30 anni della galleria Monica De Cardenas. Una mostra per festeggiare
30 Years è la grande mostra collettiva che celebra il trentesimo anniversario della galleria milanese che ha scommesso sin dagli esordi sulla fotografia concettuale e sulla pittura figurativa
Monica De Cardenas festeggia con la grande mostra 30 Years il trentesimo compleanno della galleria. Aperta a Milano in via Viganò nel 1993, quando i grattacieli di Piazza Gae Aulenti e il Bosco Verticale erano ancora di là da venire, sin dagli esordi la galleria si è contraddistinta per una netta predilezione per la fotografia concettuale e per la pittura figurativa, con scelte in controtendenza rispetto al gusto dominante.
LA MOSTRA 30 YEARS DELLA GALLERIA MONICA DE CARDENAS
Per celebrare l’importante anniversario la galleria riunisce ora nella mostra collettiva 30 Years, che apre a Milano sabato 14 gennaio (fino all’11 marzo), le opere di più di 30 artisti, tra cui Maurizio Arcangeli, Lupo Borgonovo, Rä di Martino, Peter Doig, Linda Fregni Nagler, Craigie Horsfield, Chantal Joffe, Alex Katz, Claudia Losi, Julian Opie, Gabriel Orozco, Gideon Rubin, Thomas Struth, Federico Tosi e Franco Vimercati, per nominare solo alcuni dei protagonisti del percorso compiuto fin qui.
LA GALLERIA MONICA DE CARDENAS DA MILANO A ZUOZ
Nell’appartamento di Via Viganò (un tempo zona borderline, oggi nel bel mezzo degli scintillanti grattacieli di Porta Nuova), con i suoi spazi intimi e l’affaccio sul giardino interno di un palazzo degli anni ’30, si sono negli anni alternate infatti, con equilibrio, le opere di artisti italiani e internazionali, di autori emergenti e più affermati. E in tempi più recenti, l’idea di uno spazio domestico e intimo in cui fare esperienza dell’arte ha trovato anche una ulteriore espansione nella sede di Zuoz, non lontano da St. Moritz, in una casa del XIV secolo, e in quella di Lugano.
MONICA DE CARDENAS: LE PRIME MOSTRE
La storia della galleria Monica De Cardenas si è aperta nel 1993 con la prima personale italiana di Thomas Struth e opere realizzate appositamente per la mostra nelle strade di Milano e nelle sale dei musei italiani. Tra i protagonisti dell’anno successivo Markus Raetz, mentre è del 1997 la mostra di Alex Katz, ora in mostra al Guggenheim di New York, ma allora pressoché sconosciuto in Europa.
MONICA DE CARDENAS: LA SCOMMESSA SULLA PITTURA FIGURATIVA
È infatti sul finire degli anni ’90 e l’inizio del 2000, in anticipo sui tempi e in assoluta controtendenza, che Monica De Cardenas ha scommesso sulla pittura figurativa non solo con Alex Katz, ma anche poi con Peter Doig, Chantal Joffe e Benjamin Senior. Senza trascurare però né i maestri e le maestre della storia dell’arte italiana, da Carol Rama a Marisa Merz e da Fausto Melotti a Gianni Colombo, né tantomeno le generazioni di artisti più giovani, come Claudia Losi, Gianluca Di Pasquale, Rä di Martino, Linda Fregni Nagler o Federico Tosi. Tra le ultime proposte e le nuove prospettive, invece, Monica De Cardenas punta sulla fotografa tedesca Barbara Probst e sull’artista afroamericana Wangari Mathenge.
Cristina Masturzo
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