Arte e moda. La collaborazione fra Pinaree Sanpitak e la Maison Valentino
A Singapore i riflettori sono accesi sull’arte di Pinaree Sanpitak, che “presta” la sua riflessione sul corpo femminile alla Maison Valentino. Dando forma a installazioni e oggetti destinati ad accogliere anche cibo e bevande
In occasione della prima edizione di ART Singapore, Maison Valentino ha dato vita a una collaborazione con l’artista tailandese Pinaree Sanpitak (Bangkok, 1961). Quanto a ubiquità (di mercato) e velocità (nel cogliere e utilizzare spunti creativi), il fashion come noto ha pochi rivali. Altrettanto nota sta poi diventano l’intensità delle incursioni compiute da questa maison in settori come le arti visive o l’editoria. Conclusasi lo scorso il 15 gennaio, ART Singapore si è posta immediatamente come la più grande fiera d’arte del Sud-est asiatico: 160 gallerie provenienti da ogni parte del mondo ma soprattutto dal Sud-est asiatico, con la presenza di un migliaio di artisti. Per l’occasione Maison Valentino ha commissionato a Sanpitak due sculture e un’opera effimera caratterizzate dal motivo Valentino Toile Iconographe.
Pinaree Sanpitak, portrait by Lee Wei Swee
IL CORPO FEMMINILE NELLE OPERE DI PINAREE SANPITAK
Pinaree Sanpitak è considerata tra gli artisti contemporanei di maggior rilievo in questa area geografica: suoi lavori sono stati esposti di recente alla 59esima Biennale di Venezia. Negli ultimi quarant’anni Sanpitak ha sviluppato un enigmatico inventario di simboli che rappresentano il corpo femminile nelle sue parti più elementari, espresse in forme come recipienti, seni, uova e profili sottilmente incurvati. Come artista Sanpitak è emersa verso la metà degli Anni Novanta, quando, ispirata dalla formidabile esperienza dell’allattamento del suo primo figlio, con i suoi Breast Works ha posto al centro dei suoi interessi l’iconografia del seno femminile. Sanpitak negli Anni Duemila ha poi ricondotto il motivo del seno alla forma del cumulo e del recipiente: in particolare alle ciotole per le offerte e agli stupa, strutture sacre buddhiste diffuse ovunque in Oriente e nel Sud-est asiatico. Tra i suoi lavori più famosi ci sono i cuscini a forma di seno su cui i fruitori possono riposare, esplorando le proprie percezioni sensoriali. Dal suo lavoro emerge molto più che una semplice rappresentazione della maternità e quindi del formidabile rapporto che lega la madre al figlio: evidente risulta anche il legame tra sensuale e spirituale. Alla base della pratica di Sanpitak c’è una fascinazione costante per la potenzialità del corpo (il suo stesso corpo) come spazio sensoriale, ma al tempo stesso tutto il suo lavoro è legato alle concezioni di sacralità che il corpo femminile racchiude. La ciotola che ricorre nel suo lavoro è simbolo di generosità e di vita: contiene acqua e latte, rappresentazione della nascita.
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Set up image of the artwork by Pinaree Sanpitak for Valentino at Soho House Singapore (The Warehouse Hotel)
LA COLLABORAZIONE TRA SANPITAK E VALENTINO
L’utilizzo di tecniche combinate quali scultura, pittura disegno e arte culinaria è una delle costanti del lavoro di Sanpitak. Utilizzando il segno Valentino Toile Iconographe, Sanpitak ha messo le sue due nuove sculture morbide in contrasto con i Breast Stupa Topiaries (2013) in acciaio inossidabile. Breast Stupa Cookery Valentino è inoltre la parte effimera progettata per questa collaborazione: un invito a mangiare e bere da recipienti disposti su scaffali appositamente creati dall’artista per un menu nato in collaborazione con gli chef Joe Napol Jantraget e Saki Hoshino. I Breast Stupas Valentino resteranno esposti nella hall del Warehouse Hotel di Singapore sino al 25 gennaio e fanno parte di una più ampia esperienza immersiva che comprende altre due strutture in acciaio, oltre agli oggetti disposti sugli scaffali presso The Den, dove tesse una storia sulla Breast Stupa Cookery e sui codici iconici di Valentino. Terminato il periodo di esposizione, Maison Valentino donerà i proventi della vendita delle due sculture al fondo United Women Singapore dedicato all’emancipazione femminile e all’uguaglianza di genere.
Aldo Premoli
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