Scolpire la pittura. Venturino Venturi in mostra a Firenze

Quarant’anni di attività dello scultore toscano, dal 1941 al 1981, attraverso una selezione di dipinti e sculture. Fra carta, olio, china, bronzo e cemento, alla galleria Il Ponte prende forma l’universo di un artista che amava la sperimentazione

La scultura romanica e la fascinazione per l’arte primitiva sono i riferimenti principali per Venturino Venturi (Loro Ciuffenna, 1918 ‒ Terranuova Bracciolini, 2002), il cui segno caratterizzante è una compattezza strutturale che dà la misura di un intenso rapporto espressivo con la tridimensionalità; scolpendo, l’artista esalta la materia plasmandola con pochi sapienti tocchi di scalpello e seguendo le forme che alla natura è piaciuto imprimerle. Una mostra in cui l’informale prevale sulla figurazione, a sottolineare la volontà sperimentale dell’artista nei decenni presi in esame, un percorso nel quale essere umano e natura si sublimano a vicenda nella creazione artistica.

Venturino Venturi, Materie 1942-1981, installation view a Galleria Il Ponte, Firenze, 2023

Venturino Venturi, Materie 1942-1981, installation view a Galleria Il Ponte, Firenze, 2023

LA MOSTRA SU VENTURINO VENTURI ALLA GALLERIA IL PONTE

Il pennello diviene una sorta di appendice dello scalpello, dal quale scaturisce un segno “rude” come quello di una pittura rupestre, che a sua volta dà vita a opere dalla fortissima, quasi violenta, matericità.  Paradossalmente, si può parlare di “sculture a due dimensioni”, di opere che vibrano di quella forza di coesione che appunto rende possibile la materia e, in ultima istanza, la vita sulla Terra. L’olio steso sul cemento, la china stesa su tavole non preparate, come già il bronzo per le sculture, sono la resa concreta di quel logos da cui trae origine l’Universo.

Niccolò Lucarelli

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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