Biennale Arte 2013, Lorenzo Benedetti nominato curatore del padiglione nazionale. Dell’Olanda, però: l’Italia sta ancora al palo. Ma noi ci siamo stancati…
La notizia ci riempie di orgoglio, ma per certi versi ci fa salire il livello di bile a quote stratosferiche. Orgoglio, nell’annunciare una nuova affermazione di un curatore italiano sulla scena internazionale, ai massimi livelli: la Mondrian Foundation ha infatti annunciato di aver scelto Lorenzo Benedetti come curatore del padiglione nazionale alla Biennale Arti Visive […]
La notizia ci riempie di orgoglio, ma per certi versi ci fa salire il livello di bile a quote stratosferiche. Orgoglio, nell’annunciare una nuova affermazione di un curatore italiano sulla scena internazionale, ai massimi livelli: la Mondrian Foundation ha infatti annunciato di aver scelto Lorenzo Benedetti come curatore del padiglione nazionale alla Biennale Arti Visive di Venezia 2013. Benedetti, da tempo in forze al centro d’arte De Vleeshal di Middelburg, è risultato vincitore – come Artribune, altro piccolo motivo di orgoglio, aveva vaticinato già un paio di mesi fa – nell’ambito dell’apposita selezione che vedeva in corsa quattro curatori, con un progetto che coinvolgerà l’artista Mark Manders.
Dopo Ilaria Bonacossa co-curatrice del padiglione islandese, ed Alfredo Cramerotti responsabile di quello del Galles, un altro critico italiano protagonista il prossimo anno a Venezia. E qui comincia a salire la bile cui accennavamo sopra: da una parte perché si conferma che la classe curatoriale italica, per veder riconosciute le proprie, a questo punto, accertate qualità, è costretta inesorabilmente a varcare i confini patrii. Dall’altra perché si ripresenta l’assoluta inadeguatezza della nostra schiatta politico-amministrativa di fronte ad una decisione non certo complessa come la nomina del curatore del proprio padiglione.
Chi è stato a Venezia per la Biennale Architettura, avrà constatato con mano i risultati di tale sciatteria: un Luca Zevi che ha fatto miracoli, considerando il tempo ristrettissimo con cui è stato incaricato commissario; ma un padiglione che tuttavia denuncia tutti i limiti di un progetto che non è stato possibile elaborare, strutturare, rifinire adeguatamente. E le premesse ci dicono che anche per la Biennale Arti Visive si rischia di andare in quella direzione: otto mesi già sono pochi, per creare da zero un progetto credibile. E siccome queste cose le diciamo da tempo, inascoltati come i tanti altri che le lamentano, abbiamo deciso che è finito il tempo di stare a guardare. Seguiteci su Artribune, a brevissimo sarete chiamati a far sentire la vostra voce…
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