Les dîners de Gala a Barcellona. Il ricettario surrealista di Salvador Dalì è un menu degustazione

A 50 anni dalla prima edizione del libro, dedicato a Gala, moglie e musa di Dalì, il ristorante Moments di Barcellona rilegge le opulente ricette ideate dall’artista catalano guardando all’alta ristorazione parigina del tempo

Nel 1973, Salvador Dalì dava alle stampe un ricettario illustrato (editore Felicie, New York) ispirato ai sontuosi banchetti organizzati da sua moglie Gala. Les dîners de Gala è in realtà un manuale di cucina strettamente influenzato dall’immaginario surrealista, dove anche il cibo diventa pretesto per evocare scenari onirici e spettacolari.

Salvador Dalì, Les diners de Gala, edizione Taschen 2016

Salvador Dalì, Les diners de Gala, edizione Taschen 2016

DALÌ, LA PASSIONE PER IL CIBO E IL RICETTARIO

Da bambino, del resto, l’artista spagnolo rivendicava il desiderio di diventare uno chef e il tema gastronomico farà più volte incursione nei suoi lavori. Il ricettario (non l’unica raccolta di ricette d’artista, basti pensare alla parodia della cucina francese illustrata da Andy Warhol in Wild Raspberries, nel 1959) appartiene però alla fase più adulta della sua vita, e condensa l’atmosfera delle festa e tema e in maschera organizzate dai coniugi Dalì, quando tra gli ospiti si aggiravano persino degli animali selvaggi. Il libro raccoglie 136 ricette suddivise in 12 capitoli, con commenti e suggerimenti dell’artista impegnato a spiegare la sua percezione del cibo e il pensiero dietro l’organizzazione di una cena conviviale, convinto che “la mandibola è il migliore strumento di conoscenza filosofica”. Tra le pagine, ristampate nel 2016 da Taschen, si spazia così tra uova millenarie e cotolette di vitello ripiene di lumache, paté di rana e caramelle alle pigne: preparazioni – replicabili perché pensate con la collaborazione di un “cuoco segreto” – che sembrano fare il verso ai menu dei lussuosi ristoranti parigini degli Anni Sessanta e Settanta, rilette dall’estro di Dalì, che si preoccupa anche di illustrare le pietanze (dalla composizione che associa un cigno su base di sfoglia a uno spazzolino da denti alle immancabili aragoste) e suggerire dei menu tematici, come quello afrodisiaco. Le immagini presenti nel testo, in realtà, appartengono alla serie di litografie pubblicate da Draeger e Bellini nel 1971: opere numerate e firmate dall’artista che celebrano la passione di Salvador Dalí per il mondo culinario, poi confluite nel ricettario (mentre nel 1977 sarebbe uscito il testo complementare, Los vinos de Gala, eccentrica guida che identifica vini voluttuosi, frivoli, impossibili). Un lavoro, come ribadiva l’autore, dedicato ai piaceri del gusto, che rifugge le “ricette dietetiche”: “Qui abbiamo intenzione di ignorare quei grafici e tabelle in cui la chimica prende il posto della gastronomia. Se sei discepolo di uno di quei contatori di calorie che rivoltano la gioia di mangiare e la rendono una forma di punizione, chiudi questo libro. Esso è troppo vivace, troppo aggressivo e troppo impertinente per te”, si legge nella prefazione.

Moments, Patate ripiene a la charcuterie, menu omaggio a Dalì

Moments, Patate ripiene a la charcuterie, menu omaggio a Dalì

IL MENU DI MOMENTS ISPIRATO A DALÌ

A cinquant’anni dalla prima edizione, il ristorante Moments del Mandarin Oriental di Barcellona ha deciso di celebrare l’anniversario del ricettario e l’ossessione per il cibo di Dalì. L’idea si deve alla chef ben nota sulla scena gastronomica internazionale Carme Ruscalleda, che con suo figlio Raül Balam ha ideato un menu degustazione ispirato alle ricette dell’artista. Il percorso tematico, che i commensali potranno apprezzare per l’intera stagione in corso (al prezzo di 215 euro a persona), prende avvio con cozze a sorpresa e patate ripiene “à la charcuterie”, omaggiando così anche gli storici ristoranti francesi che furono riferimento per Dalì, come la Tour d’Argent o Maxim’s. Si procede tra uova di quaglia con caviale, zuppa di pollastro al tartufo, verza ripiena di piccione con insalata alla Alexandre Dumas. Come i nomi, anche l’estetica richiama il genio surrealista, evocato anche attraverso un paio di baffi edibili che completano il dessert.

Livia Montagnoli

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