là del folklore pre-Epifania, forse Sgarbi non è convinto di quanto sia dannoso parlare a casaccio di faccende dannatamente serie… Ma poi in una città che si ferma, dove tutto viene imbalsamato e dove i vincoli monumentali vengono usati come vessilli politico-ideologici, a cosa serve un museo d’arte contemporanea che potrebbe avere il ruolo di aprire le menti ai cittadini?

Il Museo del Novecento di Milano nel progetto vincitore del Concorso Internazionale di Progettazione Novecentopiùcento Credits LEVEL Creative Studio

Il Museo del Novecento di Milano nel progetto vincitore del Concorso Internazionale di Progettazione Novecentopiùcento Credits LEVEL Creative Studio

SGARBI SUGLI UFFIZI E GLI ALTRI MUSEI

E neppure la recentissima morte di Arata Isozaki impedisce mancanze di rispetto quando si parla degli Uffizi e della famigerata Loggia per la quale l’architetto giapponese aveva vinto un concorso 25 anni fa. Poco importa, Sgarbi ci aggiorna di aver sentito – ovviamente senza concorso – un architetto (Paolo Genta) per realizzare al posto del mastodontico ingresso di Isozaki un pergolato. Un pergolato…
Altri progetti? L’annosa questione della Collezione di Marmi Torlonia a Roma, che dovrebbe finire a Palazzo Rivaldi (anche se l’intervistatrice trascrive Vivaldi) o Palazzo degli Esami. Un museo dell’arte orientale al Castello di Sammezzano, l’acquisto da parte dello stato della dimora di Giuseppe Verdi, un museo del novecento siciliano a Noto “dietro la cattedrale” e un museo del realismo a Sulmona.
E nonostante ci troviamo in un periodo in cui il nostro paese sta cercando con sacrificio di riconquistare un’indipendenza energetica puntando sulle rinnovabili, non poteva mancare una chiusura contro le fonti pulite di energia. Sgarbi infatti snocciola la lista dei territori dai quali pale eoliche e campi fotovoltaici dovrebbero essere banditi per legge. Del resto quando ci si nasconde dietro un’astratta “tutela della bellezza” (così il titolo dell’intervista) si può affermare tutto e il contrario di tutto.

Massimiliano Tonelli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

Scopri di più