A Bologna c’è una mostra incentrata sui disaccordi
La galleria Labs Contemporary Art espone le opere dei nove artisti riuniti nel collettivo SenzaBagno. Per parlare di affinità e divergenze
La galleria Labs Contemporary Art ha aperto lo scorso dicembre la mostra Fino a tardi, incentrata sui nove artisti che compongono il collettivo SenzaBagno. Per la prima volta, opere di tutti i membri sono esposte in un ambiente unico, andando così a evidenziare sia le affinità che le divergenze.
LE OPERE DEL COLLETTIVO SENZABAGNO
Nella mostra si possono notare i differenti approcci che gli artisti impiegano nello sviluppare la propria ricerca: dalle fotografie dei particolari di mani di Lucia Cantò ai lavori di Lorenzo Kamerlengo, dove il calcestruzzo viene usato come un foglio da disegno, fino alle scritte site-specific di Francesco Alberico.
Simone Camerlengo e Gianluca Ragni utilizzano entrambi il medium della pittura, indagandolo però in modo differente, mentre il lavoro di Matteo Fato, pur non sfruttando la pittura, si rifà a quell’immaginario: la mazza incrostata di colore ritorna nella stampa collocata al suo fianco e in questo modo l’artista parla della pittura senza nemmeno citarla.
Letizia Scarpello gioca con la compenetrazione tra i diversi media, Eliano Serafini espone una mandibola di cervo che, per via della sua forma, mette in connessione il naturale con l’artificiale; infine, Gioele Pomante indaga il rapporto che intercorre tra l’uomo, lo spazio e il tempo, portando in mostra cartoline paradossali sul pianeta Terra.
LA CURA DELLA MOSTRA DA LABS A BOLOGNA
L’attitudine dei SenzaBagno al lavoro artistico inteso come singolo piuttosto che corale è valorizzata dalla scelta del curatore Saverio Verini di voler far trasparire i disaccordi che ci possono essere nelle dinamiche di un collettivo.
Chiara Battaglino
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