Il sublime tecnologico di Quayola in mostra a Bologna
Al 25esimo piano della Torre Unipol di Bologna, all’interno degli spazi di CUBO, ha inaugurato la mostra di Quayola. Ricorrendo ad algoritmi e software per l’analisi e la manipolazione dei dati, il media artist presenta una nuova serie di video e stampe dal titolo “Storms”
Ce lo abbiamo bene in mente tutti il Viandante sul mare di nebbia di Caspar David Friedrich: l’uomo misterioso, con gli iconici stivali e il caratteristico soprabito verde scuro, che, sorreggendosi con un bastone, si affaccia su una distesa di nuvole infinita.
Un’immagine icona della rivoluzione romantica ed estetica anche ‒ e soprattutto ‒ per l’ambiguità interpretativa che la contraddistingue. Non sappiamo chi sia quell’uomo, da dove venga o dove andrà, a cosa stia pensando. Percepiamo, però, quell’urgente bisogno di fermarsi e riflettere su ciò che il contesto attorno gli vuole comunicare. Tentiamo di decifrare lo stato emotivo di cui è preda: la maggioranza degli studiosi protende per il sublime, un’emozione complessa poiché caratterizzata sia da una componente positiva, di profonda meraviglia, sia da una negativa, di paura e terrore reverenziale.
Un’emozione che si presta particolarmente a essere indotta e percepita attraverso i nuovi linguaggi artistici: algoritmi, realtà virtuali, Intelligenze Artificiali in grado di manipolare, modificare e potenziare la realtà, per strabiliare lo spettatore e trasportarlo in una dimensione nuova e differente, per stupirlo e coinvolgerlo in un’esperienza estetica inedita.
LA MOSTRA DI QUAYOLA A BOLOGNA
Al 25esimo piano della Torre Unipol a Bologna è possibile fare esperienza di tutto ciò. CUBO, il museo d’impresa del Gruppo Unipol, ha inaugurato Ways of seeing, la personale del media artist Davide Quayola (Roma, 1982), a cura di Federica Patti, per la sesta edizione di das ‒ dialoghi artistici sperimentali, la rassegna trasversale dedicata al confronto artistico e culturale sui temi della contemporaneità.
Quayola è in mostra con una serie di video e pitture digitali, frutto di una complessa rielaborazione da parte delle nuove tecniche di generazione artistica, algoritmi e software per l’analisi e la manipolazione dei dati, raffiguranti potentissimi paesaggi naturali che l’artista ha realizzato a partire da una serie di riprese ad altissima definizione dei mari in tempesta sulle coste della Cornovaglia.
Anche i dipinti di Quayola, come quelli di Friedrich o Turner, non si fanno portavoce solo delle sfaccettature dei sentimenti umani, ma diventano l’espressione della forza della natura che, nella quiete di un paesaggio, incombe e domina l’uomo, il quale non può nulla contro la sua potenza.
Marta Pizzolante
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