ChatGPT suggerisce cose per valorizzare il patrimonio culturale italiano
Abbiamo chiesto all’Intelligenza Artificiale più in voga del momento alcuni suggerimenti per rilanciare il patrimonio culturale italiano. La risposta è scontata, ma induce a riflettere sul futuro delle attività umane
Le ultime settimane sono state, senza dubbio, le settimane di ChatGPT, il servizio di Intelligenza Artificiale in grado di interfacciarsi con gli utenti umani utilizzando il linguaggio naturale. Molteplici le osservazioni e i commenti che ha suscitato, così come molteplici sono le implicazioni sia di tipo filosofico (distopie e affini), sia di tipo più prettamente pragmatico (possibilità di sostituire alcune figure professionali con versioni attuali o future di un’intelligenza Artificiale).
I primi a utilizzare in modo produttivo tale strumento sono stati senza dubbio gli alunni delle scuole, seguiti da pionieri, entusiasti o quantomeno curiosi di differenti discipline.
Molteplici, poi, sono state le tematiche su cui ChatGPT è stata interrogata: dalla previsione di eventi futuri a teorie complottiste. Abbiamo voluto quindi testare ChatGPT, chiedendo all’intelligenza Artificiale quali dimensioni e azioni, a suo avviso, potevano essere utili per incrementare la valorizzazione del nostro sistema museale.
CHATGPT E IL SISTEMA MUSEALE ITALIANO
Lo abbiamo fatto chiedendo all’intelligenza Artificiale di scrivere un articolo di tremila battute sul tema. Questo è il risultato:
“Il patrimonio culturale italiano è una delle fonti più preziose della nostra identità nazionale e una delle principali attrazioni turistiche del paese. Tuttavia, molte delle sue bellezze sono poco conosciute o trascurate, e ci sono molte opportunità per valorizzarle maggiormente. Ecco alcune proposte per farlo:
Investire nella digitalizzazione: la digitalizzazione dei beni culturali, attraverso la creazione di database accessibili online, consente una maggiore diffusione e conoscenza del patrimonio culturale italiano. Inoltre, la creazione di applicazioni e di tour virtuali consente di rendere accessibili anche i siti più distanti o meno visitati.
Sviluppare il turismo culturale: il turismo culturale rappresenta un’importante fonte di reddito per il paese e un’occasione per valorizzare il patrimonio culturale italiano. Per questo è importante creare pacchetti turistici tematici e promuovere itinerari culturali per attirare i visitatori interessati a conoscere la cultura italiana.
Coinvolgere la comunità locale: la valorizzazione del patrimonio culturale italiano non può essere lasciata alle sole istituzioni pubbliche, ma deve coinvolgere anche la comunità locale. Per questo è importante promuovere l’educazione e la sensibilizzazione sull’importanza del patrimonio culturale e incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini nella sua salvaguardia e valorizzazione.
Collaborare con le imprese private: le imprese private possono svolgere un ruolo importante nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano attraverso la sponsorizzazione di progetti e la creazione di partnership con le istituzioni pubbliche.
Riqualificare i siti: molte delle bellezze del patrimonio culturale italiano si trovano in stato di degrado o di abbandono. Per questo è importante investire nella loro riqualificazione e manutenzione per renderle nuovamente accessibili al pubblico e per valorizzarle al meglio.
In generale, la valorizzazione del patrimonio culturale italiano richiede una collaborazione tra istituzioni pubbliche, comunità locale e imprese private, un investimento nella digitalizzazione e nella promozione turistica, e un impegno per la salvaguardia e la riqualificazione dei siti. Solo così si può garantire che queste bellezze possano essere” (qui, si vede che l’Intelligenza Artificiale non ha saputo strutturare il proprio testo facendo sì che emergesse una visione completa all’interno del vincolo delle tremila battute indicate).
“Il testo di ChatGPT pare quasi si limiti a sintetizzare quanto emerso da tantissimi articoli dati in pasto all’Intelligenza Artificiale”
PREGI E DIFETTI DI CHATGPT
Al di là della stupidità palese di un’Intelligenza Artificiale che non riesce a chiudere l’articolo nei limiti indicati, sicuramente quanto espresso da ChatGPT solleva riflessioni importanti, in almeno due principali direzioni: la prima è riferita a ChatGPT, alle sue potenzialità e alle sue possibili evoluzioni; la seconda direzione di riflessione è quella che riguarda, invece, il nostro sistema culturale.
Rileggendo il testo di ChatGPT, infatti, l’intelligenza Artificiale si rivela essere ciò che da sempre sappiamo un’intelligenza Artificiale sarebbe stata: uno strumento estremamente rapido e intuitivo, in grado di dialogare con gli esseri umani e di fornire risposte puntuali e analitiche. Anche i difetti di ChatGPT sono quelli attesi: nessun nuovo punto di vista, nessuna grande riflessione, nessuno di quegli insight tanto evocati dai primi sviluppi dei Big Data.
Quello che la rivoluzione della grande mole di dati prometteva, infatti, era la capacità di analizzare problemi e situazioni complesse, estraendo dalla grande quantità di informazioni possibili relazioni o soluzioni controintuitive, perché estrapolate dai dati e non definite sulla base di una specifica logica. Questo elemento, in ChatGPT, non pare esserci. Almeno in questa fase del suo addestramento. Le soluzioni che individua sono infatti puntuali, concrete e arcinote. Questo elemento è importantissimo, perché delimita, almeno in queste prime battute dell’intelligenza Artificiale, un campo d’azione specifico: nessun insight, nessun colpo di genio, nessun guizzo proveniente dalla grande mole di informazioni. Il testo di ChatGPT pare quasi si limiti a sintetizzare quanto emerso da tantissimi articoli dati in pasto all’Intelligenza Artificiale.
ATTIVITÀ UMANE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Se questi limiti sono piuttosto chiari, appaiono ancora più lampanti i limiti del nostro sistema culturale, perché gli umani che lo compongono, e le organizzazioni che lo strutturano, sono decenni che dibattono su quanto un’Intelligenza Artificiale ha potuto sintetizzare in poco meno di due minuti.
In pratica, le idee di ChatGPT, pur essendo tutto fuorché innovative, sono allo stesso tempo sicuramente migliori di molte idee contenute nei programmi elettorali delle ultime elezioni.
E in questo, forse, ChatGPT potrà avere un grande impatto sui sistemi occupazionali. Perché è sicuramente vero che molte professioni verranno minacciate dall’espansione dell’Intelligenza Artificiale, ma più che interrogarsi su quanti o quali professioni saranno minacciate, vale forse la pena concentrarsi sull’aspetto positivo che tale minaccia potrà apportare. Perché periranno, inevitabilmente, quelle professioni che una macchina potrà fare meglio di un uomo. E periranno, quindi, quelle professioni che devono il proprio successo a elementi del tutto replicabili. Piuttosto che imbracciare le armi e combattere ChatGPT o qualsiasi altro strumento che da oggi in poi il genere umano sarà in grado di creare, sarebbe forse il caso di sviluppare competenze e proposte distintive. Quelle che un umano, e solo un umano, è in grado di cogliere e immaginare. Da oggi in poi, il metro di paragone per ognuno di noi sarà semplicemente questo: il maggiore o minore valore aggiunto apportato rispetto a quello che potrebbe fare una banale Intelligenza Artificiale.
Stefano Monti
https://openai.com/blog/chatgpt/
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