Valencia punta sull’arte nel 2023: Anno di Sorolla e Centro Hortensia Herrero
A scandire l’offerta culturale dei prossimi mesi a Valencia saranno gli appuntamenti dedicati al centenario della morte di Joaquín Sorolla, che vedono in prima linea il Museo delle Belle Arti. Il calendario di eventi prosegue con tante altre novità, da Goya all’arte contemporanea
Sarà un anno all’insegna dell’arte il 2023 di Valencia, a partire dagli appuntamenti celebrativi del centenario della morte del pittore valenciano Joaquín Sorolla, ospitati dal Museo delle Belle Arti di Valencia. Un motivo in più per visitare la terza città della Spagna per numero di abitanti e indotto economico, che è innanzitutto un centro culturale vivace, capace di proiettarsi da protagonista sulla scena dell’arte contemporanea e allo stesso tempo tutelare le vestigia di un passato fiorente, di cui gli edifici modernisti sono testimonianza insieme al patrimonio architettonico tardo-medievale. Grazie a questa ricchezza, il 2022 ha visto Valencia rivestire il ruolo di Capitale Mondiale del Design accanto a quello di Capitale Europea del Turismo Intelligente, e già si prepara per un 2024 da Capitale Verde d’Europa, con la distesa di orti che circondano la città e i preziosi polmoni verdi presenti sul territorio.
2023, L’ANNO DI JOAQUÍN SOROLLA
Proprio nel segno di Sorolla, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte, si articolerà la programmazione del Museo delle Belle Arti, ospitato nell’antico Collegio seminario San Pio V. All’interno di un edificio del 1683, è considerato la seconda pinacoteca di Spagna dopo il Prado, e conserva collezioni di pittura gotica, rinascimentale e della Scuola valenciana dell’Ottocento, rappresentata da scultori come Mariano Benllure e Ignacio Pinazo e dal pittore Joaquín Sorolla, di cui conserva opere note come la Grupa valenciana o Figuras de casacas jugando en un jardín. Il “pittore della luce”, così ribattezzato per la predilezione verso la rappresentazione di scene en plein air di cui seppe sempre catturare il baluginio dell’istante, nacque al civico 8 di Calle de las Mantas il 27 febbraio 1863, vicino al negozio di tessuti gestito dai suoi genitori (non a caso, nell’immortalare con tratti eleganti il gusto del tempo, Sorolla presterà sempre molta attenzione alla descrizione degli abiti). Si avvicina alla pittura e al disegno presso la Scuola degli Artigiani, che nella sua sede attuale conserva una collezione di dipinti, schizzi e documenti legati all’artista. Ma i suoi anni giovanili trascorrono tra l’Italia – a 21 anni, con una borsa di studio dalla Diputación de Valencia per il quadro El crit del palleter sulla guerra d’indipendenza spagnola, arriva a Roma per studiare pittura – e Parigi, dove entra in contatto con il realismo e il naturalismo: della lezione impressionista darà un’interpretazione personale – il cosiddetto luminismo – modulata sulla luce del Mediterraneo. E se i primi anni della sua carriera saranno turbati da ristrettezze economiche che lo costringeranno a relazionarsi con committenze e concorsi accademici non proprio nelle sue corde, all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 Sorolla otterrà la consacrazione internazionale, aggiudicandosi il Gran Prix con il dipinto Triste herencia!. Nel 1908 a Londra sarà addirittura acclamato come il più grande pittore vivente al mondo. E solo un anno più tardi, grazie all’intercessione del mecenate americano Huntington, sarà protagonista di una mostra di grande successo, che arriverà oltreoceano, a Buffalo e Boston.
LE MOSTRE SULL’OPERA DI SOROLLA AL MUSEO DELLE BELLE ARTI DI VALENCIA
Dal 30 marzo (e fino all’11 giugno), il Museo delle Belle Arti ospita la mostra Sorolla Orígenes, un focus sugli inizi del pittore, dal 1878 al 1884, poco prima del suo soggiorno a Roma. L’esposizione, in collaborazione con il Museo Sorolla di Madrid (la città in cui il pittore visse dal 1889), riunisce dipinti, acquerelli, disegni, fotografie per documentare un periodo poco conosciuto della produzione dell’artista. Dal 29 giugno al primo ottobre, seguirà l’allestimento straordinario della Colección Masaveu, che grazie all’impegno di Pedro Masaveu Peterson oggi conta la più grande raccolta privata (46 dipinti) di opere di Sorolla al mondo, seconda solo alle realtà pubbliche del Museo Sorolla di Madrid e della Hispanic Society of America, che tra il 1913 e il 1919 commissionò al pittore alcune grandi pitture murali con paesaggi di Spagna e Portogallo.
IL TOUR DEI LUOGHI DI SOROLLA E UN MENU SPECIALE DEDICATO ALL’ARTISTA
Oltre alle mostre, ci sono tanti altri modi per celebrare l’Anno di Sorolla per chi visiterà la città nel 2023, come intraprendere un tour dei luoghi di Valencia legati al pittore: dalla sua casa natale alla piazza della Armada Española con il monumento a Sorolla che si staglia sul litorale, alla spiaggia della Malvarrosa, che ispirò alcuni dei soggetti più famosi dell’artista, come anche la Cattedrale della città, la Loggia della Seta e la casa della Madonna degli Abbandonati sul Ponte del Mare. Turiart organizza per l’occasione le visite guidate alla Valencia di Sorolla ogni prima domenica del mese. Ma vale la pena partecipare anche a un tour del Palazzo della Generalitat (che, tra le altre opere dell’autore, conserva il fortunato El crit del palleter) o visitare il Museo della città. Altri lavori sono conservati presso l’Istituto valenciano d’Arte moderna (IVAM), la fondazione Bancaja e il museo di Belle Arti di Castellón, a nord di Valencia. Un celebre dipinto dell’artista – il ritratto di una gentildonna di rosa vestita – si conserva persino nella sala da pranzo della Brasserie Sorolla, all’interno dell’Hotel Las Arenas. E a proposito di ristoranti, nella cucina del rinomato Vertical Valencia lo chef Jorge de Andrés ha studiato un menu che omaggia il pittore: 14 portate ispirate alle opere di Sorolla e alle diverse regioni spagnole che l’hanno influenzato. C’è tempo fino alla fine dell’anno per provarlo.
LA MOSTRA SU GOYA E NUOVE APERTURE DA NON PERDERE NEL 2023
Sempre al Museo delle Belle Arti inaugura il 9 marzo una monografica su Goya incentrata sulla serie completa dei Caprichos, 80 incisioni stampate dalla Calcografía Nacional nel 1868, donate al museo a maggio scorso da Ángel López García-Molins. La serie fu pubblicata per la prima volta nel 1799 e rappresenta la reazione del pittore aragonese alla grave malattia che lo aveva colpito tra il 1792 e il 1794, rendendolo sordo.
È invece prevista per la fine dell’anno l’inaugurazione del Centro d’arte Hortensia Herrero che ospiterà una collezione di arte moderna. Il Centro, frutto del recupero del barocco Palazzo Valeriola, riunirà opere di affermati artisti internazionali, da Andreas Gursky ad Anselm Kiefer e Georg Baselitz o Anish Kapoor, oltre a ospitare un programma di esposizioni temporanee. Uno spazio ulteriore dedicato all’arte contemporanea, già protagonista all’IVAM, al Bombas Gens, al Centro del Carme (CCCC) e nell’Agorà di Santiago Calatrava, ora sede del CaixaForum Valencia.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati