Gucci sfila alla Milano Men’s Fashion Week 2023 nel suo hub di Via Mecenate 77: per la prima volta senza Alessandro Michele. La tensione tanta e le aspettative alte. Potremmo definirla una collezione intenta a traghettare il pubblico orfano dell’estetica massimalista di Alessandro verso un nuovo direttore creativo, non ancora svelato. Entrando nel Gucci Hub si percepisce che qualcosa è cambiato. E la nuova collezione ideata dall’ufficio stile, che vede l’improvvisazione come “un atto collaborativo”, lo dimostra. L’arena, dove per anni si sono alternate le teste mozzate di post-human della sfilata autunno – inverno 2018/2019 ai gemelli Twinsburg della collezione primavera – estate 2023 e alle collaborazioni con Balenciaga e Adidas, appare priva di qualsiasi orpello per concedersi ad un palco su cui suonano i Ceramic dogs.
Alessandro Michele annunciava il 23 novembre del 2022 la separazione con la casa di proprietà Kering, generando stupore e rammarico. “Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere…”. Così iniziava il suo messaggio dopo 7 anni di collaborazione. Oggi Gucci volta pagina e mostra un lavoro di parziale reset. Lavoro finalizzato a preparare il marchio ad un prossimo stilista che troverà una collezione molto vicina all’estetica androgina degli anni ‘70 amata dai cool kids della moda fluida. Paillettes, jeans skinny e scultorei capispalla oversize, accompagnati da gonne drappeggiate, si aggiungono agli accessori che riprendono l’heritage della maison. Proprio qui ritroviamo la chiusura a pistone, il morsetto e la croce, tratti distintivi delle borse iconiche rivisitate e delle calzature, come le slipper, i mocassini e il Princetown oversize. Tutto nato dalla fusione dei fashion designer con gli artigiani che hanno reso Gucci ciò che è oggi. Il famoso monogram che riprende l’iniziale diventa crystal e sui toni pastello, valorizzando capi sartoriali prodotti con l’ambizione di farli diventare polifunzionali attraverso elementi removibili e facili da riadattare. L’effetto nostalgia? Non manca grazie alla combinazione di elementi a contrasto derivanti dal guardaroba storico della casa di moda. Foulard di ispirazione vintage decorano borse e pantaloni in denim, e l’abbigliamento sportivo si imbatte nei capi da motociclista dei primi anni Duemila, sempre più presenti nei riferimenti delle nuove generazioni. Tra tutti spiccano i pantaloni in denim “sporchi di carburante” e logati con il marchio realizzato nel 1953 per l’apertura del primo negozio newyorkese. Pochi fronzoli sono presenti nei dettagli decorativi delle tute sportive decostruite, nelle custodie per abiti in canvas spalmato, indossate come borse a tracolla, e nel coloratissimo stivale da motociclista morbido. “Non è quello che sembra” è un rebus che risolviamo quando notiamo attentamente come un classico pantalone jogger viene proposto in pelle leggera e come un caban, che sembra ricoperto di piume, in realtà sia interamente ricamato con paillettes multidimensionali. La sfilata lascia ovviamente una domanda in sospeso: chi sarà il prossimo direttore creativo di Gucci? Pare che lo scopriremo in occasione della Moda Donna 2023, attendendo il sostituto spuntare dalla porta dell’arena.
Alessia Caliendo
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