Morto Luigi Pagliarini. Fu pioniere di software art e robotica
Antonello Tolve ricorda l’artista e docente pescarese scomparso all’età di 60 anni. Esperto di robotica e software designer, ha incrociato arte e scienza, nuove tecnologie e psicologia
Trovo davvero difficile parlare di Luigi Pagliarini utilizzando (coniugando i ricordi che mi scivolano tra le dita) l’imperfetto, il passato o il trapassato prossimo: forse perché un barlume di incoscienza lascia aperta ancora l’idea di incrociarlo per strada, di poter prendere il telefono e cercarlo per ascoltare magari qualche sua grossa grassa sguaiata infantile chiassosissima risata. Ricordo quando a Pechino (ci siamo andati nel 2019 come visiting professor), durante un pranzo, decise di ordinare lamian – spaghetti – in zuppa e gli arrivò uno scodellone che poteva soddisfare un troll di qualsiasi favola scandinava. Rimase a occhi spalancati e mi disse che forse lo avevano scambiato per un mendicante o per uno che era scappato dal carcere. Tra i vari frutti di mare che profumavano quella conca di porcellana bianca c’era, mi diceva, una cosaccia strana e alquanto gommosa, tipo nervo di vitello. Non potete capire la sua faccia – sempre così espressiva e autentica nel mostrare un sentimento – quando ebbi a dirgli che stava mangiando oloturia. Nell’affollatissimo ristorante si sentiva soltanto la sua esplosiva risata.
LUIGI PAGLIARINI, PIONIERE DELLA SOFTWARE ART
A parte una serie di indimenticabili ricordi e di divertentissimi viaggi in giro per l’Italia – a Macerata abbiamo insegnato e condiviso un letto in giorni alterni per tanto tempo – o a Istanbul o appunto in alcune megalopoli cinesi, vale la pena ricordare che Luigi Pagliarini è stato (continua a essere) un artista pioniere della software art e della robotica la cui riflessione ha incrociato arte e scienza, nuove tecnologie e psicologia, con la chiara idea di lavorare su una archeologia del futuro o con la preistoricità dell’elettronica, come si può ad esempio constatare dalla sua accattivante scultura PixelBeing del 2018.
Luigi si era formato con Sergio Lombardo, attorno alla Galleria Jartrakor (associazione non-profit fondata nel 1977) e alla Rivista di Psicologia dell’Arte – di cui era membro del comitato editoriale – dove possiamo ancora leggere alcune sue ricerche e intuizioni come Una tela viva (sul numero 13 del 2002), LifeGrabber (sul 14 del 2003), Energies visualizer (sul 15 del 2004), Wearable Robotics Modular for Art (sul 22 del 2011), Algoritmi genetici musicali MAG (sul 23 del 2012), Universi relazionali paralleli: progetto per una modularità relazionale (sul 25 del 2014) che ebbe a comprovare in occasione di una residenza d’artista a Collecorvino o il più recente Codice Pagliarini (sul 29 del 2018).
Luigi era nato a Pescara il 10 agosto 1963 e proprio nella sua città d’origine ha fondato il Pescara Electronic Artists Meeting e ha diretto l’Ecoteca: negli anni ha poi collaborato attivamente con LEGO Group, SONY, è stato l’inventore del RoboCup Junior e, tra le tante altre sue avventure, curatore della sezione di Robo[art] del Robotsatplay Festival in Danimarca.
“Il pensiero artistico-scientifico, da corpo unico volto alla ricerca di una interpretazione del reale ha vissuto per mezzo millennio una discesa precipitosa verso una sempre più grave sorta di schizofrenia funzionale facendo sì che il pensiero artistico, strettamente necessario per le basi creative di una buona ricerca scientifica, e il pensiero scientifico, strettamente necessario per una progettazione artistica di alta qualità, voltassero le spalle l’uno all’altro” ha ricordato in un’intervista del 2020. “Dal mio canto, continuo con il mio inesauribile romanticismo”, è così che lo ricordo, come un inguaribile romantico, “a sperare e promuovere il contrario, ma forse toccherà arrendersi alla più classica delle leggi dell’entropia: siamo vittime di una inesorabile, monodirezionale, tendenza al disordine”.
Antonello Tolve
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