Tano D’Amico – Via degli Zingari

Informazioni Evento

Luogo
LIBRERIA LIBRI NECESSARI
Via degli Zingari 22 A, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
24/02/2023

ore 18

Curatori
Matteo Di Castro
Generi
fotografia, personale

Via degli Zingari è il titolo della mostra di Tano D’Amico in programma da Libri Necessari, libreria antiquaria che ha sede in quella strada di Roma, nel cuore dello storico rione Monti.

Comunicato stampa

Via degli Zingari è il titolo della mostra di Tano D’Amico in programma, dal 24 febbraio al 1 aprile, da Libri Necessari, libreria antiquaria che ha sede in quella strada di Roma, nel cuore dello storico rione Monti.
Sullo stesso lato della via, qualche metro più in là, una lapide ricorda il comune sterminio patito da Rom Sinti e Camminanti e dal popolo ebraico “ad opera della barbarie genocida del nazifascismo”.
Con la storia del Novecento, ma anche con quella antica, nonché con la storia dell’arte e della fotografia, Tano D’Amico si confronta non da oggi.
I suoi libri, infatti, almeno a partire da Di cosa sono fatti i ricordi (edito da Postcart nel 2011), sono concepiti come dei taccuini in cui le immagini si alternano a pagine di solo testo, di riflessione sulle metamorfosi della realtà sociale e culturale.
L’ultimo di questi taccuini, il terzo pubblicato con Mimesis Edizioni, ha per titolo Orfani del vento. L’autunno degli zingari.
Il fotografo rilegge e riscrive un nucleo significativo del proprio archivio, a cui in passato aveva già dedicato due pubblicazioni: Zingari. Fotografie di Tano D’Amico (Marcello Baraghini Editore, 1988) e Il giubileo nero degli zingari (Editori Riuniti, 2000).
L’incontro con i Rom e dunque il primo nucleo di fotografie a loro dedicate risalgono ai primissimi anni Ottanta del secolo scorso. «Ho cercato gli zingari quando il mio mondo era ormai crollato». […] Ho seguito le loro vicende, le loro feste i loro lutti».
Ma nelle stampe fotografiche pubblicate nel libro, così come in quelle esposte in mostra (stampe sempre analogiche), accanto al suo nome Tano D’Amico ha preferito non scrivere luogo e anno dello scatto.
Il risultato è un insieme di visioni e composizioni in cui, al di là degli scenari attraversati (per lo più desolati, spesso drammatici) e delle figure ritratte (soprattutto donne e bambini), l’occhio del fotografo pare accordato su una persistente nota di struggimento.
«Vorrei queste immagini fossero guardate come i fotogrammi di un film muto. Sono gli zingari della mia vita. Le immagini le regalano loro».
Alla mostra, curata da Matteo Di Castro di s.t. foto libreria galleria, si accompagnano due testi di Michela Becchis e Christian Raimo.
La sera dell’inaugurazione, il 24 febbraio, a partire dalle 18, Tano D’Amico firmerà copie del suo nuovo libro Orfani del vento. L’autunno degli zingari.
Tano D’Amico nasce nel 1942 nell’isola siciliana di Filicudi, ma a sette anni si trasferisce a Milano. Conseguita la maturità classica, inizia a frequentare la facoltà di scienze politiche alla Cattolica, ma dopo il servizio militare si trasferisce a Roma, già in pieno fermento sociale nei mesi che precedono il fatidico ’68.
La partecipazione attiva ai movimenti lo conduce, quasi suo malgrado, sul difficile sentiero della fotografia: i compagni riconoscono l’originalità del suo sguardo, e il fotografo sceglie di condividere il loro impegno in giornali e riviste come Potere Operaio, Ombre Rosse, e soprattutto Lotta Continua, con cui collaborerà fino alla definitiva chiusura del quotidiano. Successivamente, le sue immagini troveranno spazio anche sull’altra storica testata della nuova sinistra italiana, il manifesto. Vale la pena ricordare anche la collaborazione con i settimanali Noi donne e
Quotidiano Donna.
Dai suoi primi scatti fino ad oggi, Tano D’Amico ha scelto di mettere a fuoco gli attori più marginalizzati della scena sociale (disoccupati, senza-casa, malati mentali, detenuti, immigrati, donne, studenti, operai) e di raccontare con continuità le battaglie dei diversi movimenti che contestano l’ordine su cui si regge il mondo in cui viviamo.
Roma è stata ed è tutt’ora la protagonista della fotografia di strada di Tano D’Amico, che nel corso di più cinquant’anni ha raccontato soprattutto la vita di chi vive ai margini della città storica: da Tor Bella Monaca a Casalbruciato, da Magliana a San Basilio, da Primavalle a Rebibbia.
Anche lontano dalla capitale, Tano D’Amico ha non solo seguito da vicino i passaggi più intensi e anche drammatici della nostra storia (dal colera a Napoli del 1972 all’occupazione della FIAT a Torino nel 1980 alla morte di Carlo Giuliani a Genova nel 2001), ma ha continuato ad avvicinare e a mettere a fuoco un’umanità per lo più ignorata o deformata dal sistema dei media.
Alcune immagini di Tano D’Amico sull’Italia degli anni ’70 sono divenute talmente iconiche, che la sua opera rischia di essere identificata solo con il racconto degli anni ribelli.
E’ invece proprio nei viaggi e negli incontri fuori dall’Italia (da Francoforte a Gerusalemme, da Mogadiscio a New York), nei fotogrammi nati dal confronto diretto con gli urti della storia (l’Irlanda della guerra civile, la Grecia dei colonnelli, la Spagna franchista, il Portogallo della Rivoluzione dei garofani, la guerra in Bosnia, il conflitto in Palestina, la resistenza in Chiapas), che è possibile riconoscere in maniera esemplare la sua vocazione di “fotografo di strada”.
Questa peculiare sensibilità, gli ha consentito di sintonizzarsi, nel corso degli anni, con mondi apparentemente lontani: come quello di Joseph Beuys, il grande artista concettuale di cui Tano D’Amico documenta in esclusiva nel 1981 l’happening “Terremoto” a Palazzo Braschi di Roma; o come quello cattolico, che lo chiama a illustrare con le sue immagini il nuovo catechismo per i giovani e a collaborare con il settimanale Il Sabato.
Oltre che sulla stampa quotidiana e periodica, ha pubblicato le proprie fotografie in numerosi libri, firmandone una trentina come autore: delle immagini, ma sempre più spesso anche dei testi. Nella collana “Sguardi e visioni” di Mimesis Edizioni sono apparsi, a partire dal 2020, tre titoli: Fotografia e destino, Misericordia e tradimento e Orfani del vento. Nel 2022 è uscito invece il saggio di Viviana Vacca Immagini che vivono. Politica e fotografia in Tano D’Amico (Ombre corte)
L’archivio di Tano D’Amico non è stato ancora stato adeguatamente valorizzato dalle istituzioni culturali italiane, mentre da diversi anni figura nelle collezioni di Beinecke Library dell’università di Yale.
Alla catalogazione, alla promozione e alla vendita delle sue stampe fotografiche e dei suoi libri del passato si dedicano lo studio bibliografico Arengario e s.t. foto libreria galleria.