Demolito il teatro storico del Maggio Fiorentino. Al suo posto appartamenti di lusso
Il progetto di riqualificazione dell’ex Teatro del Maggio Fiorentino, affidato a Vittorio Grassi Architects, porterà alla realizzazione di oltre 150 unità residenziali, gestite da Starhotels. Ma nell’area nascerà anche una nuova piazza in centro città
Con l’inizio del nuovo anno, a Firenze è partito il cantiere di riqualificazione dell’ex Teatro Comunale (già Politeama fiorentino), storico edificio inaugurato in Corso Italia – non distante dal Parco delle Cascine – nel 1862. A lungo la struttura, danneggiata a più riprese da incendi e coinvolta nei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ha ospitato il Maggio Musicale Fiorentino, che alla fine del 2011 ha finalmente traslocato nel nuovo spazio progettato dallo studio romano ABDR Architetti Associati accanto alla Stazione Leopolda, complesso all’avanguardia cresciuto per tappe successive, fino all’inaugurazione – nel dicembre 2021 – del nuovo auditorium intitolato al direttore d’orchestra Zubin Mehta, proprio pochi mesi dopo la demolizione dell’ex Teatro Comunale. Dove per oltre un secolo si sono esibiti artisti e musicisti oggi c’è una gigantesca spianata: tutto è stato raso al suolo salvo la facciata. Qui, infatti, sorgerà entro il 2024 il polo ricettivo Teatro Luxury Apartments, complesso da oltre 150 appartamenti di lusso gestiti dal gruppo alberghiero Starhotels, che li affitterà a breve e medio termine.
FIRENZE E IL PIANO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA
Il progetto di riqualificazione del lotto, affidato allo studio Vittorio Grassi Architects, dev’essere letto alla luce dei recenti interventi di rigenerazione del patrimonio immobiliare della città, che hanno prodotto (e continueranno a produrre nei prossimi anni, in primis con la realizzazione dell’Urban Center all’Ex Ciminiera Fiat di Novoli) significativi risultati. Basti pensare alla rinascita della Manifattura Tabacchi, nell’area di 100mila metri quadrati caratterizzata da uno dei complessi più emblematici dell’architettura razionalista italiana (Bartoli e Nervi lo progettarono negli Anni Trenta), che dal 2019 è stata restituita alla città come polo di aggregazione destinato alla produzione artistica e alle attività culturali. Ma anche al grande lavoro ambientale firmato da Alfredo Pirri proprio nell’area del nuovo Teatro dell’Opera, dove il gioco di parallelepipedi metallici, specchi e vetri di Prospettive con orizzonti è stato svelato al pubblico all’inizio di quest’anno. Del resto, l’area intorno al Parco della Cascine è fulcro di un progetto di riqualificazione ambizioso e articolato, che presto vedrà l’avvio del cantiere di recupero delle ex Officine Grandi Riparazioni di Firenze (sul modello delle OGR torinesi), per farne un polo creativo direttamente collegato al Parco della Musica del Nuovo Teatro dell’Opera e capace di esercitare un impatto positivo sull’intero quartiere di Porta al Prato.
TEATRO LUXURY APARTMENTS. DA TEATRO AD APPARTAMENTI DI LUSSO
Non troppo distante, anche la riqualificazione in chiave contemporanea del lotto dell’ex Teatro Comunale, con la realizzazione di tre nuovi edifici integrati “a prevalente destinazione residenziale, organizzati attorno a un significativo spazio di uso pubblico”, come si legge sul sito del Comune di Firenze, si prefigge analoghi obiettivi di rilancio dello spazio urbano. Con il progetto Teatro Luxury Apartments, Starhotels debutta nel management extralberghiero in alleanza con Hines, player globale attivo nel settore del real estate, e Blue Noble. Al gruppo, che assegnerà l’asset al brand Starhotels Collezione, saranno affidati tre dei sette immobili del complesso che nascerà in Corso Italia, dove sono previsti, oltre a una nuova piazza pubblica per la città, anche un centro benessere, zone per il coworking e un ristorante (l’idea non è dissimile a quella che ha portato Ferragamo alla realizzazione di Portrait nell’ex Seminario Arcivescovile di Milano). Mentre gli ospiti degli appartamenti potranno usufruire di un servizio di conciergerie, di un parcheggio interrato e di una terrazza con solarium.
IL CASO DEL CINEMA ODEON
Una genesi meno tormentata del progetto, contestato nei mesi scorsi da una petizione sottoscritta da 48 operatori della cultura della città, che porterà alla riapertura dell’ex Cinema Odeon in collaborazione con l’editrice fiorentina Giunti. Nel Palazzo dello Strozzino, in centro città, lo storico cinema Art Decò fu ricavato su progetto di Alfonso Coppedè e Marcello Piacentini; da luglio 2022 lo spazio è chiuso, ma solo all’inizio di gennaio la giunta di Palazzo Vecchio ha approvato il piano di riqualificazione di Giunti, con l’obbligo però di mantenere l’attività cinematografica su almeno il 60% della superficie complessiva dell’immobile, e senza possibilità di prevedere un ristorante o spazi per la somministrazione. Sarà invece realizzata al piano terra la grande libreria che affiancherà l’attività cinematografica.
Intanto, proprio in queste ore, Palazzo Vecchio rende noto il Piano operativo e strutturale 2023, che – mentre blocca la realizzazione di nuovi alberghi in area centrale – fornisce indicazioni utili per capire dove si concentreranno i prossimi interventi di riqualificazione immobiliare, tra cui la rinascita dell’ex Fabbrica Campolmi all’Isolotto come spazio a destinazione d’uso mista, con abitazioni, uffici, negozi e aree di aggregazione giovanile. È invece partito alla fine dell’anno che si è appena concluso il cantiere per la realizzazione della stazione sotterranea alta velocità Belfiore, su progetto dello studio Foster, nel quadrante in cui procedono i lavori all’ex Inps, destinata a diventare la seconda sede fiorentina dello Student Hotel (ma ora il gruppo ha cambiato nome, in The Social Hub). Senza dimenticare il grande progetto di rigenerazione urbana in atto nella centrale via Palazzuolo, con il recupero del complesso di San Paolino e il piano per la realizzazione di sette residenze per artisti collegate al Museo Novecento. Mentre più controversa, e ancora senza soluzione, è la vicenda sul nuovo ingresso per gli Uffizi progettato da Arata Isozaki: la realizzazione della Loggia per cui l’architetto recentemente scomparso vinse un concorso ormai venticinque anni fa trova ancora molti oppositori, tra cui il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.
Livia Montagnoli
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