Sculture e design alla Milano Fashion Week. La sfilata di Bottega Veneta è un inno all’arte 

Non solo vestiti, ma anche arte e design alla sfilata autunno - inverno 2023/24 della maison. L’ispirazione principale? Il futurismo di Boccioni. Qui la storia di questa collezione 

Da Bottega Veneta le modelle e i modelli non hanno cavalcato la passerella da soli, bensì accompagnati da Forme uniche nella continuità dello spazio di Umberto Boccioni e dai Corridori della Villa dei Papiri di Ercolano (79 d.C), prestati dal Museo archeologico nazionale di Napoli. In onore di una collezione Autunno – Inverno 2023/24 incentrata sul movimentato e sulla leggerezza, riflessa nelle sedie Superleggere di Gio Ponti su cui si sono seduti gli ospiti. Spettatori di una parata e non di una sfilata come le altre viste alla Milano Fashion Week: a suggerirlo è lo stesso Matthieu Blazy, nuovo direttore creativo del marchio italiano, il quale scrive nelle personali note del fashion show: “Una parata: l’alchimia della strada sta nella differenza; chi incontrerai? Cosa c’è dietro l’angolo? Chi ti stupirà? È la sorpresa dell’incontro che ha importanza”. E pare che sia stato proprio l’incontro con lui ad aver stupito il pubblico durante la terza ed ultima sfilata della trilogia dedicata all’Italia. Accompagnata da Cuccuruccucù di Franco Battiato, che parla di spostamenti e carnevale.

LA COLLEZIONE AUTUNNO – INVERNO 2023/24 DI BOTTEGA VENETA

Se volessimo definire la collezione Autunno – Inverno 2023/24 di Bottega Veneta, basterebbero due parole: complessa semplicità. La sfilata apre con un abito candido e trasparente, che funge da punto di partenza per le sperimentazioni successive: tuniche in maglia abbinate a giacca e cravatta, tutine che riprendono l’aspetto di un classico completo, tessuti squamati, fianchi delineati da contorni astratti e cappotti che sfumano fino a diventare intangibili (o tutto il contrario). Gli abiti pensati da Blazy hanno il fine di ispirare anche quel pubblico lontano dal marchio, senza rinunciare al divertimento di un creativo. Per fare ciò, ha dovuto attingere alla tradizione e al “fare italiano”, modernizzandoli attraverso elementi scenici come piume, ricami, pellicce, applicazioni in rilievo e pellame. Mescolandoli sempre all’arte; nello specifico, al futurismo di Boccioni, tangibile nei dettagli e nelle forme che riproducono il movimento degli abiti. Anche se sono inermi. Il risultato? Un guardaroba serio quanto divertente e variegato, portabile dalla mattina alla sera. Ma impegnativo a causa dell’italianità borghese e dell’heritage, di cui Bottega Veneta necessita per continuare la sua narrazione. Lontana dalla facile comprensione, perciò dalla superficialità delle piattaforme social su cui non è più presente da tempo

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da SophieFontanel (@sophiefontanel)

IL LEGAME TRA BOTTEGA VENETA E L’ARTE

Il legame tra l’ultima collezione di Bottega Veneta e l’arte non è solo nel movimento tanto rappresentato dal futurismo. I ricami in seta fatti a mano su tessuti leggeri e vedo-non vedo sono ispirati alle vesti di Clori e Flora, protagoniste della Primavera di Botticelli. Interpretando, sempre in chiave contemporanea, la loro metamorfosi, ora trasportata su abiti simili alle tele dei quadri. Ma arte significa anche artigianato, e l’iconica borsa Sardine del marchio italiano lo dimostra attraverso un manico in vetro soffiato. Lo stesso materiale viene utilizzato per un paio di scarpe che ricordano le creazioni endemiche di Murano. Matthieu Blazy, evidentemente appassionato di cultura italiana, non lascia al caso neanche la moquette su cui sfilano i suoi abiti, che riproduce i pavimenti dei terrazzi veneziani (e il gusto di gelato preferito dal fashion designer, ovvero stracciatella alla menta). Confermando, ancora una volta, la relazione bilaterale tra arte e moda. Che per questa stagione, almeno da Bottega, non si è limitata all’allestimento, come le sedie di Gaetano Pesce scelte per la sfilata Primavera – Estate 2023 dello stesso marchio.

Giulio Solfrizzi

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

Scopri di più