The Social Gallery, il progetto artistico sardo ispirato alla giustizia sociale
Roberta Vanali, curatrice degli eventi di The Social Gallery, descrive questa nuova realtà nata a Quartu Sant’Elena per promuovere i temi legati alla giustizia sociale e alla lotta per i propri diritti. Usando l’arte come bussola
Il progetto The Social Gallery nasce a Seattle da un’intuizione condivisa da Giovanni Coda, regista e fotografo, e Aurora Martin, direttrice del Social Justice Film Festival. Idea di fondo? La creazione di uno spazio polifunzionale legato ai temi della giustizia sociale, dei diritti violati, negati, perduti, il tutto filtrato attraverso una prospettiva artistica che si muove come un flusso di coscienza, senza confini né barriere. La Social Gallery viene allestita a Quartu Sant’Elena, nella centrale via Eligio Porcu, contemporaneamente alla sua gemella Justice Gallery, in fase di allestimento a Seattle, con la quale sono previsti scambi culturali virtuali e fisici, nell’ottica di promuovere le istanze sociali.
LE INIZIATIVE DI THE SOCIAL GALLERY
Ho ricevuto l’incarico di curare gli eventi di The Social Gallery che hanno preso avvio con la mostra di Giorgio Russo, fotografo di scena di Coda da ben dodici anni, con una selezione di scatti tratti dalla trilogia di genere che contempla Il rosa nudo, Bullied to death e La sposa nel vento oltre a Storia di una lacrima, inno alla vita che affronta il tema dell’eutanasia, tratto dal libro di Piergiorgio Welby Ocean Terminal. E proprio a Welby, che ha combattuto per anni contro l’accanimento terapeutico, abbiamo voluto dedicare il secondo evento con una selezione tra acquerelli, incisioni e una serie di elaborati digitali realizzati con Corel Drow quando la sua condizione fisica si aggrava ulteriormente.
GLI ARTISTI DI THE SOCIAL GALLERY
Con l’obiettivo di ricadute positive sul territorio si è deciso di valorizzare con una serie di progetti alcuni giovani artisti residenti a Quartu Sant’Elena, a iniziare da Davide Gratziu, la cui mostra di illustrazione DOUBLE è attualmente in corso. Al centro della sua ricerca ci sono una forte attenzione per la fragilità esistenziale, il tema dell’identità in continuo mutare e il superamento dei confini di genere ma soprattutto la soggettività della percezione di se stessi e degli altri. A seguire, nel mese di febbraio, si terrà l’esposizione di Voci dal profondo di Matteo Piccioni, un percorso nella pittura che muove dal lato oscuro dell’esistenza umana e dove l’atto creativo diventa strumento di autoterapia, veicolo per analizzare con spietata ferocia i mali dell’anima.
Il tutto si inserisce nella programmazione del V-art Festival Internazionale Immagine d’Autore “Exposition”, ideato e diretto da Giovanni Coda.
Roberta Vanali
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