In Basilicata l’officina creativa che cala l’arte nel presente
Dal riuso di materiali e oggetti di recupero all’organizzazione di mostre itineranti che puntano sul coinvolgimento del pubblico. Sono tanti i progetti del Salone dei Rifiutati: ce li siamo fatti raccontare
A Potenza c’è un’officina creativa che da anni produce mostre e progetti all’insegna dell’arte come risposta e possibile soluzione alle sfide contemporanee.
Siamo andati a trovare Sara Stolfi del Salone dei Rifiutati e Rossana Cafarelli de La luna al guinzaglio per farci raccontare le loro fonti di ispirazione e i segreti di tanta creatività.
Quando e con quale spirito è nato Il Salone dei Rifiutati?
Il Salone dei Rifiutati nasce nel 2008 come spazio indipendente gestito dall’Associazione Culturale La luna al guinzaglio attiva dal 2003. L’idea è stata quella di aprire al pubblico, a Potenza, un’officina creativa per sperimentare linguaggi artistici a partire da materiali e oggetti di recupero, accessibili a tutti e capaci di proporre un modello alternativo alla logica dell’usa e getta. Il Salone dei Rifiutati apre con l’intento di accogliere ciò che viene scartato per dare origine a nuove opportunità di incontro, di lavoro, di ricerca, a partire dalla periferia. Un luogo dove realizzare produzioni culturali, organizzare eventi, laboratori, percorsi di formazione, esperienze di cittadinanza attiva e creativa per tutte le età.
A quali esperienze simili e a quali artisti, filosofi, creativi vi ispirate?
La luna al guinzaglio è letteralmente ispirata all’omonima poesia di Gianni Rodari, spinta dalla voglia di parlare alle infanzie che prescindono dall’età anagrafica e confidano nell’arte come certezza di una soluzione possibile alle sfide contemporanee.
Il Salone dei Rifiutati attualizza e delocalizza in Basilicata lo spirito rivoluzionario del Salon des Refusés parigino, attivando un circuito virtuoso dove rinascere, riutilizzare, ricreare e ricercare. Luoghi come Reggio Children con il sistema ReMida, l’approccio dei Musei Hands On e dei Think Thank come l’Esploratorium di San Francisco hanno nutrito le ambizioni del collettivo fino all’apertura nel 2018 di MOON, il Museo Officina degli Oggetti Narranti.
La formula del museo, che oppone all’obsolescenza programmata una pregnanza senza tempo, restituendo dignità e valore persino a frammenti e scarti di oggetti comuni, è cresciuta sulle orme di maestri come Bruno Munari, Riccardo Dalisi e artisti come Tinguely, Maria Lai e Antonio Marras. Le loro pratiche hanno stravolto il concetto di fruizione dell’arte proponendo il fare come attività necessaria alla conoscenza, l’esperienza del gioco, della performance e l’interazione come partecipazione necessaria per attivare il senso di un’opera, trasformandola appunto in operazioni collettive, rituali quasi magici riconducibili ad architetture babeliche come quando si attraversa il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a Capalbio (Grosseto). Non ultima la citazione di Studio Azzurro e del loro concetto di Museo Laboratorio, Museo di Narrazione, Museo Partecipato dove il visitatore è coinvolto in un’esperienza in cui gli oggetti sono attivatori di una dimensione evocativa, innescando un processo di apprendimento e di scambio continuo con la memoria collettiva del territorio (Museo della Mente a Roma).
I PROGETTI DEL SALONE DEI RIFIUTATI
Quali sono stati i vostri primi progetti e quale riscontro di pubblico hanno avuto?
Ambarabà, uno spettacolo teatrale con la tecnica del teatro nero di Praga accessibile anche alle persone sorde; Piste Riciclabili, un progetto di educazione ambientale che prevedeva una performance teatrale di un’intera notte ambientata nel parco delle chiese rupestri di Matera, il percorso di formazione per artisti e artigiani con i Mutoid Waste Company di Sant’Arcangelo di Romagna, con la realizzazione di un’installazione ambientale; la Camera Sensoriale, un cubo itinerante dedicato a venti spettatori per fruire la Basilicata attraverso suggestioni sensoriali.
Il pubblico ha sempre accolto con entusiasmo i nostri progetti, con un coinvolgimento davvero trasversale e intergenerazionale. Il nostro pubblico non ha età e in ogni contesto abbiamo davvero riscontrato la partecipazione attiva di tutti, dai piccolissimi dei nidi ai nonni volontari, passando per operatori museali, studenti universitari, insegnanti di ogni ordine.
Attualmente quali mostre state proponendo? E in quale modo entrate in contatto con i musei e gli operatori che di volta in volta accolgono le vostre “creazioni”?
Le Patamacchine al Museo Tattile Statale Omero ad Ancona; la Biblioteca Errante da Procida Capitale della Cultura italiana al Festival della Scienza di Genova, dal Museo Eidos a Cava de’ Tirreni prossimamente presso Casa Ortega di Matera. La Tavola Celeste presso l’Osservatorio-Planetario di Anzi (PZ); la mostra interattiva Da un Capo all’Altro presso il MOON a Potenza. Ultimo, ma non per importanza, il progetto M.E.M.O.RI. pronto per una prossima tappa che ancora non sveliamo. Il Museo Euro-Mediterraneo dell’Oggetto Ri-fiutato è stato il frutto di un biennio importantissimo per il nostro collettivo e per la Basilicata tutta: la produzione per Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Il lavoro parte con il ruolo assegnato a noi per la direzione artistica di una performance-installazione capace di convincere la commissione europea nell’esame decisivo per l’assegnazione della città capitale al Ministero della Cultura, a Roma. Abbiamo prodotto diciannove scatole interattive con oggetti narranti la città di Matera in connessione con l’Europa. Un mese dopo Matera è stata decretata Capitale ed è cominciata la sfida lucana. Abbiamo prodotto un museo itinerante partecipato da cinque città portuali del Mediterraneo in dialogo con altrettante comunità lucane. Abbiamo coinvolto nella coprogettazione artisti (Kaori Kato dal Giappone, Francesca Biasetton di Genova, Cyro Garcia di Malaga), curatori (Maria Rosa Sossai), architetti (Fabio Fornasari) e diverse figure che ci hanno aiutato a realizzare i diversi output (Matteo Uguzzoni per il gioco didattico Memorabilia). Abbiamo esposto al Centre Pompidou di Malaga, alla Commenda di Prè a Genova, a Matera e a Potenza.
Annalisa Trasatti
https://ilsalonedeirifiutati.it
https://www.lalunaalguinzaglio.it/
https://www.museomoon.it/
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