Berlinale 2023. Helen Mirren è Golda Meir, la prima donna premier di Israele

Perfetta come sempre, Helen Mirren veste i panni del primo ministro Golda Meir. Diretta da Guy Nattiv, propone il ritratto di una donna forte, coraggiosa, materna ma anche contraddittoria. Una leader che si è dovuta fare carico della perdita di un’intera generazione

Un altro ritratto di donna alla Berlinale 73. Si tratta di Golda Meir, ovvero il quarto premier d’Israele e la prima donna a guidare il governo del suo Paese. E ancora la donna che, infine, fu definita “l’unico vero uomo in Israele”. Golda, che arriverà nelle sale italiane con 01 Distribution, è il nuovo film di Guy Nattiv apprezzato qualche anno fa proprio a Berlino per il suo Skin poi arrivato agli Oscar.

“GOLDA”. RITRATTO DI DONNA E DELLA GUERRA DELLO YOM KIPPUR

“Aveva la capacità, che tutti i leader dovrebbero avere, di essere misurata emotivamente perché in una sfera pubblica”, commenta Helen Mirren, come sempre perfetta in qualsiasi ruolo. “Penso che in realtà fosse molto appassionata, ma allo stesso tempo anche molto pratica, enormemente pratica”. Nel film si osserva Golda Meir nel momento più difficile della sua vita e del suo Paese. Sono i giorni concitati che seguono quel 6 ottobre 1973 quando le forze armate di Egitto, Siria e Giordania condussero un attacco militare a sorpresa nella penisola del Sinai e nelle alture del Golan. Con i suoi in netta minoranza numerica sul campo e sovrastati a livello militare, Golda Meir deve prendere la decisione più difficile: combattere la guerra dello Yom Kippur contro un nemico più forte e tenere testa a un governo composto da soli uomini non del tutto amici o fedeli. Una donna, un premier che si è dovuta far carico di un grosso peso quale “la perdita in questa guerra di un’intera generazione. Israele era un Paese molto giovane ma tutti quei morti furono un fatto traumatizzante. Lei non si è mai lamentata né ha dato la colpa a qualcun altro nonostante tutti la accusassero”.

GOLDA MEIR COME ELISABETTA I

Golda non è un film emotivo o commovente. È narrativo e storico – con le sue immagini di archivio. “È un nuovo punto di vista su Golda Meir”, afferma lo sceneggiatore Nicholas Martin. “Abbiamo scelto di raccontare quello che Golda ha fatto in quelle due settimane, la sua forza e la sua instancabilità. Ci siamo basati su un’enorme mole di documenti, alcuni desecretati di recente, cercando una storia all’interno di questo materiale”. E il regista Guy Nattiv racconta di essersi ispirato a Das Boot di Wolfgang Petersen, film del 1981. “Lei è in trincea, bloccata in una posizione da cui non può muoversi, sola in mezzo a tutti questi uomini, consapevole che i suoi soldati stanno morendo. Questa guerra è il suo Vietnam”. E aggiunge: “Golda non è un personaggio univoco, ha i suoi punti deboli, sbaglia e si prende le sue responsabilità, cosa che i leader di oggi non fanno più”. E a tutti quelli che dopo il film hanno definito Golda Meir “l’altra Iron Lady”, Helen Mirren dice invece: “interpretarla non è stato troppo diverso da vestire i panni della regina Elisabetta I. Golda era molto coraggiosa e la sua dedizione verso Israele era totale, come lo era Elisabetta I. Non era inflessibile, anzi era materna, amava cucinare, era felice quando poteva stare nel suo kibbutz a occuparsi delle galline, ma la vita la portò su un cammino differente”. Nel cast anche Camille Cottin.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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