Il Barocco contemporaneo di Gonzalo Borondo in una chiesa a Bologna
A Bologna l’artista spagnolo Gonzalo Borondo dialoga con l’architettura barocca di un ex edificio di culto. Usando come strumenti il video e immagini e suoni in loop
Duttile, dialettica, materica e virtuale, la scenografica immersione costruita da Gonzalo Borondo (Valladolid, 1989) nell’ex Chiesa di San Mattia a Bologna incede metaforicamente sul mito della creazione, manipolandone l’elemento narrativo nella grammatica audiovisiva di Settimo Giorno. Sei visioni e altrettanti percorsi tra le cappelle ci guidano, senza un ordine prestabilito, verso lo spazio dell’altare e all’inevitabile avverarsi del nostro “settimo giorno”. Tuttavia non ci viene fornita una lettura perentoria: si tratta dunque della fine o di un rinnovato principio del tutto?
LA MOSTRA DI GONZALO BORONDO A BOLOGNA
Per la prima volta, Borondo usa il video come principale medium espressivo di una ricercata interazione tra la riattivazione della materia visiva, mediata dal patrimonio ancestrale del luogo, e la sua fruizione da parte dello spettatore. Elaborata da fotogrammi in cianotipia, l’immagine video, infatti, altera il nostro dato esperienziale, instaurando ‒ a partire dall’analogico che si combina all’uso del 3D ‒ un ideale dialogo tra presente e passato. Un senso “plasmato” nel sincretismo linguistico di Settimo Giorno attraverso immagini in loop e suono, creando una suggestione che valica la dimensione e la logica della parete e che, in uno specifico rimando allo stile architettonico dello spazio espositivo, contempla l’illusionismo pittorico del Barocco.
Questa stratificazione visiva non a caso riflette quella tecnica delle opere esposte presso la dinamica realtà promotrice della mostra, MAGMA gallery. Forte della pregressa collaborazione con l’artista spagnolo, la galleria integra, nel minimalismo del suo white cube, il processo videografico concepito per San Mattia in una serie di inediti “bassorilievi”. Ed è dunque nella giustapposizione del bianco e del nero dello smalto acrilico applicato alle reti in vetroresina che si reitera un effetto chiaroscurale e quindi una rinnovata illusione ottica tra pittura e scultura, tra la realtà materica e la percezione che ne riceviamo.
Rossella Della Vecchia
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