Un’artista appassionata e coerente. Un ricordo di Irma Blank
Dall’arrivo in Italia fino alla complessa consacrazione artistica. Ripercorriamo la storia dell’artista Irma Blank, morta pochi giorni fa. A scrivere è la sua amica Angela Madesani
Non ricordo esattamente in quale circostanza ho conosciuto Irma Blank (Celle, 1934 – Milano, 2023) ma sono passati oltre venticinque anni. La nostra, nel corso degli anni, non è stata soltanto una conoscenza lavorativa, ma anche un’amicizia e una frequentazione. Era una persona schietta, sincera, generosa, spesso severa.
Irma era una donna passionale e appassionata giunta in Italia, negli Anni Cinquanta, in una sorta di Grand Tour, alla scoperta dell’arte del Bel Paese. In Sicilia, proprio durante quel viaggio, aveva conosciuto, su un treno, quello che sarebbe diventato suo marito e in quella terra, a Siracusa, aveva vissuto parecchi anni, aveva fatto le sue prime mostre e aveva cresciuto i suoi figli. Quando parlava di quei luoghi i suoi occhi si illuminavano e sorrideva felice.
Poi tutta la famiglia si era trasferita a Milano, il suo compagno era mancato e Irma si era dedicata in maniera totalizzante alla sua ricerca. Una ricerca che l’aveva portata a partecipare a parecchie mostre in giro per l’Europa. Blank era una donna coerente, impegnata a cercare e a trovare. Dal suo studio uscivano solo opere delle quali era fortemente convinta e che difendeva con tutta la forza della quale era capace. Negli anni, bisogna dirlo, le gallerie italiane non avevano capito il suo ruolo e l’importanza della sua ricerca.
IL RICONOSCIMENTO ARTISTICO DI IRMA BLANK
A un certo punto, tuttavia, il suo cammino ha preso una svolta, determinata dall’incontro con Fabrizio Padovani e Alessandro Pasotti di P420. I due galleristi hanno studiato il suo lavoro, lo hanno compreso e proposto in giro per l’Europa e il mondo dell’arte ha iniziato a guardare all’opera di Blank nella giusta prospettiva.
Purtroppo, tuttavia, negli ultimi anni la sua salute era malferma e non sempre ha potuto partecipare ai suoi successi. Ma Irma sapeva, si teneva informata. Era una lettrice appassionata di alcuni autori, da Edmond Jabès a Gertrude Stein, e anche negli anni della malattia ascoltava con attenzione la radio e alcuni audiolibri. Mi meravigliava trovarla sempre informata anche sulle faccende dell’arte. In anni recenti l’ho vista, infatti, alcune volte, nella sua raffinata casa studio, dove i suoi due figli la accudivano e la proteggevano.
Cara Irma, ci mancherà la tua voce ferma con quello spiccato accento tedesco e il tuo sguardo attento e indagatore, confermato dall’intelligenza del tuo lavoro.
Angela Madesani
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