Moda e design. Il massimalismo non è morto

Il minimalismo sembra stia cedendo il proprio posto all'abbondanza. Dal design all'abbigliamento, sui social aumentano i contenuti dedicati all'estetica dell'eccesso. Ma perché?

Dopo anni di colorazioni neutre e linee semplici, lo stile massimalista sembra stia tornando come reazione al trend della sottrazione. L’origine di tale estetica nella moda è lo street style giapponese, che propone outfit caratterizzati da sovrapposizioni esagerate, silhouette coraggiose e un approccio inconfondibile ai vestiti, difficile da replicare senza sbagliare. Le parole chiave sono volume, materia, pastiche e flamboyant. Affinché si riesca a infondere un tocco di teatralità in ogni look, è necessario un occhio attento per creare la perfetta mescolanza di materiali, pattern, tessuti e accessori. Anche se eccessi ed esuberanza vengono spesso intesi come sinonimo di kitsch.

Ready to wear autunno inverno 2023, Schiaparelli

Ready to wear autunno inverno 2023, Schiaparelli

GLI ESPONENTI DEL MASSIMALISMO NELLA MODA

Lo stilista Christian Lacroix, che ha lasciato il segno nella moda degli Anni Ottanta e Novanta grazie ad abiti ricchi di colori e ricercatezza, è tra i principali esponenti del massimalismo. Esattamente dieci anni dopo la sua ultima sfilata alla Paris Fashion Week nel 2009, il fashion designer è tornato alla ribalta grazie alla collaborazione con lo stilista belga Dries van Noten. Insieme hanno presentato la collezione primavera-estate 2019, che ha unito le influenze del nord delle Fiandre e la vivacità del sud della Provenza, dando vita a un crossover inaspettato ma di grande impatto. L’ultima collaborazione di Lacroix risale al 2020, insieme al brand spagnolo Desigual per la collezione autunno-inverno 2020 intitolata Where is the real Monsieur Christian Lacroix?, che si ispira alle sfilate couture di Lacroix e ai suoi iconici lanci di fiori in passerella. Sono proprio i fiori la costante della collezione, riproposti in tonalità ramate per adornare vestiti, cappotti di panno, piumini, pantaloni stampati, camicie su sfondi neri. Un’altra esponente dell’estetica massimalista è indubbiamente Elsa Schiaparelli, pioniera del massimalismo grazie a macro accessori, ispirazioni surrealiste e colori al tempo innovativi come il rosa shocking. Oggi, sotto la guida di Daniel Roseberry, la casa di moda sta vivendo un momento d’oro, vestendo celebrità internazionali come Bella Hadid, Adele e Cardi B. La collezione ready-to-wear della maison per l’autunno-inverno 2023 è infatti un’esplosione di creatività tra tessuti maschili, colori neutri, la già nota Face Bag e la nuova Schiap Bag: una baguette trapuntata e impreziosita da dettagli in rilievo. Eppure per molti rimane Lady Gaga la vera icona del massimalismo, come dimostra la sua scelta di indossare un abito firmato Schiaparelli per la performance durante l’insediamento di Biden.

Maximalism room, courtesy Decor Design

Maximalism room, courtesy Decor Design

IL MASSIMALISMO NEL DESIGN

La Gen Z sperimenta con orgoglio l’espressione della propria identità, portando a un cambiamento culturale che si riflette non solo nella moda, ma anche nell’interior design con l’uso di forme organiche dalle tonalità eccessivamente sature. Estremizzando qualsiasi dettaglio con il motto “Less is a Bore” dell’architetto Robert Venturi: da sfumature e trame a materiali e forme, vengono creati spazi personali vivaci, pieni di stimoli visivi e colori audaci. Gli interni diventano colmi di personalità grazie a una giusta dose di accumulo di piante, dipinti, collezioni e souvenir. Adesso gran parte degli arredi si sta avvicinando al Movimento Memphis e ai nuovi stili postmoderni. Perché il massimalismo è un modo di vivere, di pensare e di riconsiderare gli oggetti, riportando in auge elementi che erano stati in passato scartati come kitsch, o trash, dalla cultura dominante. Considerata come atto di ribellione da parte dei giovanissimi contro le generazioni più anziane, l’arte dell’eccesso ha attirato l’attenzione di molti durante il primo lockdown grazie ad ambienti vivaci e stimolanti, piuttosto che asettici o freddi.
Il motivo? La possibilità di realizzare spazi unici per gli individui, dove le camere diventano archivi di interessi personali, hobby e ricordi preziosi. Creando un proprio spazio proprio in cui si possa essere sé stessi.

Lara Gastaldi

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Lara Gastaldi

Lara Gastaldi

Laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità, ha proseguito i suoi studi in Svizzera, presso l’Università di Berna, specializzandosi in Sociolinguistica e World Literature. Parla inglese, tedesco, francese. Ama viaggiare e immergersi nelle usanze dei luoghi, soprattutto nei paesi di frontiera,…

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