In Umbria si inaugura un nuovo grande polo culturale a Trevi
La nuova struttura, erede del vecchio museo civico, ne accorpa le tre diverse anime: la biblioteca, l'archivio, e le raccolte archeologiche, artistiche e antropologiche. Con un occhio anche all'ambiente
All’interno del complesso dell’antico convento di san Francesco di Trevi, restaurato e finalmente accessibile nella sua interezza, apre un grande polo culturale. Un centro che, erede del vecchio museo civico, ne accorpa le tre diverse anime: la biblioteca, l’archivio, e le raccolte archeologiche, artistiche e antropologiche – andando così ad accrescere l’offerta culturale della città, che include la collezione contemporanea dell’erede del Flash Art Museum, Palazzo Lucarini Contemporary. Nasce così “uno strumento con grandi potenzialità”, per dirla con le parole del sindaco della città nell’entroterra perugino, Bernardino Sperandio, che ha aggiunto come questa struttura voglia essere “una fucina di idee e progetti per la crescita umana e culturale dei cittadini trevani”.
IL NUOVO POLO CULTURALE DI TREVI
Il percorso espositivo apre con la sezione archeologica, con un focus sui recenti scavi di Pietrarossa, e prosegue nelle sale della pinacoteca con l’intera storia artistica di Trevi dal XIII al XX secolo. Compaiono qui capolavori del maestro del crocifisso di Trevi e del maestro di Fossa, un trittico e un polittico di Giovanni di Corraduccio, l’Incoronazione della Vergine di Giovanni di Pietro, detto lo Spagna, e una Madonna col bambino benedicente del Pinturicchio. La raccolta, che spazia dalla pittura medievale e rinascimentale fino ai più alti esiti del Seicento con Alessandro Turchi detto l’Orbetto e Ottavio Leoni, tocca infine la contemporaneità con le opere appena acquisite (in comodato gratuito) del pittore post-macchiaiolo umbro Giovanni Chiaramonti (Todi, 1861 – Viareggio, 1942).
La struttura museale, che include una sala multimediale per conferenze e proiezioni, ospita oltre alle collezioni artistiche e archivistiche anche un grande “patrimonio di conoscenze” mutuate dall’archivio storico e dalla biblioteca, diventando, unico nel panorama museale italiano, Mab, ossia Museo Archivio e Biblioteca. Questo include un grande coacervo di luoghi di studio e ricerca, quali la biblioteca Carlo Zenobi, la biblioteca dei ragazzi Lucia Genga, la biblioteca Alberto Donati, la biblioteca Arusia, l’Archivio storico comunale, la biblioteca archivio Augusto Bartolini, le sedi delle associazioni culturali, il Museo della civiltà dell’ulivo (primo museo pubblico d’Europa del suo genere) e la Raccolta museale di san Francesco, nonché una sezione dedicata alla prima società tipografica documentata al mondo (nata a Trevi nel 1470). Questo “luogo di meraviglia”, ha aggiunto Sperandio, “crea idee nell’ambito di un preciso progetto culturale destinato ad accogliere i cittadini desiderosi di conoscere e confrontarsi sui vari temi del momento. Il Polo museale, nato dall’istituzione del museo civico 155 anni fa, deve essere un’istituzione che elabora e diffonde cultura, dando valore ai professionisti che vi operano”.
L’ANIMA NATURALE DI TREVI. IL COMMENTO DI VITTORIO SGARBI
Oltre vent’anni anni dopo aver partecipato all’apertura al pubblico della raccolta d’arte ora confluita nel polo, anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione. La sua attenzione è stata catalizzata sì dalla grande offerta culturale, ma soprattutto da “l’integrità del paesaggio olivato. Qui c’è un paradiso nella coscienza degli amministratori e nella beatitudine di chi viene a vedere un paesaggio integro e francescano. Da tempo c’è questa passione a Trevi. La passione di chi in un museo può affiancare Pinturicchio a Orbetto determina l’importanza di un museo che, senza finanziamenti particolari, è stato allargato alla parte paesistica, che è importante, e alla parte archeologica. La natura e l’arte vivono insieme”.
Giulia Giaume
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