Gli studenti dell’ISIA Faenza portano al Salone del Mobile il design per la convivenza uomo-natura

Ecotono è il titolo del progetto sviluppato dagli studenti di Design del Prodotto e della Comunicazione dell’istituto faentino di alta formazione. Sarà protagonista al SaloneSatellite, nato per valorizzare i designer under 35

Ecotono è il termine che definisce l’ambiente di transizione tra due ecosistemi limitrofi, quindi un luogo di confine, dove avvengono le trasformazioni più significative, per questo votato alla biodiversità, alla complessità e alla ricchezza. Non a caso, dunque, il concetto è stato preso in prestito dall’ISIA Faenza – Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, riferimento per l’alta formazione nel campo del design, nato nel 1980 da un progetto culturale di Bruno Munari e Giulio Carlo Argan – per improntare il progetto espositivo ECOTONO – metamorfosi dei confini, metafora della scuola come spazio di fermento e di incontro tra la sfera della formazione e il mondo del lavoro.

Alessandra Barnaba, EXAGONE, moduli esagonali per farsi colonizzare da muschi e licheni

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ECOTONO. IL PROGETTO DEGLI STUDENTI DI DESIGN AL SALONESATELLITE

Tra le ventisette Scuole e Università del Design internazionali presenti al Salone del Mobile, l’istituto faentino partecipa al SaloneSatellite fondato e curato da Marva Griffin per dare spazio ai designer under 35. E dal 18 al 23 aprile, presso il padiglione 13 (stand F03) di Fiera Milano (Rho) il progetto ECOTONO sarà in mostra per rispondere alla domanda “Design: DOVE VAI?“, posta ai partecipanti del SaloneSatellite per sviluppare il tema della 24esima edizione, Design Schools – Universities / BUILDING THE (IM)POSSIBLE Process, Progress, Practice. In concreto, il progetto dà risalto alle esperienze sviluppate da studentesse e studenti dei Bienni di Design del Prodotto e di Design della Comunicazione dell’ISIA Faenza: i progetti presentati esplorano la dimensione naturale alterata delle zone limite tra acqua e terra, mare e costa, per indagare le dinamiche di relazione tra uomo e natura, fondate su un dialogo che passa attraverso collisioni e metamorfosi continue. È questa un’opportunità per riflettere sulle urgenze del presente, crisi climatica in testa. E la soluzione suggerita è quella di valorizzare i luoghi di confine, innescando cambiamenti positivi per la cura del territorio, tramite comportamenti adeguati e secondo il principio del minimo sforzo.

Jadwiga van de Logt, WATER PYRAMID, erogatore d’acqua da spiaggia per cani e uccelli

Jadwiga van de Logt, WATER PYRAMID, erogatore d’acqua da spiaggia per cani e uccelli

GLI OGGETTI DI DESIGN PER VALORIZZARE L’ECOTONO

Nascono così gli oggetti esposti, che “colonizzano, compensano, trattengono, filtrano, fanno scorrere l’acqua, arrestano il dilavamento, offrono ospitalità agli esseri viventi, riparo, cibo, ristoro per tutti”. Come il dissalatore d’acqua che diventa segnale di aggregazione sociale, i refrigeratori per cibi e bevande, i sassi con bioluminescenze pensati come sistema per la convivialità notte-giorno, l’erogatore di acqua per animali. L’habitat di riferimento, dove uomo e natura si incontrano, è la spiaggia. Il medium è la ceramica, che tiene insieme la sapienza tradizionale e le tecniche di lavorazione avanzate, utili a creare impasti sperimentali a base di sabbia e gres, a vocazione site specific. L’allestimento in fiera prevede anche contenuti audiovisivi che, come la componente grafica, sono stati sviluppati sempre da studentesse e studenti dell’istituto faentino, afferenti ai corsi di Video Digitale, di Tecniche di scrittura per i media e di Type Design. Il progetto è corredato da una pubblicazione che include il testo di design fiction Archeologia futura dell’antropologo e docente Ivan Severi.

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Redazione

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