La mostra sbilenca di Ornaghi & Prestinari a San Gimignano
Quanto è sbilenco il mondo? Se lo chiede il duo Ornaghi & Prestinari da Galleria Continua, alle prese con tante piccole cose che non tornano: oggetti sghembi, equilibri precari e amori difficili
Il visitatore di Sbilenco è accolto nella platea di Galleria Continua (un tempo sede del cineteatro di San Gimignano) da un tavolo lunghissimo appoggiato sul palco, usato in modo teatrale per fendere trasversalmente lo spazio, ma anche come supporto di alcune delle opere più domestiche del duo Ornaghi & Prestinari (Valentina Ornaghi, Milano, 1986; Claudio Prestinari, Milano, 1984).
Al suo fianco il letto matrimoniale Bedroom (l’ispirazione è il racconto di Calvino L’avventura di due sposi), tagliato da una piccola libreria che divide l’intimità dell’alcova in due spazi separati; ciascun lato del letto è dotato di una propria lampada, che però non si accende mai contemporaneamente a quella del partner. E poi, tanto nei lavori alle pareti quanto negli spazi della galleria, è un continuo rimandarsi di piani inclinati, di equilibri precari, di ortogonalità non rispettate e allineamenti che non tornano. Cosa succede?
LA MOSTRA DI ORNAGHI & PRESTINARI A SAN GIMIGNANO
Sbilenco nasce da un gioco – visivo e intellettuale – in cui Ornaghi & Prestinari si divertono a non far tornare i conti, lavorando in quello spazio in cui l’opera lambisce lo strano, il bizzarro e l’improbabile. La mostra, che da un lato conferma la tendenza degli artisti a oggettualizzare in forma sottilmente ironica la realtà, è un racconto in cui si avverte sia l’intimità di un materiale caldo come il legno, sia la poesia della semplicità, ispirata dalle forme e dagli oggetti con cui interagiamo quotidianamente. A emergere è la dimensione domestica, dove la paradossale semplicità nasconde delle zone in cui accade qualcosa di casuale e non atteso che Ornaghi & Prestinari amano registrare e restituire tridimensionalmente, come per esempio in Composizione per cinque elementi realizzata interamente in legno.
L’IRONIA DI ORNAGHI & PRESTINARI ALLA GALLERIA CONTINUA
Anche i lavori bidimensionali conservano lo stesso approccio, in cui il rigore geometrico è preso bonariamente per il naso, tanto negli allineamenti degli elementi quanto nelle modalità di allestimento del tutto irrituali. Si veda, per esempio, Sfiorare, in cui due dipinti verticali non sono semplicemente affiancati a dittico, ma sembrano quasi baciarsi toccandosi delicatamente in un angolo. Chi è abituato al rigore ortogonale deve quindi rassegnarsi a una realtà impertinente che sfida l’occhio e, immancabilmente, finisce per vincere.
Daniele Capra
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