Tutti i finalisti e i vincitori del concorso fotografico del MAST di Bologna in mostra

Industria e lavoro sono i temi principali del concorso targato MAST. Quest’anno a vincere è stato Hicham Gardaf, mentre l’unico italiano presente nella cinquina dei finalisti è Salvatore Vitale

Il concorso biennale fotografico su industria e lavoro, dedicato ai talenti emergenti, MAST Photography Grant on Industry and Work, è giunto alla settima edizione. Vincitore di quest’anno è il fotografo Hicham Gardaf (Tangeri, 1989), mentre una menzione speciale è stata assegnata alla sudafricana Lebohang Kganye (1990).
Gli altri tre finalisti, il cui lavoro è esposto nel grande spazio bolognese del MAST, sono Farah Al Qasimi, Maria Mavropoulou, Salvatore Vitale. La mostra, a cura di Urs Stahel, celebra il decennale dell’apertura del MAST, ma anche i quindici anni di vita del concorso. Sono infatti esposte le opere di tutti i finalisti e dei vincitori dal 2008 a oggi. La selezione, operata da Isabella Seràgnoli, François Hébel, Milo Keller, Michael Mack, Simon Njami, Alona Pardo, Giovanna Silva, Francesco Zanot, è stata serrata: i candidati all’inizio erano 53.

MAST Photography Grant on Industry and Work, installation view at Fondazione MAST, Bologna, 2023

MAST Photography Grant on Industry and Work, installation view at Fondazione MAST, Bologna, 2023

LA MOSTRA FOTOGRAFICA AL MAST DI BOLOGNA

Il lavoro del vincitore Hicham Gardaf, composto da immagini e da un video dedicato a un venditore di candeggina, dal titolo In Praise of Slowness, in controtendenza al nostro tempo storico, è un elogio alla lentezza. Nelle immagini fotografiche sono poste a confronto due realtà, la città contemporanea dei palazzi moderni e il centro storico con i ritmi pacati e gli spazi a misura d’uomo. I toni delle diverse immagini sono diversi, da quelle più scure e poetiche a quelle realizzate con colori caldi, immediatamente riconoscibili; alcune raccontano personaggi altre particolari still life.
Anche il lavoro di Lebohang Kganye non è prettamente fotografico, si tratta piuttosto di una serie di teatrini in cui l’artista mette in scena dei personaggi e dei momenti di vita del suo Paese, con sagome e ritagli, con un richiamo a certe atmosfere del suo conterraneo William Kentridge. L’unico italiano presente nella cinquina è Salvatore Vitale (Palermo, 1986) con un progetto sul legame tra la gig economy e l’attività mineraria nella regione del Gauteng, in Sudafrica.

Angela Madesani

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

Scopri di più