Il meglio del design danese in mostra a Milano
Allestita negli spazi di Alcova, la mostra “This is Denmark, a design playlist” fa il punto sulla progettualità danese, con un’installazione-paesaggio di grande impatto. E all’inaugurazione c’era anche un ospite molto speciale, la principessa Mary di Danimarca
C’è l’Italia dei maestri del design, eterno riferimento per ogni generazione. E c’è la Danimarca degli interior desiderabili al primo sguardo, accoglienti e in larga parte ispirati all’onnipresente concetto di hygge. E poi? Entrambi i Paesi possiedono un ben più stratificato patrimonio di competenze in termini di progettazione, con risorse aziendali e individuali impossibili da circoscrivere nel perimetro delle definizioni univoche, comprese quelle entrate nel pensiero comune. L’occasione per intraprendere – letteralmente – un’esplorazione nel design danese, provando a spostarsi dalle rotte più battute per approdare a una visione articolata e aggiornata, è la mostra This is Denmark.
ALLA RICERCA DEI VALORI DANESI
Promosso dalla Reale Ambasciata di Danimarca, in collaborazione con The Confederation of Danish Industry e Creative Denmark, e curato dalle giornaliste di design Elena Cattaneo e Laura Traldi, il progetto espositivo è l’esito di un “doppio iter di selezione”. Per arrivare a definire i quindici prodotti esposti, rappresentativi di altrettante aziende del Paese nordico, è stato infatti avviato un percorso alla ricerca delle realtà locali che considerano irrinunciabili i valori danesi di semplicità, qualità e craftmanship. Nella successiva fase, il duo curatoriale ha ascoltato le storie di ciascuna, lavorando con i rispettivi referenti per designare un solo oggetto identitario. “Abbiamo sfruttato la nostra esperienza di giornaliste per essenzializzare la comunicazione. C’è stato un grande sforzo in questo senso. Siamo contro la bulimia comunicativa che c’è alla Milano Design Week”, raccontano le curatrici. Un processo tuttavia non facile, specie alla luce dell’eterogeneità delle aziende in mostra, che variano per dimensioni, storia, fama e, non da ultima, ampiezza del catalogo.
GRANDI E PICCOLE STORIE DI DESIGN
Il risultato finale, svelato nell’installazione-paesaggio progettata da Matteo Ragni Studio, accende i riflettori su un tessuto produttivo che, al pari di quello italiano, accanto a marchi storici e dalla solida reputazione, è reso fertile da un’energica rete di brand piccoli oppure a trazione familiare. L’itinerario proposto include quindi big come Kvadrat, House of Finn Juhl o Royal Copenhagen e nuovi progetti. È il caso dell’azienda fondata nel 2020 dall’ingegnere Morten Mernøe e dai suoi due figli, in cui le capacità artigianali locali si sposano con le innovazioni tecnologiche per l’illuminazione. O, ancora, del brand MyTrash, nato cinque anni fa in seno a Houe, che impiegando la plastica della discarica produce arredi outdoor. Una pluralità di temi e traiettorie che, se sul piano concettuale risulta unificata dalla condivisione di una comune rete di valori, nell’allestimento si è tradotta in un impianto evocativo di una peculiare condizione del territorio danese: il rapporto fra acqua e terra.
UN’ESCURSIONE NEL PAESAGGIO DANESE (FISICO E SONORO)
I visitatori di This is Denmark sono invitati a sperimentarlo, attraversando una passerella in lastre laminate sospesa sull’acqua. “Riproduce i celebri dock danesi”, spiegano Cattaneo e Traldi ed è il punto di osservazione dei prodotti che “emergono tutt’intorno, come fossero isole”.
Alla base di questa struttura, che culmina in una maxi parete specchiata fornita da Abet Laminati, c’è la volontà di ricreare un’esperienza tipica nel Paese. “Quando visiti la Danimarca, è naturale trovarsi di fronte ai tanti moli e ponti. È un Paese che ha un forte rapporto con la natura, con il mare, e che usa il design per migliorare la qualità della vita ovunque, nelle case ma anche negli spazi pubblici”, prosegue il duo. Un arcipelago temporaneo, dunque, volutamente distante dalla dimensione del set domestico spesso usato per i prodotti danesi, in cui ai quindici protagonisti viene attribuita una voce. Oltre all’acqua, co-protagonista di This is Denmark è infatti il suono: il passaggio individuale determina l’accensione di una luce sull’oggetto e l’attivazione di una didascalia sonora di 40 secondi. Ad accompagnare quest’ultima è la colonna sonora in sottofondo, appositamente composta da Alessandro Pedretti, sound artist che nel suo lavoro adotta suoni provenienti dal mondo organico e dalle lavorazioni industriali e artigianali. Un apporto speciale, che contribuisce a celebrare l’attitudine danese al saper fare e saper produrre in modo consapevole e prediligendo i materiali naturali. Completa This is Denmark l’area lounge curata da Sissi Valassina, dove rilassarsi ascoltando l’intera playlist e, grazie al corto del video artista Silvano Richini, sognare a occhi aperti la Danimarca.
Valentina Silvestrini
Articolo pubblicato su Speciale Design 2023
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