Filippo Riniolo

Informazioni Evento

Luogo
CHIESA DI SANT'ANDREA APOSTOLO
Via Porta Dipinta 39, Bergamo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

visitabile tutti i giorni dal 09 al 25 Marzo dalle 8 del mattino fino alle 21:00

Vernissage
08/03/2023

ore 19

Artisti
Filippo Riniolo
Generi
arte contemporanea, personale

speciale visita guidata alla presenza dell’artista Filippo Riniolo dove si potranno osservare le sue ultime Icone Bizantine dedicate alle Filosofe Donne del 900, installate nella suggestiva cornice della Chiesa di Via Porta Dipinta.

Comunicato stampa

Nell’Anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura e nella Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, Traffic Gallery presenta un duplice evento dedicato gli artisti Rosy Rox (1976) e Filippo Riniolo (1986). Un duplice evento dislocato in due diverse sedi che collegano il borgo dell'arte di via San Tomaso in Città Bassa ad una delle vie del cuore del centro storico di Città Alta.

Negli spazi della galleria sarà allestita la nuova mostra personale dell'artista partenopea Rosy Rox con lavori inediti del 2023 e alcuni lavori recenti del 2022 nati da importanti impegni esteri, quali la nuova performance Ad Occhi Aperti presso il Museo Ovartaci di Aarhus in Danimarca e la retrospettiva presso L’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen. Collage, sculture, fotografie, e un video introdurranno il pubblico nell’esperienza taumaturgica messa in scena da Rosy Rox. Ovartaci è lo pseudonimo dell'artista Louis Marcussen (1894-1985), da cui il nome del Museo a lui (o lei) dedicato, quello stesso Museo che ha invitato Rosy Rox a trovare un dialogo tra la sua ricerca e quella dell'artista di origine danese.

E’ sull’ impervio terreno della psiche che si incrociano le storie dell’artista napoletana con quelle di Ovartaci, il cui percorso biografico e creativo si è sviluppato interamente all’interno delle mura di un ospedale psichiatrico.

Alla follia e alla possibilità di rigenerazione è dedicato l’ultimo lavoro performativo di Rosy Rox intitolato Ad Occhi Aperti, il cui universo concettuale e iconografico si intreccia con quello di Ovartaci, Capo dei Matti, la cui intera opera è percorsa dal sogno della fuga, un mondo fantastico fatto di siluette femminili dalle sembianze feline, bambole, manichini e visioni ibride che si fondono in un bizzarro manierismo e che, come per Rosy Rox, sono l’escamotage per sfuggire alle prigionie del corpo, della mente e della società.

Ancorandosi nuovamente ad una psicologia archetipica, nella performance Ad Occhi Aperti, l’artista usa l’immagine come forma interiore, forma dell’anima, traduzione di un pensiero intangibile fuori dai limiti del linguaggio. Scrive con il corpo una coreografia minimale ripercorrendo vissuti, restituendo alla memoria il tempo immobile della sofferenza, un tempo interiore che guarda il presente e lo trasforma risemantizzando il buio nella speranza della luce.

Luce ed ombra, razionalità e inconscio, un binomio inscindibile nella grammatica dell’artista, in cui è sempre l’ombra ciò che cristallizza il momento, che lega temporalità ed eternità (RR) e che rappresenta la parte sommersa dell’Io. Un senso profondo di malinconia accomuna la poetica delle due artiste lontane per epoca, contesto e linguaggio e pur inscindibilmente vicine nel tentativo di superare, attraverso la forza generatrice della creatività, le catene imposte dalla società, tanto metaforiche quanto reali.

L’occhio della bambola, feticcio infantile e simulacro dell’artista, è il dispositivo estetico e cognitivo che, come l’iconico occhio surrealista, permette a Rosy Rox di vedere l’invisibile, un occhio interiore che guarda l’inconscio per raggiungere attraverso la rivelazione dell’arte il riscatto della artista e della donna nella società.[1]

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Sempre nella giornata di Mercoledì 8 Marzo alle ore 19:00 presso la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Bergamo (Via Porta Dipinta 39) avrà luogo una speciale visita guidata alla presenza dell’artista Filippo Riniolo dove si potranno osservare le sue ultime Icone Bizantine dedicate alle Filosofe Donne del 900, installate nella suggestiva cornice della Chiesa di Via Porta Dipinta.

Filippo Riniolo (1986) giovane artista meneghino ma romano d’adozione lavora da qualche anno sul tema dell’icona come mezzo di rappresentazione pittorica, utilizzando l’antica tecnica bizantina appresa durante una residenza artistica ad Istanbul, e consistente nell’uso della tempera all’uovo e delle foglie d’oro applicate con la pietra d’agata.

Gli spazi della Chiesa di Sant'Andrea Apostolo di Bergamo saranno il palcoscenico per una decina di opere-icone raffiguranti Dieci Donne Filosofe del XX Secolo.

L’esistenza delle donne nella filosofia è un fatto, ma la sua rimozione lo è altrettanto. Dieci filosofe degli ultimi cento anni, fondamentali per il pensiero del mondo e per la lettura del nostro tempo, sono le protagoniste della nuova mostra di Filippo Riniolo. La filosofia, come moltissime altre discipline, è stata esclusivamente maschile per migliaia e migliaia di anni, anche se non poche sono le eccezioni di donne che nel passato hanno contribuito al pensiero. Il Novecento però ha visto per fortuna l’irruzione di donne ai più alti gradi dell’accademia e della filosofia, con determinanti contributi.

La loro figura è stata a volte schiacciata da uomini che avevano con loro qualche forma di relazione, basti pensare a Hanna Arendt e al suo rapporto con Martin Heidegger. Nonostante l’amore fosse reciproco nessuno si è mai sognato di descrivere Martin Heidegger come l’amante della Arendt.

Molte donne filosofe non hanno trovato abbastanza spazio nell’immaginario collettivo per un solo motivo: perchè esse sono donne e l’immaginario del filosofo è ancora terribilmente maschile.

In questa mostra la scelta è di dare spazio alle donne, esclusivamente alle donne attraverso la produzione di ciò che si intende con la parola ICONA. L’icona è un corpus di segni e simboli che rendono riconoscibile una immagine al di là della mimesi, come una Madonna o un Santo medioevale. Infatti sono i simboli a rendere riconoscibili tali figure, non di certo i tratti somatici. Il corpo è e rimane trasfigurato.

Filippo Riniolo desidera dare il suo contributo trasformando queste filosofe in ICONE, in quadri su tavola di legno, in grado di cristallizzare le loro immagini al di là dei tratti somatici di ciascuna.

Chi sono queste dieci donne ?

Simone de Beauvoir, Simone Weil, Edith Stein, Carla Lonzi, Hannah Arendt, Judith Butler, Angela Davis, Donna Haraway, Rosa Luxemburg, Naomi Klein

Perchè raffigurare delle Filosofe ?

L’artista ha scelto la filosofia come la più nobile delle discipline dell’umanità, il tentativo di arrivare alla verità ontologica con la fragilità del pensiero umano. La filosofia, la capacità di astrazione per cercare un senso, un perchè, ha reso l’uomo ciò che è e non più un animale.

* La mostra di Filippo Riniolo presso la Chiesa di Sant'Andrea Apostolo sarà visitabile tutti i giorni dal 09 al 25 Marzo dalle 8 del mattino fino alle 21:00

[1] Dal Testo Critico di Adriana Rispoli pubblicato nel Volume “Agile/Fragile” 2022