Venezia nel Settecento
La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio al mito di Venezia con una mostra, curata da Laura Facchin, che intende raccontare la vita della città lagunare nell’ultimo periodo della sua fulgida storia, delineandone la società e mostrandone gli aspetti più affascinanti e curiosi.
Comunicato stampa
La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio al mito di Venezia con una mostra, curata da Laura Facchin, che intende raccontare la vita della città lagunare nell’ultimo periodo della sua fulgida storia, delineandone la società e mostrandone gli aspetti più affascinanti e curiosi.
L’immagine di Venezia e la sua fama di meta prediletta del Grand Tour vengono restituite attraverso molteplici rappresentazioni: le vedute realizzate dai grandi nomi della tradizione veneziana, come Luca Carlevarijs, Canaletto e Michele Marieschi; le tele a soggetto mitologico e sacro che evocano i maestri “itineranti” come Giambattista Tiepolo; i delicati ritratti di Rosalba Carriera e le celebrazioni del Carnevale e della sontuosa festa della Sensa (Ascensione).
La variegata produzione di arredi e di suppellettili veneziani è rappresentata non solo nelle intime vedute di interni, rese paradigmatiche dai Longhi, ma anche dai mobili laccati del Museo Accorsi-Ometto, dai preziosi argenti di produzione lagunare ed ebraica e dalle pregiate porcellane Cozzi.
Infine non poteva mancare un riferimento alla musica e ad Antonio Vivaldi, che ne è la figura simbolo.
Nel 1797, in seguito agli accordi di Campoformio, termina la millenaria storia della Serenissima Repubblica di San Marco. Un senso di lenta, ma inarrestabile decadenza ben traspare nelle opere degli artisti della seconda metà del Settecento, da Giandomenico Tiepolo allo zio, Francesco Guardi. Ma prima di giungere alla fine, Venezia si propone ancora sulla scena internazionale in una stagione di favolosa bellezza il cui mito viene ripreso dalle due tele di Giorgio de Chirico che, con uno stupefacente coup de théâtre, concludono la mostra.