Fare filosofia con l’edilizia. La mostra di Alessio Ancillai e Renato Calaj a Napoli
Alessio Ancillai e Renato Calaj riflettono su temi filosofici utilizzando materiali tipici dell’edilizia nella mostra ospite di mood|project a Napoli
La mostra Show_8 di Alessio Ancillai (Roma, 1973) e Renato Calaj (Fier, 1992) rappresenta il dialogo conclusivo di un più ampio discorso che ha animato, dal 2020 a oggi, mood|project, lo spazio sperimentale di Dino Morra a Napoli.
Con questo progetto il gallerista ha voluto sancire il carattere fluido del luogo, realizzando una bi-personale che racchiude gli ultimi anni di produzione di due artisti in apparenza lontani, visti anche i vent’anni di differenza che li separano, eppure accomunati da una affinità di pensiero che vede nei materiali di scarto provenienti dall’edilizia un presupposto per innescare considerazioni di natura filosofica. Il risultato è un gioco di significati che spinge il visitatore ad andare oltre l’apparenza del linguaggio espressivo.
LE OPERE DI ANCILLAI E CALAJ A NAPOLI
Le tele di Ancillai segnano un nuovo capitolo della sua ricerca artistica, incentrata su temi sociali come il diritto al lavoro e l’importanza della dignità umana. Al fascio di LED luminoso, elemento presente fin dagli inizi della sua pratica, si aggiunge, in questi nuovi lavori, la carta vetrata per uso industriale, trasponendo in senso artistico quello che è il suo reale impiego, ovvero eliminare la parte superficiale della materia. Un’azione che implica l’andare oltre il tangibile, scavando nella profondità delle cose alla ricerca della ragione per cui la soddisfazione dei propri bisogni è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per la realizzazione di se stessi. Calaj, invece, porta in mostra una nuova serie di tele in vetroresina dalla texture ruvida e irregolare che richiamano le pareti esterne di un edificio, contrassegnate dalle numerose stratificazioni del tempo. Negli angoli più intimi, si trova una grande installazione con i tubi Innocenti che spinge l’osservatore all’interazione. Le opere dell’artista, caratterizzate da una forte essenzialità formale, rappresentano il suo superamento della street art, ambiente in cui si è formato, e diventano il pretesto per raccontare la natura effimera dell’esistenza umana, il cambiamento e l’impermanenza.
Carolina Chiatto
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati