Storia della Galleria Civica di Modena
Sono piene di sorprese le vicende delle Gallerie Civiche d’Italia, che hanno contribuito a promuovere l’arte contemporanea e i suoi protagonisti. Vi raccontiamo la loro storia, a cominciare da Modena
Una nuova serie di contenuti per ripercorre la storia delle principali Gallerie Civiche in Italia. I primi casi arrivano alla fine degli Anni Cinquanta e all’inizio degli Anni Sessanta. Pioneristiche sono le città di Modena, Bologna e Torino, che iniziano a dedicare uno spazio alla cultura contemporanea operando allo stesso tempo sul territorio, valorizzandone la produzione artistica. Fino a quel momento i musei erano luoghi un po’ polverosi, principalmente di conservazione delle opere. Dalla loro nascita le Gallerie Civiche hanno il ruolo fondamentale di incentivare la produzione e contribuire alla diffusione dell’arte contemporanea, formando in un qualche modo il gusto del contemporaneo in Italia.
LA GALLERIA CIVICA DI MODENA
È il 13 settembre 1958 a datare ufficialmente la nascita della Sala di Cultura del Comune di Modena, destinata a divenire, nel 1974, Galleria Civica. Le prime iniziative ufficiali della Sala di Cultura sono la Biennale Internazionale di Arte Fotografica; le opere di Mirko, Borgonzoni, Mattioli e Treccani per la decorazione della nuova sede dell’Istituto Tecnico ‘Jacopo Barozzi’ (1958); Tredici pittori del realismo italiano; La fotografia artistica e ancora le personali di Treccani e Guttuso (1959). Vengono realizzate inoltre mostre dedicate alla realtà locale, discendenti dalle collettive organizzate dal Sindacato degli Artisti sotto i Portici di Piazza Matteotti. Dunque, tre indirizzi, nettamente individuati: la fotografia (la Biennale si svolgerà sino al 1966, per lasciare il posto a due edizioni del Premio Fotografico Colibrì e al più organico sviluppo espositivo degli Anni Settanta, fino alla nota Modena per la Fotografia); il realismo pittorico inteso nella sua accezione più ideologicamente orientata; la documentazione della creatività presente sul territorio.
MODENA E LA FOTOGRAFIA
Elemento di novità rilevante è l’avvio di una programmazione costante e di alto profilo in ambito fotografico. Negli Anni Settanta il mondo della fotografia viveva un momento di grande attività, sia dal punto di vista di diffusione sia dal punto di vista creativo, garantendo il riconoscimento definitivo della sua centralità all’interno della cultura dell’immagine del nostro secolo. Dalla seconda metà del decennio si sono susseguite numerose mostre, dalle personali dedicate ai rappresentanti della fotografia contemporanea, in molti casi alla loro prima esperienza espositiva come Ghirri, Salbitani, Vimercati o Chiaramonte; a maestri storici del calibro di Rodchenko, Brandt e Brancusi, fino alle ricognizioni storiche d’ampio respiro, sia di carattere internazionale che locale, ad esempio lo Studio Fotografico Orlandini, la Fotografia Francese dalle origini ai giorni nostri o più in generale la Fotografia pittorica.
La Galleria Civica di Modena ha di fatto lanciato molti dei fotografi contemporanei che hanno poi costruito lo scenario nazionale e internazionale, con autori apripista come Franco Fontana, Franco Vaccari e il giovane Luigi Ghirri.
Elenco impressionante, per qualità e quantità, che giustifica ampiamente il riconoscimento di un autentico caso modenese all’interno del panorama fotografico internazionale, e che aiuta anche a comprendere come sia stato possibile, nel corso degli Anni Novanta, costruire a Modena una collezione pubblica di fotografia e una manifestazione internazionale come Modena per la Fotografia. Di grande rilievo, soprattutto nell’ambito delle manifestazioni artistiche degli Anni Settanta, è l’attività nello spazio pubblico, utilizzando la città come una sorta di ampio palcoscenico, con eventi e installazioni diffusi nelle piazze e negli spazi urbani. Parallelamente, l’istituzione modenese promuove un’importante collezione di opere su carta: fotografie, disegni, grafica del XX secolo.
LE ATTIVITÀ DELLA GALLERIA CIVICA DI MODENA
Attiva nell’ambito della commissione di progetti e di opere artistiche nuove, la Galleria Civica di Modena si afferma come uno dei centri di produzione culturale più autorevoli nel panorama nazionale dell’arte contemporanea, sia per la costante attenzione al lavoro di sperimentazione degli artisti, sia per la contaminazione tra i linguaggi.
Grazie a questo impegno si gettano le basi concrete per interventi coordinati che consentono di differenziare con maggiore armonia le produzioni e di elevarne qualità e incidenza sul territorio. La pionieristica Sala di Cultura si era già mossa in quella direzione. Le nuove sedi della Galleria Civica (Palazzina dei Giardini e Palazzo Santa Margherita) diventano centro e motore di spazi espositivi flessibili. Parallelamente, cresce in quantità e in qualità il contesto cittadino con cui l’istituzione deve confrontarsi. La Galleria Civica contribuisce di fatto ad alimentare il lavoro sia della storica Saletta degli Amici dell’Arte, sia di nuove prestigiose gallerie e spazi privati che nel frattempo stanno nascendo in città, come La Sfera, La Nuova Mutina, Futura (la prima galleria di Emilio Mazzoli). Con il contributo della Galleria Civica modenese si è dunque dilatato il ventaglio delle proposte a tutto beneficio del pubblico. Si sono rafforzate le possibilità di collaborazione con artisti locali e internazionali; sono aumentate le occasioni di dialogo sia all’interno sia con l’esterno (collezionisti, aziende private, mass media), si è ampliata la proposta culturale della città. Nel 2017 l’istituzione viene accorpata al grande progetto FMAV Fondazione Arti Visive Modena, unitamente al Museo della Figurina (ex-Archivio Figurine Panini) e alla Fondazione Fotografia di Modena.
La nuova realtà promuove e valorizza le collezioni che gestisce, attraverso attività espositive e formative, oltre a presentare una programmazione culturale incentrato sulle culture visive contemporanee.
Claudia Zanfi e Bonnie Borsari
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