NFT e mercato dell’arte. Cosa dice la legge
Mentre gli stessi acquirenti faticano a comprendere caratteristiche e limiti degli NFT, non esiste ancora una normativa codificata a livello legale. È evidente la necessità di un dialogo costante fra professionisti del settore giuridico e tecnologico
Anche negli ambienti giuridici è in corso un interessante dibattito sulle implicazioni legali dell’uso degli NFT nel mondo dell’arte, con particolare attenzione ai punti di contatto con la materia del diritto d’autore e con la normativa italiana sui beni culturali. Discipline imprescindibili qualora tale tecnologia sia applicata alla riproduzione digitale di un’opera protetta da diritto d’autore o a un bene culturale che rientra nell’ambito di applicazione del Codice dei beni culturali. Anche di questi temi si è parlato nel corso di un seminario di approfondimento organizzato a ottobre da ALAI Italia (gruppo italiano dell’Association Littéraire et Artistique Internationale) con il Juridical Observatory on Digital Innovation (JODI) dell’Università la Sapienza.
“Si rende necessario uno studio continuo che metta in relazione competenze e professionisti del settore giuridico con quelli del settore tecnologico”
COMPRENDERE LA TECNOLOGIA DIGITALE
Il tema non è di semplice e immediata comprensione, sia sul piano tecnologico che legale. Sul piano tecnologico gli NFT esprimono a pieno il fenomeno dell’asimmetria dell’informazione tipica del mercato dell’informatica, caratterizzato dalla differenza di conoscenza tra chi fornisce un prodotto e una tecnologia e chi la utilizza. E infatti non è scontato che il consumatore che acquista un’opera tokenizzata sia pienamente consapevole di tutti gli aspetti tecnici del bene digitale che sta acquistando, quali le modalità di fruizione e di conservazione nel tempo del bene o la natura altamente energivora di tale tecnologia. Al contempo, l’autore dell’opera tokenizzata o l’ente che ha in consegna il bene culturale devono comprendere bene la natura di queste tecnologie, affinché gestiscano nel miglior modo possibile i progetti di digitalizzazione del patrimonio.
NFT E LEGGE
Sul piano legale, poi, gli aspetti da esaminare sono numerosi: si va dal ruolo e dagli eventuali obblighi informativi delle piattaforme che offrono NFT e altri oggetti digitali, alle licenze per l’uso delle opere tokenizzate. Sotto questo punto di vista si segnala il set di 6 licenze per i progetti NFT denominato Can’t be evil: si tratta di licenze basate sulla legge americana, frutto del lavoro congiunto di un team di legali e di tecnici, rilasciate con licenze creative commons CC0.
Ecco che in un contesto estremamente articolato e in divenire l’unica certezza non è l’esistenza di un quadro normativo certo e puntualmente delineato, ma la necessità di uno studio continuo che metta in relazione competenze e professionisti del settore giuridico con quelli del settore tecnologico, al fine di trovare risposte giuridicamente corrette e basate sulla effettiva comprensione della realtà (digitale).
Raffaella Pellegrino
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #69
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