Ci sono libri che possiedono un potere particolare. Le loro pagine sono in grado di riportarti indietro nel tempo e, quasi inavvertitamente, farti rivivere esperienze già provate mettendo in moto la molla del ricordo. Basta un rigo, una frase appena come quella dedicata alla Torre dei Venti di Toyo Ito e ti sembra di tornare sulle strade di Yokohama. A osservare le fanciulle vestite di veli che sembrano danzare. Alle loro spalle si staglia, come la scena di un film, quella costruzione fatta di niente, un serbatoio per l’acqua, una carcassa di cemento travestita con pochi segni essenziali e un trucco appena accennato che dischiude un mondo. Qui ondeggiano i funamboli e appare la meraviglia.
IL LIBRO DI LUCA MOLINARI
Nel suo libro Luca Molinari (1966) ci propone una serie di luoghi dove è possibile essere colti da quella stessa sensazione. A iniziare da Piazza Grande a Gubbio, quella con i dissuasori sul parapetto disegnati da Nello Teodori. Su quel belvedere aggrappato alla montagna, grazie al lato mancante, come per Piazza del Campidoglio di Michelangelo, è possibile provare lo stesso sentimento. Lo si può trovare anche a Piazza Alberica a Carrara. Perdendosi tra il dentro e il fuori nel Palazzo Ducale a Urbino. Girovagando per Piazza San Marco a Venezia per scoprire le nuove Procuratie Vecchie.
Nel tempo in cui viviamo, tra guerre e pandemie, sembra svanita quella sensazione che è in grado di farci rallentare il passo e fermare, passare da un consumo distratto a una osservazione puntuale. La si può forse ritrovare là dove un albero di baobab, simile a quello sempre vivo nella memoria di Francis Kéré, diviene un monumento naturale, pronto a resistere alla mancanza d’acqua, al clima inospitale, e divenire l’ombrosa piazza dove siedono gli anziani, a scambiarsi merci e parole. La ritroviamo in queste pagine dove la scrittura rapida ed efficace passa in rassegna esempi emblematici di architetture e paesaggi che, anche di recente, sono stati in grado di attivare la stessa sensazione.
I LUOGHI DELLA MERAVIGLIA SECONDO MOLINARI
Si citano i 738 parchi gioco messi a punto da Aldo van Eyck nel progetto di una città d’oggi a dimensione di bambino, dove il gioco può essere condiviso dall’intera comunità. Si ricorda Giancarlo De Carlo che disegna i Collegi Universitari lungo i crinali delle colline di Urbino, non limitandosi alle stanze ma modellando un tessuto fatto di sedute, piazzole, panche e corrimano colorati che diventano i luoghi d’incontro della comunità studentesca. Una logica simile anima Oriol Bohigas nella programmazione del tessuto connettivo di Barcellona, con parchi, piazze e fontane dopo la lunga decadenza del regime franchista. Molti altri sono gli esempi di opere in grado di stupire e meravigliare, avendo la capacità di leggere i vuoti con gli occhi del poeta.
Il messaggio finale che ci consegna l’autore consiste “nel recupero della dimensione erotica del progetto, la sua capacità di perturbarci, di essere mistero, di farci uscire dalla nostra confort zone e offrirci luoghi e paesaggi capaci di accoglierci, scuoterci e, insieme rigenerarci”. Con l’auspicio che possa essere colto pienamente.
Mario Pisani
Luca Molinari ‒ La meraviglia è di tutti. Corpi, città, architetture
Einaudi, Torino 2023
Pagg. 160, € 14
ISBN 9788806256937
https://www.einaudi.it/
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