I Gesti Universali di Giuseppe Penone in mostra alla Galleria Borghese di Roma
Oltre trenta opere del maestro dell’Arte Povera creano un nuovo dialogo tra natura e storia, dimostrando l'immutata vitalità del linguaggio scultoreo. Le primissime immagini della mostra
L’indagine tra arte e natura iniziata lo scorso anno dalla Galleria Borghese di Roma giunge al suo ultimo appuntamento espositivo con Gesti Universali, mostra dedicata al maestro dell’Arte Povera Giuseppe Penone (Garessio, 1947) a cura di Francesco Stocchi. Il percorso espositivo si dispiega tra il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, quella degli Imperatori e di Enea ed Anchise, per espandersi poi nel cortile esterno ed eccezionalmente nel Giardino della Meridiana. Sguardo vegetale, Soffio di foglie e Respirare l’ombra (per citare solo alcune opere) si inseriscono nello spazio interno come presenze autonome e gentili che – in punta di piedi – si affiancano ai capolavori del periodo Barocco. Distanziandosi da ogni possibile confronto (formale e/o simbolico) con le opere della Galleria, le sculture di Penone si pongono come volano per riattivare quel naturale scambio che si instaura entrando in contatto con l’ambiente circostante.
GESTI UNIVERSALI: PAROLA ALL’ARTISTA GIUSEPPE PENONE
“Ci sono opere in cui io sono soggetto attivo”, spiega ad Artribune Giuseppe Penone, “nel senso che io produco l’opera come per esempio gli alberi all’ingresso, e dove la materia (ovvero il legno) è fissa e la scultura si produce attraverso la mia azione, il mio intervento. Questa caratteristica è presente anche nelle altre opere ospitate nella Sala di Apollo e Dafne e il Ratto di Proserpina. L’idea è di una materia organica che viene introdotta all’interno di questo mondo minerale”. Un concetto che diverge dalle opere esposte nel parco che circonda la Galleria, perché qui “abbiamo un gesto umano che è fossilizzato nel bronzo (che è una materia che può essere associata al vegetale), e la natura che è in azione e che produce nel tempo completa la scultura. Una osmosi tra un gesto umano fisso e la vegetazione che è attiva. Questo completa l’idea delle opere che si trovano all’interno della Galleria”.
Valentina Muzi
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