Giulio Calegari – Fugaci umane tracce
La Fondazione Bandera per l’Arte è lieta di presentare, in occasione della XIX edizione di Filosofarti, la mostra Giulio Calegari Fugaci umane tracce.
Comunicato stampa
La Fondazione Bandera per l’Arte è lieta di presentare, in occasione della XIX edizione di Filosofarti, la mostra Giulio Calegari Fugaci umane tracce.
Architetto, già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera per il corso “Archetipi dell’immaginario”, Conservatore onorario della sezione di Paleontologia del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, per il quale ha diretto dal 1983 tutte le spedizioni archeologiche in Mali, Eritrea, Marocco e Togo, autore di numerose pubblicazioni scientifiche, Calegari trasferisce la conoscenza e l’esperienza maturata in ambito storico/archeologico nella propria produzione artistica.
Una cospicua parte delle opere presenti in mostra, intitolata “Autobiografia sotterranea” è un infatti un riferimento agli studi e alle scoperte sull’arte rupestre africana e nei lavori compaiono i gesti legati alla scheggiatura di manufatti archeologici reinterpretati poeticamente.
Immagini di piccoli molluschi che abitavano le grotte, calchi di unghie preistoriche rilevate da un coccio del Neolitico, impronte antiche e tracce di ocra rossa vanno a formare un piccolo e quasi evanescente mondo antico nel quale è contenuta la storia dell’umanità.
L’idea di Limite /Illimite si intreccia ad una ricerca storica che oltrepassa i confini di spazio e tempo arrivando a noi in forma di nuovi manufatti artistici che hanno la finalità di farci percepire l’universalità del pensiero umano.
BIOGRAFIA
Giulio Calegari è architetto, già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dirige il periodico “Archeologia africana – saggi occasionali” e ha diretto numerose spedizioni archeologiche in Africa per conto del Centro Studi Archeologia Africana e del Museo di storia Naturale di Milano. Ha curato i volumi “L’uomo e l’ambiente del Sahara preistorico”, “La religione della sete – l’uomo e l’acqua nel Sahara”, è pubblicato il “Repertorio dell’arte rupestre dell’Eritrea”. Del 2015 è il suo libro ”Ricette atmosferiche – Una guida situazionista a Milano ”Sedizioni Diego Dejaco Editore, e del 2017 “Aperture all’immaginario – Tra archeologia africana e incertezze” Quodlibet.
Dalla fine degli anni Sessanta sviluppa una ricerca artistica a spiccato carattere performativo utilizzando spesso metodi mutuati dall’ambito antropologico unitamente all’uso di nuove tecnologie per portare alo scoperto la sua ricerca del passato più antico e la frequentazione di spazi inesplorati.