All’architetto britannico David Chipperfield il Pritzker Prize 2023 

Il più alto riconoscimento globale del settore architettura è stato assegnato a Sir David Alan Chipperfield. Alla guida dal 1985 del pluripremiato studio David Chipperfield Architects, è noto per le opere in ambito museale e i restauri. Significativi i suoi interventi in Italia, da Venezia a Milano

E alla fine è arrivato il Pritzker Architecture Prize per David Chipperfield. Da tempo presenza costante nella lista dei potenziali vincitori del premio (assegnato dal 1979 dalla Hyatt Foundation alle più eminenti figure dell’architettura globale), l’architetto britannico riceverà l’ambita medaglia bronzea con incise le parole firmnesscommoditydelight il prossimo mese di maggio, ad Atene. La stessa città in cui, con lo studio da lui fondato nel 1985 nella natìa Londra, si appresta ad ampliare e restaurare il National Archaeological Museum. Quello della capitale greca sarà l’ennesimo museo affidato alla magistrale combinazione di misura, eleganza e atemporalità divenuta in quasi quattro decenni (e più di cento opere ultimate) la cifra di Chipperfield. Che oggi si definisce “sopraffatto” dall’onore di essere il 52esimo architetto insignito del Pritzker Prize, il medesimo riconoscimento attribuito ai due pesi massimi dell’architettura anglosassone al fianco dei quali mosse i primi passi nella professione: Norman Foster e il compianto Richard Rogers. “Prendo questo premio come incoraggiamento a continuare a rivolgere la mia attenzione non solo alla sostanza dell’architettura e al suo significato ma anche al contributo che possiamo dare come architetti per affrontare le sfide esistenziali del cambiamento climatico e della disuguaglianza sociale”, dichiara oggi Sir David Alan Chipperfield CH.

COVER Sir David Alan Chipperfield, CH. Photo courtesy of The Hyatt Foundation -The Pritzker Architecture Prize

COVER Sir David Alan Chipperfield, CH. Photo courtesy of The Hyatt Foundation -The Pritzker Architecture Prize

DAVID CHIPPERFIELD VINCE IL PRITZKER PRIZE 2022

È proprio a quella che potremmo definire come la “maniera” di Chipperfield di lavorare nel contesto museale ed espositivo che la giuria – anche quest’anno presieduta da Aravena, affiancato da Barry Bergdoll, Deborah Berke, Stephen Breyer, André Aranha Corrêa do Lago, Kazuyo Sejima, Wang Shu, Benedetta Tagliabue e da Manuela Lucá-Dazio come Executive Director –, riserva una lunga digressione nella motivazione. Un elogio nel quale, in primis, viene evidenziata la capacità del progettista di offrire nei diversi incarichi risposte “attente, ben congegnate, precise e pacate” e “mai egoriferite”. Atteggiamento che se da una parte è l’esplicito riflesso della sua “profonda e solida conoscenza della disciplina”, dall’altro testimonia come il suo sforzo sia orientato al raggiungimento di un obiettivo civico e pubblico riconosciuto come superiore. “David Chipperfield “fa il suo lavoro”, e lo fa bilanciando pertinenza e statura. Operare ancorato al corpo di conoscenza della disciplina richiede sia intelligenza che modestia; mettere tale conoscenza al servizio di un determinato progetto richiede talento e maturità”. In grado di calibrare il suo tocco a seconda dei contesti e delle richieste, in un raggio d’azione che secondo Aravena va dal “gesto forte e monumentale fino quasi a scomparire”, Chipperfield è autore di edifici estranei alle tendenze, che “trasudano ogni volta chiarezza, sorpresa, sofisticata contestualizzazione e fiduciosa presenza”. A caratterizzarli sono “eleganza, sobrietà, composizioni chiare e dettagli raffinati”. E fra questi spiccano, appunto, gli interventi in ambito museale, spesso associati (come sull’Isola dei Musei di Berlino, alla Kunsthaus Zürich o prossimamente in terra greca) a operazioni di “agopuntura” del patrimonio esistente.

Royal Academy of Arts Masterplan 2018 London, United Kingdom. Photo courtesy of The Royal Academy of Arts. Photo courtesy of The Hyatt Foundation -The Pritzker Architecture Prize

Royal Academy of Arts Masterplan 2018 London, United Kingdom. Photo courtesy of The Royal Academy of Arts. Photo courtesy of The Hyatt Foundation -The Pritzker Architecture Prize

L’ARCHITETTURA E I MUSEI SECONDO DAVID CHIPPERFIELD

Pur preservando una qualità del design meticolosa ma coerente” prosegue ancora la giuria “David Chipperfield ha continuamente lavorato su una vasta gamma di tipi di edifici, da quelli civili pubblici a quelli commerciali e residenzialiMa fin dall’inizio della sua carriera, i musei hanno avuto un focus particolare”. E forse non a caso appartiene a questa categoria anche la prima opera conclusa in patria, dopo la parentesi giapponese: il River and Rowing Museum di Henley-on-Thames, aperto dal 1997. I suoi interventi museali “hanno sempre sfidato la nozione di museo come luogo per la cultura d’élite. Più e più volte, ha interpretato le esigenze del programma museale per creare non solo una vetrina per l’arte ma anche un luogo legato alla città, per abbattere i confini e invitare il grande pubblico a impegnarsi”. Il risultato? Edifici che “hanno generato nuovi spazi civici”, poiché nelle mani di Chipperfield i musei – come istituzioni e come architetture – riescono a contribuire alla “trasformazione della vita urbana delle città in cui si trovano. Generosi spazi esterni li rendono non fortezze ma connettori, luoghi di aggregazione e osservazione, tanto che l’edificio stesso è un dono alla città”. Pur con all’attivo opere in Nord America e in Asia, fra cui il West Bund Museum di Shanghai (2019) e il giapponese Gotoh Museum di Chiba (1991), è soprattutto in Europa che Chipperfield ha – fin qui – dato prova di tale attitudine. Impossibile non citare l’ampliamento della Kunsthaus Zürich (2020), la ristrutturazione della londinese Royal Academy of Arts (2018) e, soprattutto, i casi berlinesi della James-Simon-Galerie (2019), del Neues Museum (2009) e il rinnovamento “il più Mies possibile” dell’iconica Neue Nationalgalerie (2021).

James-Simon Galerie 2018 Berlin, Germany. Photo courtesy of Simon Menges. Photo courtesy of The Hyatt Foundation -The Pritzker Architecture Prize

James-Simon Galerie 2018 Berlin, Germany. Photo courtesy of Simon Menges. Photo courtesy of The Hyatt Foundation -The Pritzker Architecture Prize

DAVID CHIPPERFIELD E L’ITALIA

Si è protratta per quindici anni, concludendosi solo nel 2015 in vista dell’Expo, la vicenda (tutta italiana) di una delle più conosciute opere realizzate da Chipperfield nel nostro Paese: il MUDEC – Museo delle culture di Milano. Quell’articolato iter costruttivo, recentemente ripercorso da un volume monografico edito da 24 Ore Cultura, fu preceduto dal Palazzo di Giustizia di Salerno (in collaborazione con Alberto Izzo & Partners) e quindi seguito da ulteriori incarichi di altissimo rilievo. A Venezia Chipperfield ha curato la 13. Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia nel 2012, nell’edizione intitolata Common Ground; ha operato all’interno del cimitero sull’isola di San Michele (2017) e, più di recente, nelle Procuratie Vecchie in piazza San Marco. È stato guest editor di Domus nel 2020. Fra gli interventi in corso nel mondo (in larga parte concentrati in Germania), con David Chipperfield Architects Milan si sta attualmente occupando dell’Arena Santa Giulia di Milano (messa a punto insieme a Arup, in previsione dei giochi invernali Milano Cortina 2026) e del campus per la facoltà di scienze economiche e sociali dell’Università di Padova.

Procuratie Vecchie 2022 Venice, Italy. Photo courtesy of Alberto Parise. Photo courtesy of The Hyatt Foundation -The Pritzker Architecture Prize

Procuratie Vecchie 2022 Venice, Italy. Photo courtesy of Alberto Parise. Photo courtesy of The Hyatt Foundation -The Pritzker Architecture Prize

L’ARCHITETTO DAVID CHIPPERFIELD E LA FUNDACIÓN RIA

In grado di distinguersi per l’equilibrio “tra un moderno linguaggio architettonico minimalista e la libertà di espressione, tra affermazioni astratte ed eleganza rigorosa mai priva di complessità”, dal primo studio londinese Chipperfield è progressivamente riuscito ad ampliare la propria struttura professionale. Ha aperto sedi a Berlino (1998), Shanghai (2005), Milano (2006) e Santiago de Compostela (2022). Con il passare dei decenni, forte di importanti riconoscimenti assegnati ai suoi edifici e delle significative onorificenze personali (la più recente è l’Order of the Companions of Honour, nel 2021), l’architetto ha preso posizione anche in merito al ruolo sociale dei professionisti del settore. Scriveva nel suo manifesto per Domus 2020:“In quanto architetti, designer e urbanisti, come dovremmo reagire alle sfide che ci pongono la crisi climatica e la crescente disuguaglianza economica e sociale? Spesso sosteniamo che la responsabilità è nelle mani di chi controlla il quadro finanziario e politico all’interno del quale ci troviamo a operare, ma è ora che smettiamo di accettare il paradosso di una posizione che mescola resistenza e complicità, e di sviluppare teorie per illustrare il nostro disagio”. E ancora: “Qualsiasi cosa facciamo, dobbiamo tenere in considerazione il nostro ambiente fisico e spirituale, pensare a come migliorarlo”. Passando dalle dichiarazioni ai fatti, negli ultimi anni ha sviluppato un legame d’elezione con la comunità della Galizia, una delle regioni più povere della Spagna. Proprio qui ha sede, dal 2017, la “sua” Fundación RIA, un ente culturale privato, senza scopo di lucro, il cui principale obiettivo è “l’analisi, il dibattito, lo sviluppo e la promozione di idee per sostenere lo sviluppo e la protezione dell’economia locale, nonché l’architettura, valori urbani, naturali e culturali degli estuari atlantici della Galizia nel nord-ovest della Spagna”.

Valentina Silvestrini

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

Scopri di più