Gino Galli (1893-1944) – La riscoperta di un pittore tra Futurismo e Ritorno all’ordine

Informazioni Evento

Luogo
MLAC - MUSEO LABORATORIO DI ARTE CONTEMPORANEA
Piazzale Aldo Moro 5, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal lunedì a sabato, ore 15.00 – 19.00

Vernissage
09/03/2023

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Gino Galli
Curatori
Giulia Tulino, Edoardo Sassi
Uffici stampa
MARIA BONMASSAR
Generi
personale, arte moderna

La mostra è a cura di Edoardo Sassi, giornalista del Corriere della Sera e Giulia Tulino, assegnista di ricerca (Sapienza Università di Roma), realizzata con il coordinamento scientifico di Ilaria Schiaffini, docente di Storia dell’arte contemporanea e direttrice del MLAC.

Comunicato stampa

Il MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma presenta dal 10 marzo al 6 maggio 2023 la mostra Gino Galli (1893-1944). La riscoperta di un pittore tra Futurismo e Ritorno all’ordine, a cura di Edoardo Sassi, giornalista del Corriere della Sera e Giulia Tulino, assegnista di ricerca (Sapienza Università di Roma), realizzata con il coordinamento scientifico di Ilaria Schiaffini, docente di Storia dell’arte contemporanea e direttrice del MLAC.

Allievo prediletto di Giacomo Balla, tra gli esponenti storici del Futurismo già dal 1914, autore e firmatario di importanti testi teorici, condirettore della rivista «Roma Futurista» (con Balla, Giuseppe Bottai e Enrico Rocca) e protagonista, nel 1919 e nel 1921, di due mostre personali presso la Casa d’arte Bragaglia di Roma, una delle più importanti gallerie dell’epoca.

Nonostante tutto questo, Galli è stato fino a oggi un artista quasi del tutto ignoto anche alla storiografia sul Futurismo, salvo rare citazioni e non di rado errate, a partire dalla data di morte (quasi ovunque posticipata di dieci anni).

L’esposizione, promossa da Sapienza Università di Roma, la prima in assoluto dedicata a Galli a più di cento anni di distanza dalle due personali alla Casa d’Arte Bragaglia di Roma (1919 e 1921) e a quasi ottanta anni dalla morte, prova a ricostruirne il cammino: pittore solitario, tormentato, omosessuale, appassionato di occultismo, probabilmente morfinomane, membro della polizia segreta di Mussolini (Ovra),

sub-confidente nella rete di Bice Pupeschi, spia e amante del capo della polizia fascista Arturo Bocchini, ritratta dall’artista in un dipinto degli anni Trenta, l’unico esistente.

Si tratta dunque della riscoperta di un protagonista controverso, ma di primo piano, dell’arte del Novecento, di cui sono presentati circa cinquanta dipinti – dagli esordi prefuturisti agli anni Quaranta - provenienti da collezioni private ad eccezione di tre opere (una dalla Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea e due dalla Fondazione Brescia Musei) unitamente a documenti originali. Tutti materiali inediti, salvo rare eccezioni.

La mostra - di impianto scientifico, ma con suggestivi elementi di narrazione - affronta anche il nodo della “sparizione” di Galli dopo un esordio folgorante che lo vide protagonista di primo piano nei ranghi dell’avanguardia futurista. Viene infatti esposta anche la sua produzione degli anni Venti, Trenta e Quaranta, durante i quali l’artista aderirà agli stilemi del Ritorno all’ordine e soprattutto a un Realismo magico carico di simbologie, dando vita a opere – ritratti, paesaggi, nature morte – di grande originalità e intenso cromatismo.

Specifica del pittore anche la produzione di quadri di soggetto erotico, eccezionalmente di grandi dimensioni (cosa rara nella storia dell’arte), di cui si presenteranno alcuni esemplari. Tra questi un dipinto miracolosamente sopravvissuto fino a oggi grazie a un ultradecennale occultamento in una cantina: un ritratto di un giovane in camicia nera in un esplicito gesto di autoerotismo, databile 1920-1921 circa.

Il catalogo, edito da De Luca Edizione d’arte, a cura di Edoardo Sassi e Giulia Tulino, con una introduzione di Ilaria Schiaffini e una prefazione di Claudia Salaris presenta i contributi critici di: Giancarlo Carpi (Accademia di Belle Arti Sanremo), Antonella Pesola (Archivi Gerardo Dottori - Perugia), Enrico Bittoto (studioso e collezionista), Tommaso Mozzati (Università degli Studi di Perugia), Massimo Rossi Ruben, Simona Magrelli e Claudio Carbonaro (Studio di restauro e conservazione opere d’arte), Claudio Falcucci (studio M.I.D.A. – Metodologie di Indagine per la Diagnostica Artistica) e apparati di Alessandro Sarlo.