Abiti realizzati come piccole opere d’arte. Pezzi unici, ricerca, sperimentazione materica sono i protagonisti della 42esima edizione di “Roma Fashion Week” targata Altaroma. Chiude in positivo l’edizione invernale della tre giorni capitolina dedicata ai talenti del made in Italy con lo sguardo rivolto all’internazionalizzazione grazie al progetto espositivo Showcase che, nello spazio urban del PratiBus District di viale Angelico, già deposito dell’Atac, spegne undici candeline e svela le produzioni artigianali di 57 brand indipendenti. L’obiettivo è quello di creare un canale preferenziale per le nuove leve che si affacciano al mercato della moda e del lusso.
I NUOVI TALENTI IN PASSERELLA AD ALTAROMA
I ricordi di Casa Preti, atelier palermitano fondato nel 2017 dal sarto Mattia Piazza insieme all’architetto svizzero Steve Gallay, e che nel nome si ispira al pittore caravaggesco di scuola napoletana Mattia Preti, ha presentato la collezione ready to wear autunno-inverno 2023-24: un bagaglio di memorie e nostalgia, gli abiti chiamati con i nomi delle donne care al designer, le linee pulite e morbide, ampi i pantaloni, gilet destrutturati e bustier. L’alternanza tra velluti e cotoni conquista, abbracciando le suggestioni di inizio secolo scorso e le atmosfere futuriste di Aldo Palazzeschi in un vortice poetico di sogni e rimandi al passato. Paganesimo e riferimenti artistici alla sacralità. Poi, icone come Edie Sedgwick, modella americana e musa del genio della Pop Art Andy Warhol che rivive nelle creazioni del bresciano Simone Tessadori, fra drappeggi, colori siderali, ricami, fibre ecosostenibili e le note rock dei Velvet Underground. La qualità che prevale sulla quantità, la manualità che prende il sopravvento sulla serialità produttiva, evocando la couture francese e il mondo persiano, sono il fulcro della filosofia stilistica di Saman Loira che ha svelato con Imbolc ‒ omaggio alla festa celtica della luce volta a celebrare il risveglio della natura ‒ fate dei boschi e ninfe vestite “green” da pizzi e tessuti preziosi. Maragno, marchio vicentino nato due anni fa, punta sui volumi over recuperando stoffe di fine serie dalle grandi griffe del fashion system nel segno del riciclo creativo. Così Lucia Chain la quale, di stanza in Piemonte, mescola l’Argentina al made in Italy con filati pregiati che, rispettando l’ambiente, sono un manifesto contro l’inquinamento evitando gli sprechi. Il must è la “slow production”, che accende i riflettori sulla biodegradabilità e sull’essenzialità dell’indumento dipinto da toni neutri. Quelli di Mokoo sono guerrieri che sfilano in “Descendent of Warrior’s” tra equilibrati elementi basici e silhouette minimal, Setchu si tuffa nell’estetica timeless. Çanaku, partendo dalla sua storia e dalle sue origini, scrive una lettera aperta all’insegna del “no dress code”, sfidando confini di stile e barriere con le nuance pink dei completi maschili. Accenni di alta sartoria nelle sfilate collettive “Rome is my Runway”, “International Couture” e “World of Fashion”, quest’ultima ideata e coordinata da Nino Graziano Luca.
I PROGETTI DELLE ACCADEMIE
Genderless, fluida, ecologica. L’eleganza in passerella richiama la sartorialità tipicamente italiana e sposa contaminazioni culturali che rendono interessanti i défilé degli aspiranti stilisti sul piano della creatività e, in particolare, su quello della portabilità dei capi nonché sulla loro futura distribuzione. E mentre Altaroma si prepara a diventare una Fondazione, sulla catwalk romana non è mancato l’estro degli studenti delle Accademie, dalla Koefia alla Maiani, fino a quella di Costume & Moda con i suoi Talents 2023: vincono il contest di quest’anno Vincenzo Mastropasqua con il menswear Gaga e Beatrice Ciocca che, per gli accessori, ha realizzato Aessenza. Per la comunicazione, invece, trionfa il progetto Interno B firmato da Zita Alberti. Giulio Fasolino si aggiudica il “Pitti Tutoring & Consulting Award” consegnato dal direttore Luca Rizzi. L’universo fiabesco incontra la fantasia degli allievi NABA-Nuova Accademia di Belle Arti con la proiezione di NABA Video Dreams, una selezione di fashion film realizzati dal Triennio in Fashion Design del campus romano, a cura di Silvia Morani, regista e docente. “Una rassegna volta a raccontare una nuova idea di moda con un linguaggio visivo onirico e con uno strumento che consente di comunicare un punto di vista originale”, chiosa Colomba Leddi, NABA Fashion Design Area Leader.
I NUMERI DELL’EDIZIONE INVERNALE DI ALTAROMA
“Altaroma ha consolidato la sua vocazione di vero e proprio acceleratore di start-up e ha posizionato la manifestazione come un evento di rilevanza internazionale”, sottolinea la presidente Silvia Venturini Fendi affiancata dal direttore generale Adriano Franchi. “Una crescita costante che ha visto il 20% in media dei partecipanti registrare un incremento di fatturato, processando nuovi ordini”. Oltre 500 i giornalisti accreditati, di cui 40 ospiti dall’estero, 7mila i visitatori, 40 i buyer provenienti da Kazakistan, Palestina, Canada, Lussemburgo, Germania, Albania, Svezia e Arabia Saudita. I numeri confermano il successo, dal 2019 al 2023, con il 68% di compratori stranieri in più e un aumento del 76% della stampa estera. Showcase è il contenitore di punta con circa 60 brand, di cui 33 new entry, e un picco di quelli no-gender (30%), femminili (60%) e sostenibili (circa l’80% del totale). Conservando la doppia anima phygital, grazie all’app dedicata e alla piattaforma Digital Runway con 50mila utenti connessi, la kermesse continua a essere il terzo pilastro nel triangolo modaiolo italiano accanto a Milano e Firenze.
Gustavo Marco P. Cipolla
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