Fotografia, arte pubblica e impegno sociale. JR in mostra a Torino

L’artista francese riunisce alle Gallerie d’Italia di Torino le sue installazioni fotografiche itineranti, nate dall’incontro e dal dialogo fra le persone. È la sua prima mostra in un museo italiano

L’Italia lo ama, lui ricambia. Dopo la sua prima mostra italiana presso Galleria Continua a San Gimignano e svariati interventi di arte pubblica a Firenze, Roma e Milano, JR (Parigi, 1983) torna. Di più: per la prima volta in un museo. E lo fa a Torino, alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, facendo il punto su un progetto – Déplacé·e·s, dedicato a migranti e rifugiati politici e avviato nel 2022, ma sempre drammaticamente attuale – nel suo stile antiretorico e dagli alti ideali.

Gallerie d'Italia Intesa Sanpaolo, installation view mostra JR a Torino, 2023. Photo Andrea Guermani

Gallerie d’Italia Intesa Sanpaolo, installation view mostra JR a Torino, 2023. Photo Andrea Guermani

JR IN MOSTRA A TORINO

Cambiare il mondo sembra impossibile”, ha detto l’artista parigino di origini tunisine che ha fatto la sua fortuna documentando 18enne le rivolte del 2005 nelle banlieue francesi. “Ma ognuno di noi può fare un’azione che inneschi una reazione”. Lui di azioni ne ha fatte tante, in ogni parte del mondo, in oltre vent’anni di carriera, ma non si considera un artista impegnato e neanche uno street artist se riferito al movimento storico, piuttosto “uno che fa impegnare gli altri”. Dalla partecipazione della gente nascono, così, le sue installazioni fotografiche viaggianti, che a Torino JR riunisce, per la prima volta, in questa mostra coinvolgente, sia sul piano fisico sia su quello emotivo.

Gallerie d'Italia Intesa Sanpaolo, installation view mostra JR a Torino, 2023. Photo Andrea Guermani

Gallerie d’Italia Intesa Sanpaolo, installation view mostra JR a Torino, 2023. Photo Andrea Guermani

LA MOSTRA ALLE GALLERIE D’ITALIA

Si tratta di alcune immagini scattate dall’artista in zone di crisi, dall’Ucraina sconvolta dalla guerra fino agli sterminati campi profughi di Mugombwa, in Rwanda, e di Mbera, in Mauritania, Cùcuta in Colombia e a Lesbo, in Grecia. Trasformate in teli fotografici monumentali, come i residui della performance a Torino sui cinque ritratti di bambini profughi che ha coinvolto 1400 persone, o in frammenti video di storyboard di viaggio, sono loro il filo conduttore di un percorso che ha inizio già dall’ingresso del museo, con l’immagine di un gigantesco occhio stampato sulla porta, per concludersi nella vasta sala ipogea immersiva, dove si ha la sensazione di partecipare a questo grande rito di coscienza collettiva. “Abbiamo bisogno che queste immagini viaggino”, hanno detto dall’Ucraina, “perché la gente non dimentichi questa guerra”. Un appello colto da JR che lo ha tradotto in azione. Per dare un senso all’inenarrabile.

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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