Intervista a Cristiano Pintaldi, l’artista che dipinge con i pixel

Serie tv, alieni e digitale sono alcuni dei temi affrontati da Cristiano Pintaldi, artista famoso per i suoi dipinti a base di pixel. Lo abbiamo intervistato in occasione della sua nuova mostra alla 21Gallery di Villorba

Da oltre trent’anni Cristiano Pintaldi (Roma, 1970) traduce in pittura le suggestioni della cultura visiva contemporanea, servendosi del pixel (nelle esclusive e canoniche tonalità del rosso, del verde e del blu) come base primaria e firma riconoscibile. Attraverso questi millimetrici segmenti, Pintaldi riesce a riprodurre pittoricamente – come accade sui display che quotidianamente utilizziamo – una vastissima gamma cromatica. In occasione della mostra Incontri ravvicinati alla 21Gallery di Villorba (TV), lo abbiamo intervistato, ripercorrendo la sua carriera, i temi cardine delle sue opere e il suo rapporto con la pittura.

Cristiano Pintaldi

Cristiano Pintaldi

INTERVISTA A CRISTIANO PINTALDI

Molti artisti ricordano un momento folgorante che li ha spinti a intraprendere la loro carriera, altri affermano di aver sentito da sempre la necessità di fare arte: tu come hai iniziato?
Ho sempre amato l’arte fin da quando ero bambino. Sognavo di diventare un artista e adoravo disegnare e dipingere. Credevo che per raggiungere questo obiettivo avrei dovuto creare qualcosa di nuovo, concettualmente e formalmente unico. Questa visione mi ha portato a identificare il pixel, elemento base di qualsiasi schermo, come il mezzo pittorico ideale per realizzare i miei sogni. Ancora ricordo il momento in cui ho eseguito il mio primo piccolo quadro e la mia ferma decisione di intraprendere questo percorso.

Parlando di pixel: cosa significa per te utilizzare la base primaria delle immagini digitali per creare opere fisiche?
Penso che il mondo in cui viviamo sia diviso in due parti distinte: una parte reale, unica per ognuno di noi, e una parte virtuale condivisa da tutti. Attraverso i miei quadri, cerco di unire simbolicamente e concettualmente queste due sfaccettature della realtà. Per me, questa unione rappresenta un modo per rafforzare l’integrazione tra la vita personale e la vita online, entrambe così importanti nella società moderna. La mia speranza è che i miei lavori possano far riflettere le persone sulla relazione tra la realtà e il virtuale e sulla loro reciproca importanza nella vita di ognuno di noi.

Quando ti sei reso conto che la formula dei pixel era vincente?
Avevo appena 19 anni quando ho incontrato un curatore che ha organizzato la mia prima mostra personale: all’epoca stavo lavorando al mio terzo quadro. Mi sono reso conto di essere sulla buona strada quando ho scoperto che potevo dipingere senza utilizzare il bianco e i colori chiari. Il colore più chiaro che ho usato, il mio “bianco”, era composto da un rosso deciso, un verde e un blu su un fondo nero. Questa scoperta fu la conferma di aver creato un’illusione che ha soddisfatto il mio obiettivo di unire la parte reale e virtuale. Sono felice di aver trovato un modo unico e personale di esprimermi attraverso la pittura e sono entusiasta di poter condividere la mia arte con il mondo.

Cristiano Pintaldi, Untitled, 2022

Cristiano Pintaldi, Untitled, 2022

I TEMI DELLA RICERCA DI CRISTIANO PINTALDI

I tuoi dipinti attingono dall’immaginario popolare, dalla cultura di massa, come film e serie tv. Da quale esigenza nasce questa scelta?
Soprattutto dall’esigenza di rappresentare simbolicamente la condivisione che viviamo oggi nel mondo. La tecnologia e i media ci offrono esperienze visive condivise attraverso i social, i film, le serie televisive, YouTube e molto altro ancora. Queste esperienze creano un legame e un’esperienza comune per tutti noi e occupano una parte importante del nostro spazio personale e della nostra vita quotidiana. Con la mia arte, voglio sottolineare l’importanza di questa condivisione e creare un’esperienza visiva unica e coinvolgente che rifletta la relazione tra la realtà e il virtuale. Spero che i miei quadri possano ispirare riflessione e connessione tra le persone.

Il titolo della tua personale alla 21Gallery di Villorba è Incontri ravvicinati, in riferimento ai contatti con gli extraterrestri. Da cosa nasce questo tuo interesse?
Chi conosce e segue il mio lavoro sa che ho sempre considerato centrale la questione extraterrestre. Credo che l’umanità sia in procinto di una nuova fase evolutiva, causata dal contatto con l’universo e con i suoi abitanti. Questo processo è già in atto da prima della nascita di molti di noi. Il titolo Incontri ravvicinati allude anche all’incontro tra lo spettatore e il mio quadro, che può essere vissuto come una performance solo dal vivo. L’opera è l’alieno di questo incontro. È una questione di percezione, davanti a un mio lavoro si possono avere tre diverse visioni: da lontano l’immagine con le sue tonalità, da vicino una griglia geometrica formata esclusivamente da tre colori; la magia del risultato si vede a una distanza intermedia, in cui il cervello umano è in grado di percepire simultaneamente le due cose.

Cristiano Pintaldi, Incontri ravvicinati, installation view at 21 Gallery, Villorba (TV), 2023

Cristiano Pintaldi, Incontri ravvicinati, installation view at 21 Gallery, Villorba (TV), 2023

LA CARRIERA ARTISTICA DI CRISTIANO PINTALDI

Hai alle spalle ormai trent’anni di carriera. In che modo si è evoluto il tuo rapporto con la pittura nel corso del tempo?
Amo molto la pittura e non è un caso che abbia scelto questo mezzo per esprimere la mia arte. Nonostante apprezzi molto altri artisti che usano diverse tecniche, ho sempre dipinto con l’acrilico e l’aerografo, anche se inizialmente ho sperimentato con l’olio. I miei quadri sono caratterizzati da zone luminose e l’aerografo è il mezzo ideale per questo tipo di lavoro. La mia ricerca, che dura da oltre trent’anni, si concentra sullo studio del colore, che continuo a perfezionare. La mia tecnica pittorica prevede che non possa mai vedere il colore che sto dipingendo, ma che lavori sempre su un solo colore alla volta (rosso, verde o blu) tenendo sempre presente che solo il loro equilibrio esatto darà il risultato desiderato. Questa complessità rende ogni mio lavoro sperimentale e mi costringe a una continua ricerca.

Il tuo momento migliore e peggiore in questi anni di carriera.
Il periodo pandemico è stato per varie ragioni sicuramente il peggiore, il migliore spero sempre che debba ancora arrivare.

Come ti rapporti con il successo e la notorietà?
Ciò che mi rende più orgoglioso è l’interesse del pubblico, che negli anni mi ha dato molte soddisfazioni. Anche se la fama nel nostro settore è limitata a un gruppo ristretto di persone, non influisce sul mio quotidiano.

Cristiano Pintaldi Untitled, 2021, acrylic on canvas, 100 x 177 cm

Cristiano Pintaldi Untitled, 2021, acrylic on canvas, 100 x 177 cm

Cosa ci puoi dire del tuo mercato e del tuo rapporto con esso?
Il mio rapporto con il mercato è positivo, di solito vendo tutto ciò che produco anche prima di averlo completato. Tuttavia, la divulgazione dei miei lavori è resa difficile a causa dell’impossibilità di una corretta riproduzione sia su supporto cartaceo, poiché non esistono i tre colori che utilizzo, sia in video, dove, anche se i colori vengono riprodotti perfettamente, l’immagine non riflette l’effettivo quadro.

Negli ultimi anni si sta parlando tanto di NFT e metaverso: quali pensi siano i risvolti di queste tecnologie per il mondo dell’arte?
Penso che queste nuove tecnologie siano potenzialmente interessanti e, come tali, in mano a un bravo artista, possano essere utilizzate per creare arte. In sintesi, NFT e metaverso potrebbero trasformare il modo in cui viene creata, distribuita e valutata l’arte, aprendo nuove opportunità per gli artisti e i collezionisti.

Alberto Villa

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Alberto Villa

Alberto Villa

Nato in provincia di Milano sul finire del 2000, si occupa di critica e curatela d'arte contemporanea. Si laurea in Economia e Management per l'Arte all'Università Bocconi con una tesi sulle produzioni in vetro di Josef Albers e attualmente frequenta…

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